L'Irlanda chiude la sua ambasciata a Roma presso la Santa Sede per motivi economici. Padre Lombardi: i rapporti diplomatici non sono in questione
"La Santa Sede prende atto della decisione dell’Irlanda di chiudere la sua ambasciata a Roma presso la Santa Sede”: è quanto ha affermato ieri sera il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dopo la decisione presa dal governo di Dublino. Una misura - ha spiegato il ministro degli Esteri irlandese Eamon Gilmore – dovuta all’attuale crisi e dunque alla necessità di ricorrere a tagli in numerosi servizi pubblici per rispondere agli obiettivi del programma di salvataggio varato dall'Ue e dall'Fmi.
“Naturalmente – ha sottolineato padre Lombardi - ogni Stato che ha relazioni diplomatiche con la Santa Sede è libero di decidere, in base alla sue possibilità e ai suoi interessi, se avere un Ambasciatore presso la Santa Sede residente a Roma oppure residente in un altro Paese. Ciò che è importante sono i rapporti diplomatici fra la Santa Sede e gli Stati, e questi non sono in questione per quanto riguarda l’Irlanda".
Sulla vicenda è intervenuto anche il cardinale Séan Brady, arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda, il quale ha espresso la sua “profonda delusione” per questa decisione che – ha detto – “sembra mostrare poca considerazione per l'importante ruolo svolto dalla Santa Sede nelle relazioni internazionali e dei legami storici tra il popolo irlandese e la Santa Sede nel corso di molti secoli”. Il porporato auspica che, “nonostante questo passo deplorevole”, la collaborazione tra l'Irlanda e la Santa Sede “possa continuare sulla base dell’impegno comune per la giustizia, la pace, lo sviluppo internazionale e la preoccupazione per il bene comune”.
Dublino, sempre per motivi economici, ha anche annunciato la chiusura delle rappresentanze diplomatiche in Iran e a Timor Est.
© Copyright Radio Vaticana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento