VATICANO
Papa: la libertà religiosa, via per la pace
Pubblicato il messaggio di Benedetto XVI per la prossima Giornata mondiale della pace. Il Papa ricorda la strage nella cattedrale di Baghdad e la Terra Santa e rileva che cristiani sono oggi il gruppo religioso più perseguitato. Le minacce portate da fondamentalismo, laicismo e politicizzazione della fede. La libertà religiosa diritto fondato sulla dignità della persona, non concessione dello Stato. Il ruolo pubblico della religione.
Città del Vaticano (AsiaNews)
Si intitola la “libertà religiosa, via per la pace” il messaggio di Benedetto XVI per la 44ma Giornata mondiale della pace, che sarà celebrata in prossimo 1 gennaio, reso noto oggi.
Il documento parte da un pensiero ai cristiani iracheni e alla strage compiuta nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad per affermare che “in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale”. In proposito, nel messaggio – che ricorda come i cristiani sono “attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede” e cita la Terra Santa – si evidenzia come la libertà religiosa continua ad essere oggetto di minaccia da parte di un secolarismo intollerante verso ogni forma di espressione della religione, dal fondamentalismo che del laicismo è “speculare”, dalla politicizzazione della religione e dall’imposizione di religioni di Stato, dal relativismo che dà l’illusione di trovare essere la chiave per una pacifica convivenza, mentre “è in realtà l’origine della divisione e della negazione della dignità degli esseri umani”.
In fatto è, afferma Benedetto XVI che la libertà religiosa, come gli altri diritti umani, non dipende da un “riconoscimento” o da una “concessione” dello Stato, in quanto ad esso preesiste, fondandosi sulla naturale dignità della persona. Essa è “via della pace” in quanto il riconoscimento dell’insopprimibile diritto dell’uomo di cercare, o negare, Dio e di adeguare il proprio comportamento alla verità e al bene dà alla comunità il fondamento etico per la ricerca di uno sviluppo positivo e integrale, rispettoso, cioè, dell’uomo. Da ciò deriva la “dimensione pubblica” della religione e il positivo contributo che essa può dare alla vita sociale, economica e politica.
La libertà religiosa, afferma il Papa è dunque “un bene essenziale: ogni persona deve poter esercitare liberamente il diritto di professare e di manifestare, individualmente o comunitariamente, la propria religione o la propria fede, sia in pubblico che in privato, nell’insegnamento, nelle pratiche, nelle pubblicazioni, nel culto e nell’osservanza dei riti. Non dovrebbe incontrare ostacoli se volesse, eventualmente, aderire ad un’altra religione o non professarne alcuna”.
Perché “Il mondo ha bisogno di Dio. Ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione di un ordine sociale giusto e pacifico, a livello nazionale e internazionale”.
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