giovedì 16 dicembre 2010

Il Papa: L'Europa sappia riconciliarsi con le proprie radici cristiane. La cultura di oggi, pluralista quanto si vuole, di fatto ostacola l'esercizio di una reale libertà religiosa (Izzo)

PAPA: L'EUROPA RICONOSCA SUE RADICI E DIRITTO ALLA VITA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

"L'Europa sappia riconciliarsi con le proprie radici cristiane, che sono fondamentali per comprendere il ruolo che ha avuto, che ha e che intende avere nella storia; sapra', cosi', sperimentare giustizia, concordia e pace, coltivando un sincero dialogo con tutti i popoli". Lo chiede il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale della Pace reso noto oggi.
"Esprimo il mio auspicio - scrive - affinche' in Occidente, specie in Europa, cessino l'ostilita' e i pregiudizi contro i cristiani per il fatto che essi intendono orientare la propria vita in modo coerente ai valori e ai principi espressi nel Vangelo".
In proposito, Benedetto XVI cita il tema della difesa della vita. "La dignita' trascendente della persona - ricorda - e' un valore essenziale della sapienza giudaico-cristiana, ma, grazie alla ragione, puo' essere riconosciuta da tutti.
Questa dignita', intesa come capacita' di trascendere la propria materialita' e di ricercare la verita', va riconosciuta come un bene universale, indispensabile per la costruzione di una societa' orientata alla realizzazione e alla pienezza dell'uomo".
Per il Pontefice, "il rispetto di elementi essenziali della dignita' dell'uomo, quali il diritto alla vita e il diritto alla liberta' religiosa, e' una condizione della legittimita' morale di ogni norma sociale e giuridica".
"Il diritto alla liberta' religiosa - sottolinea il Papa teologo - e' radicato nella stessa dignita' della persona umana, la cui natura trascendente non deve essere ignorata o trascurata". Infatti, "Dio ha creato l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza: per questo ogni persona e' titolare del sacro diritto ad una vita integra anche dal punto di vista spirituale".
"Senza il riconoscimento del proprio essere spirituale, senza l'apertura al trascendente, la persona umana - conclude il Pontefice - si ripiega su se stessa, non riesce a trovare risposte agli interrogativi del suo cuore circa il senso della vita e a conquistare valori e principi etici duraturi, e non riesce nemmeno a sperimentare un'autentica liberta' e a sviluppare una societa' giusta".

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PAPA: DIFENDERE EDUCAZIONE E FAMIGLIA DA CULTURA NEMICA DI DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 dic.

La cultura di oggi, pluralista quanto si vuole, di fatto ostacola l'esercizio di una reale liberta' religiosa. Infatti, e' espressione di "una liberta' nemica o indifferente verso Dio" che "finisce col negare se stessa" e "non garantisce il pieno rispetto dell'altro".
Risulta cosi' "radicalmente incapace di ricercare la verita' e il bene", esprimendosi come "una volonta' che non ha ragioni oggettive ne' motivi per agire, se non quelli imposti dai suoi interessi momentanei e contingenti, non ha una identita' da custodire e costruire attraverso scelte veramente libere e consapevoli".
Lo scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata della Pace, criticando ancora una volta "l'illusione di trovare nel relativismo morale la chiave per una pacifica convivenza". In realta' esso, denuncia, e' "l'origine della divisione e della negazione della dignita' degli esseri umani".
Per Benedetto XVI, "non dovrebbe mai essere necessario rinnegare Dio per poter godere dei propri diritti" e in particolare "e' inconcepibile che i credenti debbano sopprimere una parte di se stessi - la loro fede - per essere cittadini attivi".
E questo vale anche in tema di liberta' educativa. In proposito il testo ribadisce infatti il diritto all'educazione religiosa, definita da Ratzinger "strada privilegiata per abilitare le nuove generazioni a riconoscere nell'altro il proprio fratello e la propria sorella, con i quali camminare insieme e collaborare perche' tutti si sentano membra vive di una stessa famiglia umana, dalla quale nessuno deve essere escluso".
"La famiglia fondata sul matrimonio, espressione di unione intima e di complementarieta' tra un uomo e una donna, si inserisce - spiega il Pontefice teologo - in questo contesto come la prima scuola di formazione e di crescita sociale, culturale, morale e spirituale dei figli, che dovrebbero sempre trovare nel padre e nella madre i primi testimoni di una vita orientata alla
ricerca della verita' e all'amore di Dio".
Nel Messaggio si riafferma dunque che "gli stessi genitori dovrebbero essere sempre liberi di trasmettere senza costrizioni e con responsabilita' il proprio patrimonio di fede, di valori e di cultura ai figli".
E che "la famiglia, prima cellula della societa' umana, rimane l'ambito primario di formazione per relazioni armoniose a tutti i livelli di convivenza umana, nazionale e internazionale. Questa - sottolinea Benedetto XVI - e' la strada da percorrere sapientemente per la costruzione di un tessuto sociale solido e solidale, per preparare i giovani ad assumere le proprie responsabilita' nella vita, in una societa' libera, in uno spirito di comprensione e di pace".

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