lunedì 27 dicembre 2010

"Il Fatto" confonde i fedeli ambrosiani con gli aderenti alle comunità di base

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Augusto Pozzoli confonde le comunita' di base con i fedeli ambrosiani. Se e' vero che gli aderenti alle comunita' di base sono ambrosiani, non e' affatto vero che tutti gli ambrosani fanno parte di tali aggregazioni. Ciascuno parli per se'.
Mi dispiace, ma le chiacchiere stanno a zero: sara' il Papa a decidere il successore di Tettamanzi e tutti noi (ambrosiani) speriamo in un rilancio della diocesi.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

I poveretti vogliono copiare Wir sind Kirsche austriaco :-)))
Vittorio Bellavite è il coordinatore di Noi siamo Chiesa, che messa il latino definisce in modo sublime "emanazione all'amatriciana" di Wir sind Kirsche :-)))
Alessia

Anonimo ha detto...

I poveretti vogliono copiare Wir sind Kirsche austriaco :-)))
Vittorio Bellavite è il coordinatore di Noi siamo Chiesa, che messa il latino definisce in modo sublime "emanazione all'amatriciana" di Wir sind Kirsche :-)))
Alessia

Anonimo ha detto...

L'uso e l'abuso del lessico partecipativo, in faccende di promozione della fede, genera in effetti non poca confusione tra i fedeli. Personalmente sono dell'avviso che il Papa dovrebbe decidere escludendo Vescovi legati a corda doppia (e ce ne sono parecchi) con "i movimenti". La Chiesa è comunione di tutti i fedeli; il Vescovo non può essere il "prodotto elitario" di alcune associazioni, che, spesso, oltre ad essere espressioni della fede, amano anche dedicarsi alla gestione, con fini di onnipotenza sociale e di un esagerato bisogno di visibilità ed autoaffermazione, alla gestione di ingenti risorse finanziarie e materiali, di varia provenienza. Forse io ho una concezione "antiquata" del solidarismo, ma, a mio modesto avviso, esso deve avvenire in semplicità, senza clamori, senza "tribune di ostentazione", senza continue interviste televisive a questo od a quello Capo o Presidente. A volte ho l'impressione che la Preposizione a qualcuna di queste associazione serva soppratutto a "tacitare" il bisogno di "emergere" di qualche soggetto, in cerca magari di un ruolo sociale esibibile pubblicamente, o addirittura, circostanza non rarissima, di un trampolino per "un lancio politico" grazie alle tonache di Vescovi e Preti. Il cristianesimo esige l'umiltà; se questa manca perde parte del suo vigore.

gemma ha detto...

"Si vuole, insomma, un vescovo che per tener fede ai valori della Chiesa sia disposto anche a disturbare il manovratore"

d'accordo su questo ultimo punto, ma questo avvenga soprattutto per questioni di fede e anche per valori della Chiesa che vanno oltre l'ecumenico e il sociale. La Chiesa deve essere pronta a disturbare sempre il manovratore, indipendentemente dagli argomenti e dalla sua appartenenza politica.
Posso edssere d'accordo anche riguardo ai movimenti, ma in fondo anche le comunità di base sono movimenti, che mica rappresentano tutti i fedeli....
E poi, riusciremo mai a superare gli anni 70? Molti che non c'erano cominciano a non poterne più

Anonimo ha detto...

Che brutto articolo! La Le Bars non ha capito un accidente.
Benedetto XVI, dalla discesa agli inferi alla redenzione
di Stéphanie Le Bars
in “Le Monde” del 25 dicembre 2010 (traduzione: www.finesettimana.org)
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201012/101225lebars.pdf
Alessia

Fabiola ha detto...

Circa l'articolo de Il Fatto odora (puzza?) di stantio e rancido esattamente come l'associazione di cuo si fa portavoce.
Mi viene da dire: che se ne vadano, infine, ma capisco che sanno di fare più danni restando dove sono.
Anch'io sono ambrosiana e mi va benissimo che il futuro arcivescovo della Diocesi che è anche la mia, lo scelga il Papa, e proprio solo lui.
Per questo, scusate, mi intristiscono i vari "veti" sussurrati o espliciti, su prelati legati, per storia, ai movimenti.
E trovo che sia ora di finirla con le accuse di elitarismo rivolte ad associazioni e movimenti.
Il solito paradosso: per escludere "prodotti elitari" si istituisce una nuova élite costituita dai cosiddetti fedeli semplici e comuni che( boh !) produrrebbero pastori capaci di comunione "tra tutti i fedeli".
Io prego e spero in un nuovo Schuster. Ma lo Spirito di Dio e Benedetto provvederanno.

Anonimo ha detto...

Dopo l'antipapa Martini, e anche più di lui, Tettamanzi è stato una sciagura per Milano e tutta la diocesi, prima di loro eravamo la Vandea d'Italia ora si discute di moschee in ogni quartiere... mala tempora currunt!