giovedì 16 dicembre 2010

Il Papa: I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Va riconosciuta la libertà di convertirsi (Izzo)

PAPA: I CRISTIANI SONO GRUPPO RELIGIOSO PIU' PERSEGUITATO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

"I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede".
Lo denuncia Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata della Pace, affermando che "risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non e' possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della liberta' personale", mentre "in altre regioni vi sono forme piu' silenziose e sofisticate di pregiudizio e di opposizione verso i credenti e i simboli religiosi".
"Il mio pensiero - confida il Papa - si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq, che nel suo cammino verso l'auspicata stabilita' e riconciliazione continua ad essere scenario di violenze e attentati". In particolare Ratzinger cita "le recenti sofferenze della comunita' cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e piu' di cinquanta fedeli".
"Ad esso - osserva - hanno fatto seguito, nei giorni successivi, altri attacchi, anche a case private, suscitando paura nella comunita' cristiana ed il desiderio, da parte di molti dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita. A loro manifesto la mia vicinanza e quella di tutta la Chiesa, sentimento che ha visto una concreta espressione nella recente Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Da tale Assise e' giunto un incoraggiamento alle comunita' cattoliche in Iraq e in tutto il Medio Oriente a vivere la comunione e a continuare ad offrire una coraggiosa testimonianza di fede in quelle terre".
Nel testo reso noto oggi, il Papa si rivolge poi direttamente "alle comunita' cristiane che soffrono persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e intolleranza, in particolare in Asia, in Africa, nel Medio Oriente e specialmente nella Terra Santa, luogo prescelto e benedetto da Dio".
Nel mondo di oggi, dunque, "tanti subiscono quotidianamente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verita', della loro fede in Gesu' Cristo e del loro sincero appello perche' sia riconosciuta la liberta' religiosa". "Tutto cio' non puo' essere accettato, perche' costituisce un'offesa a Dio e alla dignita' umana; inoltre, e' una minaccia alla sicurezza e alla pace e impedisce la realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale", scrive il Pontefice che chiede "a tutti i responsabili di agire prontamente per porre fine ad ogni sopruso contro i cristiani, che abitano in quelle regioni". "Possano i discepoli di Cristo, dinanzi alle presenti avversita', non perdersi d'animo, perche' la testimonianza del Vangelo e' e sara' sempre segno di contraddizione". "La violenza - infatti - non si supera con la violenza".
"Il nostro grido di dolore - raccomanda - sia sempre accompagnato dalla fede, dalla speranza e dalla testimonianza dell'amore di Dio". "Esorto - conclude - gli uomini e le donne di buona volonta' a rinnovare l'impegno per la costruzione di un mondo dove tutti siano liberi di professare la propria religione o la propria fede, e di vivere il proprio amore per Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente". "Questo - assicura - e' il sentimento che ispira e guida il Messaggio per la 44esima Giornata Mondiale della Pace, dedicato al tema: Liberta' religiosa, via per la pace".
Per il Papa, "la liberta' religiosa e' all'origine della liberta' morale". In effetti, spiega, "l'apertura alla verita' e al bene, l'apertura a Dio, radicata nella natura umana, conferisce piena dignita' a ciascun uomo ed e' garante del pieno rispetto reciproco tra le persone". "La liberta' religiosa - cioe' - va intesa non solo come immunita' dalla coercizione, ma prima ancora come capacita' di ordinare le proprie scelte secondo la verita'". E "nell'esercitare i propri diritti i singoli esseri umani e i gruppi sociali, in virtu' della legge morale, sono tenuti ad avere riguardo tanto ai diritti altrui, quanto ai propri doveri verso gli altri e verso il bene comune".

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PAPA: NO A FANATISMO, VA RICONOSCIUTA LIBERTA' DI CONVERTIRSI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

"Il fanatismo, il fondamentalismo, le pratiche contrarie alla dignita' umana, non possono essere mai giustificati e lo possono essere ancora di meno se compiuti in nome della religione". Lo riafferma il Papa nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace che sara' celebrato il prossimo primo gennaio.
"La professione di una religione - ricorda Benedetto XVI - non puo' essere strumentalizzata, ne' imposta con la forza. Bisogna, allora, che gli Stati e le varie comunita' umane non dimentichino mai che la liberta' religiosa e' condizione per la ricerca della verita' e la verita' non si impone con la violenza ma con la forza della verita' stessa". La liberta' religiosa, scrive il Pontefice, "e' un bene essenziale: ogni persona deve poter esercitare liberamente il diritto di professare e di manifestare, individualmente o comunitariamente, la propria religione o la propria fede, sia in pubblico che in privato, nell'insegnamento, nelle pratiche, nelle pubblicazioni, nel culto e nell'osservanza dei riti". E dunque "non dovrebbe incontrare ostacoli" chi volesse "aderire ad un'altra religione o non professarne alcuna". In questo ambito, continua il Messaggio reso noto oggi, "l'ordinamento internazionale
risulta emblematico ed e' un riferimento essenziale per gli Stati, in quanto non consente alcuna deroga alla liberta' religiosa, salvo la legittima esigenza dell'ordine pubblico informato a giustizia". "L'ordinamento internazionale - sottolinea in proposito Benedetto XVI - riconosce cosi' ai diritti di natura religiosa lo stesso status del diritto alla vita e alla liberta' personale, a riprova della loro appartenenza al nucleo essenziale dei diritti dell'uomo, a quei diritti universali e naturali che la legge umana non puo' mai negare".

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