lunedì 20 dicembre 2010

Il Maestro Riccardo Muti: "Nelle chiese canti banali, si torni alla musica sacra. Mi stupisco di come i preti disattendano i moniti di Benedetto XVI" (Cappelli)

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Credo di credere". Per qual che mi riguarda, spero di credere. E sicuramente, per chi come me è costretto ad uno sforzo continuo per non farsi sopraffare dall'incredulità o dall'indifferenza, il rumore banale delle canzonette è micidiale perchè impedisce la concentrazione e l'introspezione. Chi ha voluto sradicare la "modulazione del silenzio" prodotta in chiesa dalla musica sacra e dalla musica classica in genere era stupido. Oppure in malafede.
E ce l'aveva con me.

Anonimo ha detto...

Alcuni canti, soprattutto quelli particolarmente richiamati dai sacerdoti più giovani, sono spesso un insulto al canto ed alla musica.
I testi sono privi di metrica, i canti sono privi di rima e di armonia canora e musicale. Eppure molti sacerdoti insistono per tali soluzioni. Da un tempo infinito non mi è più capitato di ascoltare e partecipare al canto inni gregoriani fondamentali nella storia della Chiesa, della fede e della liturgia, come ad esempio il solenne Credo ed il potente Gloria, entrambi in gregoriano, che per la loro solennità e facilità esecutiva un tempo venivano cantati da tutti, anche da persone totalmente sprovviste di cognizioni latine, sia pure con qualche errore ortografico.
Oggi, si preferisce lasciar cantare soprattutto "i coristi di cori selezionati, mentre i fedeli tacciono e quasi sempre non partecipano alla liturgia canora.
Ma per i Vescovi della Riforma sembra che vada bene così, anche se le Chiese si svuotano. Ormai si fidano esclusivamente dello Spirito Santo, dato che Loro, almeno in parte, hanno rinunciato a svolgere i loro ruoli che pure il buon Dio aveva loro richiesto; preferiscono "delegare" tutto allo Spirito Santo.
Preghiamo perché il buon Dio mandi la sua Santa Madre a smuovere un po' di coscienze assopite.