lunedì 27 dicembre 2010

Cristiani perseguitati e discriminati nel mondo: poca attenzione dai media (Radio Vaticana)

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IL PRANZO DEL PAPA CON I POVERI: FOTO CORRIERE

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Il Papa ai poveri: Grazie di essere qui, vi voglio bene (Izzo)

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Il Papa all'Angelus: imitare la santa Famiglia per superare le difficoltà nell'amore. Appello di pace dopo le nuove violenze anticristiane (Radio Vaticana)

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Angelus dopo Natale su sfondo di violenze in Nigeria e Filippine (Apcom)

Il Papa: grande tristezza per l'attentato in una chiesa cattolica nelle Filippine come per l'attacco alle chiese cristiane in Nigeria (Izzo)

Il Papa: A Natale la terra si è macchiata ancora di sangue (AsiaNews)

Il Papa: Quant’è importante, allora, che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia! Non importano le comodità esteriori

Il Papa: "Ripeto ancora una volta l’appello ad abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti"

Il Papa: "Di questo hanno bisogno i bambini: dell’amore del padre e della madre. E’ questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita" (Angelus)

Il Messaggio "Urbi et Orbi" del Santo Padre nell'approfondito commento di Salvatore Izzo

Il Papa riconsidera l'indulto della comunione sulla mano: revocato alle Messe papali (Cantuale Antonianum)

Il Papa alla Messa di Natale: l'uomo non può redimere se stesso. E prega perché finisca “il tempo dei mantelli intrisi di sangue” (Zenit)

Dopo l'Angelus il Papa pranzerà oggi in Vaticano con oltre 350 persone assistite a Roma dalle suore di madre Teresa di Calcutta (Apcom)

Il Papa: nel mondo di oggi gli aguzzini persistono (Izzo)

Joe Borg: non è stato un anno facile per il Papa che ha dovuto portare la croce degli abusi sui minori come nessun Pontefice prima di lui anche se nessuno più di Joseph Ratzinger ha fortemente combattuto questo scandalo (Times of Malta)

Discorso alla curia romana, Natale nella chiesa del Papa che grida contro la menzogna e la cristianofobia, la pedofilia ed il clericalismo (Tempi)

Nel messaggio "Urbi et Orbi", il Papa rivolge il pensiero a conflitti e cristiani perseguitati. Intervista audio a Sandro Magister (RSI)

Liturgia e il “protestantesimo” tradizionalista (Tornielli)

Il Papa: Il Natale "ispiri israeliani e palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica"

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Messaggio "Urbi et Orbi": il commento della BBC. L'opinionista David Willey evidenzia come la visione del Santo Padre non sia per nulla eurocentrica

Kevin M. Clarke rilegge il 2010 di Papa Benedetto XVI (Zenit)

Le nuove persecuzioni contro i Cristiani nel commento di Miguel Mora (El Pais)

MESSAGGIO URBI ET ORBI DI PAPA BENEDETTO XVI (25 DICEMBRE 2010)
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Cristiani perseguitati e discriminati nel mondo: poca attenzione dai media

Nel giorno in cui si ricorda anche Santo Stefano, primo martire cristiano, la Chiesa si sente particolarmente vicina a tutte le comunità ecclesiali perseguitate nel mondo. Ieri il Papa, nel suo Messaggio natalizio, ha elevato la sua preghiera a Dio perché “doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione” ispirando “i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti”. Già nel discorso alla Curia Romana, il 20 dicembre scorso, Benedetto XVI aveva levato un accorato appello a fermare la cristianofobia nel mondo. D’altro canto, se negli ultimi mesi ha avuto una certa diffusione il caso di Asia Bibi, la madre di 5 figli condannata a morte in Pakistan per blasfemìa, molto spesso le persecuzioni anticristiane non ricevono attenzione dai media. Alessandro Gisotti ne ha parlato con padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia AsiaNews:

R. – E’ molto buono che il caso di Asia Bibi sia arrivato sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo perché finalmente ha mostrato un po’ di luce sulla situazione terribile dei cristiani in Pakistan: sono una minoranza piccolissima ma sono veramente bersagliati come non mai. Non c’è soltanto un’emarginazione dal punto di vista sociale per cui ai cristiani non è concesso avere certi lavori e certe cariche ma c’è questa legge sulla blasfemia che li colpisce in un modo totalmente violento e imprevedibile. Asia Bibi è un po’ il simbolo di tutta questa sofferenza e di tutto questo lavoro di testimonianza che sta facendo la comunità cristiana in Pakistan.

D. – Quali sono le situazioni che destano maggiore preoccupazione guardando soprattutto all’anno che si sta chiudendo?

R. - Una delle situazioni di maggiore preoccupazione nel mondo mediorientale è quella dell’Iraq dove il governo non riesce a garantire assolutamente la sicurezza della vita dei cristiani che pure sono una minoranza così preziosa per la storia dell’Iraq e per lo stesso Paese, per la sua stessa cultura. Bisogna però dire che questa situazione, dove appunto c’è insicurezza in Medio Oriente, ha una sua “fonte” nell’Arabia Saudita dove, non dimentichiamolo, ci sono milioni di cristiani andati lì a lavorare e dove non c’è possibilità di celebrare Messa, di pregare in privato, dove non è possibile neanche finire di costruire una piccola cappellina. Poi, secondo me, la situazione più drammatica e più dolorosa è quella dei cristiani, dei pochi cristiani che ci sono in Nord Corea. Lì c’è una dittatura di tipo ideologico e basta che uno abbia la Bibbia che viene condannato a morte. Direi che la Nord Corea è la punta dell’iceberg di una persecuzione da parte del mondo comunista che ha sempre detto che la religione è l’oppio dei popoli e quindi ha cercato sempre di eliminarla oppure di dominarla in qualche modo. Quindi, dietro la Nord Corea metterei la Cina.

D. – Nel discorso alla Curia Romana il Papa ha levato un forte appello a fermare la cristianofobia nel mondo. Come assumere questo impegno anche nell’informazione?

R. – Nell’informazione è importante che tutti questi fatti e queste violenze vengano denunciate e vengano messe in chiaro perché molto spesso da parte dell’Occidente, in particolare, c’è un po’ la “politica dello struzzo”: non vedere, non parlare, così si può andare avanti a commerciare. L’Occidente e l’Oriente, invece, dialoghino non soltanto sul commercio ma anche sulle rispettive culture e portino l’uno all’altro l’impegno per migliorare la dignità dell’uomo perché, di fatto, i contatti tra i vari Paesi ormai sono soltanto di tipo strettamente economico e questo impoverisce il valore della persona umana. (bf)

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