lunedì 27 dicembre 2010

Il Papa: I «responsabili» della «amata Italia» si facciano ispirare da «Cristo, nato per noi», «perché ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune» (Giannini)

«I governanti d'Italia si ispirino al bene comune»

Giuseppe Giannini

CITTA' DEL VATICANO

I «responsabili» della «amata Italia» si facciano ispirare da «Cristo, nato per noi», «perché ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune».
È stato l'augurio del Papa per il Natale del 2010 nel saluto agli italiani che per tradizione apre la serie degli auguri in tutte le lingue del mondo, pronunciati la mattina di Natale dalla loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro.
«Buon Natale ai romani ed agli italiani», ha augurato Benedetto XVI, vescovo di Roma e primate d'Italia, ovviamente informato e pastoralmente sollecito circa i problemi derivanti in Italia dalla crisi economica, dalle difficoltà politiche ed istituzionali, dal disagio del mondo della scuola e dal preoccupante riemergere di episodi come le bombe nelle ambasciate.
«In questo giorno, illuminato dalla speranza evangelica che proviene dall'umile grotta di Betlemme – ha detto papa Ratzinger – auspico di cuore il dono natalizio della gioia e della pace per ogni abitante dell'amata Italia: per i bambini e per gli anziani, per i giovani e per le famiglie. Il Cristo, nato per noi, ispiri i responsabili, perchè ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune, conforti – ha aggiunto - quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza, sostenga coloro che si dedicano al servizio dei fratelli più bisognosi».
Ieri mattina durante l'Angelus Benedetto XVI salutando i fedeli italiani ha rinnovato il suo augurio di vivere la «gioia profonda» del Natale, in «serenità e armonia».
Negli auguri formulati in mondovisione il 25 dicembre Benedetto XVI ha usato un termine neutro, come «responsabili», forse per evitare interpretazioni in senso esclusivamente politico dell'invito a lavorare per il bene comune.
Questo è comunque la cifra della presenza nella società, nella politica e nelle istituzioni che papa Ratzinger ha sempre indicato ai cattolici, come ha fatto lo scorso ottobre nel messaggio alla 46.ma settimana sociale dei cattolici italiani: «La ricerca del bene comune – scrisse alla Settimana sociale – costituisca sempre il riferimento sicuro per l'impegno dei cattolici nell'azione sociale e politica».
Benedetto XVI inoltre, e con lui i vescovi italiani, ha lanciato da tempo un appello alla formazione di una nuova generazione di politici cattolici.
Auspicio ripreso come «sogno» dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco lo scorso 2 dicembre.
Si spera comunque che una nuova leva di politici cattolici sia aperta al confronto e all'assunzione di responsabilità gravi e condivise.

© Copyright Gazzetta del sud, 27 dicembre 2010

1 commento:

Anonimo ha detto...

Certamente occorre una nuova leva di "cattolici autentici", che vivano la politica nell'interesse reale della gente, non per "scannarsi" per gli scranni, non per contrapporsi, senza vere ragioni logiche, solo per il "sadico gusto" di "battere gli avversari politici".
E' tempo che la classe politica italiana, di ogni colore e impronta (compresi certi disfattisti demoni cristiani che si barcamenano al centro dello schieramento politico, senza troppa convinzione, per contare più del loro peso e per accappararsi scranni importanti)si dia "una regolata", si adoperi per dare finalmente al Paese una prova di "maturità politica", che la legittimi realmente, agli occhi della gente, a promuovere il bene del Paese. Il mio è un auspicio; ma non mi faccio illusioni: in Italia, dasempre, al di là delle chiacchiere ostentate dai politici di turno e di potere, la politica è vista come un'occasione di ricchezza, potere, e talvolta anche sesso. Speriamo che, almeno in politica, i giovani siano migliori dei loro padri.