Mons. Migliore: il viaggio in Benin sia una festa della fede ben oltre i confini dell'Africa
Una festa della fede non solo per l’Africa, ma tutti: così, in sintesi, mons. Celestino Migliore, nunzio apostolico in Polonia, esprime i suoi auspici sulla prossima visita del Papa in Benin. In vista del viaggio apostolico, il presule ha ricevuto ieri, presso la Nunziatura di Varsavia, gli ambasciatori degli Stati africani residenti in Polonia. Il significato dell'incontro è illustrato dallo stesso mons. Migliore al microfono di Isabella Piro, con la collaborazione di Massimiliano Menichetti, nostro inviato in Benin:
R. – Gli ambasciatori africani residenti a Varsavia non sono molti, tuttavia ho voluto tenere questo incontro anche con loro, perché a ogni viaggio apostolico in un determinato continente, credo utile avere uno scambio di informazione e visione delle cose con i rispettivi ambasciatori. Devo dire, poi, che negli ambienti diplomatici esistono rapporti non solo cordiali, ma spesso di vera fiducia e cooperazione tra i rappresentanti africani e quelli della Santa Sede.
D. – Benedetto XVI visiterà Cotonou e Ouidah, dove firmerà l’Esortazione Apostolica post-sinodale. Riconciliazione, giustizia e pace sono le colonne portanti di questo documento che sarà uno strumento concreto per affrontare sfide come la famiglia, il ruolo dei laici, la spinta all’evangelizzazione e la stabilizzazione sociale...
R. – Negli ultimi due decenni, si sono moltiplicate in terra africana le operazioni di mantenimento della pace, iniziative intese alla ricostruzione nazionale, alla costruzione della pace a livello politico, giudiziario, sociale, commissioni di verità e riconciliazione, esperimenti e iniziative nuove per il rilancio dello sviluppo. Tutto questo investimento di risorse umane e materiali produce risultati solo nella misura in cui ogni iniziativa viene sentita, recepita e portata avanti dalla popolazione. E’ a questo livello del coinvolgimento – contributo personale, comunitario e sociale – che si situa il messaggio dell’Esortazione Apostolica.
D. – Il Papa rinnova nella fede il Benin e tutto il continente Africano. La sua visita ha dunque un respiro universale. Secondo Lei, l’Europa come guarda a questa “Festa della Fede”, a questo slancio di evangelizzazione e identità?
R. – La globalizzazione e l’intensa mobilità umana ci tengono oggi a contatto con persone di ogni angolo del mondo e pertanto non ci consentono più di "mitizzare" alcuna terra o regione del mondo. Siamo bravi cristiani o meno, non in forza di tradizioni, organizzazioni più o meno rilevanti, ma nella misura della nostra gioiosa testimonianza cristiana.
D. – Qual è, dunque, il suo auspicio per questa visita del Santo Padre in Benin?
R. – Che sia una festa della fede straripante oltre i confini del Benin e dell’Africa e contagiosa.(ap)
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