CHIESA E MINORI: MONS. SCICLUNA (SANTA SEDE), CONTRO ABUSI “PREVENZIONE” E “IMPEGNO”
“Nessuna strategia per la prevenzione degli abusi sui minori potrà mai funzionare senza impegno e responsabilità”.
A ribadirlo è stato mons. Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, intervenendo oggi, a Roma, presso la sala Koch del Senato, al forum internazionale dedicato a “The World’s Children and the Abuse of Their Rights”, promosso dall’associazione Sos Telefono Azzurro Onlus e dall’International Centre for Missing and Exploited Children in collaborazione con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù e la statunitense Mayo Clinic. ”L’abuso sessuale di minori non è solo un delitto canonico o la violazione di un codice di condotta interno a un istituto, sia esso religioso o meno.
È anche un reato perseguibile dalla legge civile”, ha ricordato l’esponente della Santa Sede, come si legge nella traduzione del suo intervento, pubblicata dall’Osservatore Romano: “Anche se i rapporti con l’autorità civile variano da Paese a Paese, è importante cooperare con tale autorità”, come prevede anche la Lettera Circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede DEL 3 maggio scorso. Mons. Scicluna si è inoltre soffermato sulla “necessità che le istituzioni si prendano carico della cura delle vittime e degli autori degli abusi”, cura questa, che “è anche intrinsecamente legata al compito della prevenzione”.
“Sappiamo quanto spesso l’abuso generi ulteriori abusi, da una generazione all’altra. Sappiamo anche che se l’autore dell’abuso è lasciato a se stesso il rischio di recidiva è molto alto”, ha affermato il relatore, secondo il quale “le istituzioni coinvolte dal comportamento scorretto dei loro operatori si trovano di fronte al dilemma di quale mansione futura affidare, se del caso, agli autori di abusi”.
“Il benessere dei bambini e della comunità deve essere il criterio fondamentale in queste decisioni”, ha ammonito l’esponente vaticano, ricordando come “gli autori di abusi che non sono in grado di rispettare i limiti fissati perdono il diritto di servire la comunità”. Quanto alla prevenzione, per il relatore “siamo tutti in una fase di apprendimento”, ma ciò “non esonera – ha concluso - dal dovere di intraprendere un’onesta analisi per capire che cosa non ha funzionato nei tragici casi in cui non si è gestita la situazione e in cui la risposta agli abusi sui minori è stata inadeguata a causa di malintese preoccupazioni per il buon nome delle istituzioni che rappresentiamo”.
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