L'appello di Ratzinger: «Operate per superare i freni allo sviluppo»
Laura Ferrari
Il 3 e 4 novembre prossimi i capi di Stato e di governo del G20 si riuniranno a Cannes, per esaminare le principali problematiche connesse con l'economia globale. Auspico che l'incontro aiuti a superare le difficoltà che, a livello mondiale, ostacolano la promozione di uno sviluppo autenticamente umano e integrale».
È l'appello rivolto ieri dal Papa, prima dei saluti in lingua italiana, che come al solito concludono l'appuntamento del mercoledì con i fedeli.
L'appello di Ratzinger arriva all'indomani dell'assemblea plenaria dei vescovi della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea), svoltasi a fine ottobre a Bruxelles. Nella dichiarazione diffusa al termine della sessione autunnale, dedicata al tema "La crisi finanziaria e il futuro dell'integrazione europea", la Commissione ha rivolto un appello all'Unione europea e ai suoi cittadini, affinché evitino le accuse reciproche per assumersi invece la responsabilità comune alla ricerca di una soluzione alla crisi finanziaria che colpisce l'Eurozona: una crisi che sta mettendo a rischio addirittura l'esistenza dell'Unione europea e in particolare dell'euro. I vescovi hanno inoltre esortato i leader politici europei ad elaborare misure che rispondano a una prospettiva di lungo respiro per superare la difficile situazione. Numerose personalità delle istituzioni europee hanno partecipato all'assemblea dei vescovi che «hanno ascoltato diversi esperti su questa materia complessa», si legge nella dichiarazione.
«Peter Wagner della Commissione europea ha spiegato il compito della Task Force istituita di recente per la Grecia. Il professor Dr. Lans Bovenberg (Università di Tilburg), Dr. Emmanuel an der Mensbrugghe (direttore degli Uffici europei del Fondo monetario internazionale) e Jean-Pierre Jouyet (presidente dell'Autorità francese di vigilanza del mercato finanziario) hanno illustrato le loro posizioni sulle cause economiche e politiche della crisi debitoria in Europa». Le cause della crisi, prosegue il documento, «sono di natura strutturale e sono sostanzialmente dovute alle decisioni politiche di breve respiro, spesso basate su motivazioni elettorali, prese negli ultimi decenni». Si tratta di decisioni che «rispecchiano sovente il comportamento individuale orientato al consumo finanziato dal credito». In ogni caso, «nella situazione attuale, scaricare le colpe agli altri non porterà da nessuna parte. Gli europei devono restare uniti e praticare la solidarietà per superare la crisi attuale», esortano i vescovi, poiché «la crisi non implica necessariamente peggioramento ma può anche offrire un'opportunità di rinnovamento».
© Copyright Il Secolo d'Italia, 3 novembre 2011
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