Vaticano/ Ravasi: Chiesa incompresa già all'epoca di San Paolo
Convegno dell''Osservatore romano' di Vian oggi in Vaticano
Città del Vaticano, 10 nov. (TMNews)
Ratisbona, lefebvriani, condom, pedofilia. La Chiesa di Papa Ratzinger è stata spesso vittima di "incomprensioni" da parte dei mass media. Ed "Incomprensioni" è stato il titolo di un convegno organizzato oggi nella vecchia aula del Sinodo nel 150esimo anniversario dell''Osservatore romano' diretto da Giovanni Maria Vian. Il seminario - presenziato in mattinata dal card. tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano - ha preso in analisi, con il contributo di due storici (Lucetta Scaraffia e Andrea Riccardi) e cinque 'vaticanisti' non italiani (Jean-Marie Guenois, Antonio Pelayo, Paul Badde e, impossibilitati ad essere presenti fisicamente, John Hooper e John Allen), proprio questi passaggi controversi del pontificato di Benedetto XVI.
Interrogandosi sulle incomprensioni nei media "per un'istituzione esperta in comunicazione" come la Chiesa, Vian ha notato come il problema storico s'intrecci "innanzi tutto con i nodi ambivalenti della secolarizzazione e della modernità, non facili da capire e da sciogliere in una tradizione di lunghissimo periodo come quella cristiana e nella quale la continuità presenta due facce, come una medaglia: forza vitale e lentezza". A tirare le fila della lunga giornata seminariale, è stato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura. Che, senza risparmiare ironie nei confronti dei giornalisti, ha sottolineato che "la questione della comunicazione e dei suoi imbarazzi è vecchia come il mondo e come la cristianità".
"Una buona parte dell'epistolario paolino - ha esemplificato il porporato - è una polemica nei confronti delle incomprensioni: nella lettera ai Tessalonicesi parla di lettere false a lui attribuite, ai Corinzi cita parole usate contro di lui, ai Galati affida un atto di accusa contro lo stravolgimento del suo pensiero". E San Paolo, ha spiegato Ravasi, "reagiva, introduce vaccini" per contestare le incomprensioni.
ella sua relazione, quasi una lezione universitaria, Ravasi ha menzionato cinque "vizi" della odierna comunicazione di massa, che possono risultare, però, anche delle "virtù", delle lezioni di cui la Chiesa può fare tesoro. La semplificazione, la banalizzazione e la superficialità possono però essere l'altra faccia della medaglia di una "logica dell'immediato" che induce ad "abbandonare il barocco" in nome della semplicità. La "logica dell'immediatezza" cozza con i "valori permanenti" del cristianesimo, ma può corrispondere a quella idea di "incarnazione" propria del cristianesimo e ben presente nella predicazione di Gesù.
La "legge del piccante", che spinge i giornali a preferire notizie scandalistiche, può però essere lo spunto con cui istituzioni come la Chiesa approfondiscono il valore della "incisività". L'approssimazione e l'impreparazione di tanti cronisti ("Il rapporto tra i giornalisti e la verità è come quello tra una cartomante e la metafisica", è una battuta citata dal porporato), può spingere i protagonisti della scena pubblica al "superamento dell'autoreferenzialità".
Infine, il pregiudizio e il sospetto che circondano la Chiesa nei mass media possono, paradossalmente, inoculare la capacità di superare "l'eccesso di autodifesa".
Ironica la parabola rabbinica citata dal cardinal Ravasi per sintetizzare l'atteggiamento che la Chiesa può avere nei confronti delle "incomprensioni" dei mass media: un rabbino rimbrotta un allievo che ha compiuto un errore grave, poi lo perdona. Un altro allievo, zelante, protesta: Dio ci ha creato con gli occhi per vedere la verità, perché riammettere un allievo che non ha visto la verità? "Perché Dio - è la risposta del rabbino fatta propria da Ravasi - ci ha dato anche le palpebre".
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Mah...mah...mah...
R.
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4 commenti:
Lungi da me voler ironizzare sulla sapienza rabbinica (e su Ravasi) ma Dio ci ha dato anche la possibilità di sollevarle, le palpebre!
Ecco!!!!!!
R.
Continuate a scrivere contro il Card. Ravasi. Se venisse eletto Papa, fareste la stessa figura che hanno fatto i detrattori dell'allora Card. Ratzinger!
Pazienza...
R.
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