domenica 26 dicembre 2010

Il Papa riconsidera l'indulto della comunione sulla mano: revocato alle Messe papali (Cantuale Antonianum)

Clicca qui per leggere la notizia segnalataci dalla nostra Maria.

32 commenti:

Maria R. ha detto...

(ribadisco la mia STRAFELICITA'!)

laura ha detto...

non sono mai riuscita a prendere l'Ostia Santa tra le mani. Un sacerdote che ora è diventato cardinale, mi disse, tanti anni fa, che è sempre parte del mio corpo e che lingua o mani non fanno differenza, per cui m'incoraggiava a prenderla tra le mani, ma non ci riuscirei proprio. faccio fatica anche ad avvicinarmi, figuriamci a prednerla tra le mani, anche se queste sono considerazioni e sensazzioni assolutanente personali e non condivisibili

laura ha detto...

Scusatemi per gli errori di digitazione. laura

Andrea ha detto...

E' molto, ma molto, importante. W il Papa e grazie a Maria !

Anonimo ha detto...

A me un sacerdote ha rifiutato la comunione in bocca perchè mi ha detto che lui non imbocca nessuno.
Ovviamente credo che un sacerdote che da una risposta di questo tipo abbia qualche dubbio sulla Reale Presenza di Cristo nelle Specie Eucaristiche e sia quindi in odore di eresia...Speriamo che la revoca si estenda toto orbe!

Anonimo ha detto...

Se l'obbiettivo del ritorno "alla bocca" è finalizzato ad evitare abusi: ostie per messe nere, ostie che vengono messe in tasca e poi dimenticate, ostie che vengono prese per distruibuirle ad altri senza autorizzazione (es.: a favore di ammalati) il ritorno all'antico, può avere un senso, anche se, a mio avviso, non dirimente. Mi si permetta anche una considerazione "igienica", contraria, che può sembrare banaale e di minor rilevanza, ma che nel nostro tempo "raffinato" ha un suo peso che va considerato. Spesso, soprattutto persone anziane ed ammalate, hanno oggettivi problemi di igiene dentale (è sciocco non riconoscerlo), con carenze dentarie mortificanti, con pessimi odori dalla bocca, e nel caso delle signore più giovani, di labbra intrise di rossetto, che possono sporcare le mani al sacerdote. Entrambe le modalità comunicative, la vecchia e la nuova, hanno vantaggi e svantaggi, di varia natura. Personalmente, non farei, una tragedia, se qualche buon fedele, per varie ragioni, intenda riceverla sulle mani. Non credo che Cristo si soffermi su queste distinzioni! Certo tra gli uomini ed anche tra i comunicandi, qualche imbecille ci può essere; ma non è colpa della forma della comunione; è colpa della testa della gente e di coloro a cui della fede importa poco o nulla, ma che pensano di utilizzare l'ostia per fini sacrilegi. Gli stupidi sono una categoria che è e sarà sempre presente nella storia umana.

Anonimo ha detto...

anonimo delle 14.37, visto che porti anche un motivo 'igienico' per giustificare la comunione sulla mano, permettimi di esprimere la mia considerazione 'igienica' contraria: le mani di chiunque sono 'sporche', piene di microbi e 'schifezze' anche perchè prima della comunione si toccano diversi oggetti e viene stretta la mano per il segno della pace a tutti i vicini di banco... quindi come fai a sostenere che è più igienico prendere la particola con le mani anzichè direttamente sulla lingua?
Salvatore

medievale ha detto...

sono del parere che prendere l'ostia in bocca valorizzi l'idea del dono che riceviamo in quel momento, voglio dire che meno compiamo gesti e azioni e più aiutiamo a rafforzare il fatto che è Cristo che agisce in noi per mezzo del sacerdote.

Anonimo ha detto...

Le argomentazioni dell'Anonimo delle 14:37 traboccano di pacato buon senso. Ma sono proprio il buon senso, le questioni dell'igiene, le ragioni della ragione e la necessità di non turbare l'opinione pubblica che hanno fatto abbattere e sovvertire tutti quegli usi, tramandati o elaborati nei secoli, che erano posti a difesa del sacro!
Viva il Papa, quindi.

Maria R. ha detto...

@ Anonimo 14:37

I discorsi "igienici" non valgono per due motivi:

1) parliamo del Corpo di Nostro Signore, che, lo sappiamo bene e non dimentichiamolo mai, è anche il MEDICO CELESTE

2) se dovessimo parlare in termini igienici, scusa, ma allora il sacerdote dovrebbe passarsi l'amuchina sulle mani, prima di comunicarci? Ti ricordo che i microbi si "propagano" non solo attraverso la bocca...

Inoltre, sarebbe opportuno un "ripasso" su ciò che è il significato di "indulto".
Una cosa "eccezionale", e tu stesso lo ammetti.
Allora si,le distinzioni vanno fatte, perché Cristo parla attraverso il magistero e il magistero della Chiesa dice che la norma è la COMUNIONE IN BOCCA.

Maria R. ha detto...

ps.@ANdrea: io non ho fatto niente, mi sono solo limitata a segnalare la notizia ;)

Frank ha detto...

Beh, cara Maria, io posso essere d'accordo che ci siano delle buone ragioni per la Comunione in bocca, così come ce ne sono altre per la Comunione sulla mano. Meno d'accordo sull'ultimo argomento che adduci: Cristo parla attraverso il Magistero della Chiesa, sì, ma se avesse voluto incontestabilmente che questa fosse l'unica forma valida e accettabile, avrebbe potuto essere inequivocabile e, essendo un personaggio storico, dare personalmente in bocca la Comunione ai suoi discepoli. Così non risulta che sia stato, per cui, ecco, starei più attento ad affermare che sicuramente e senza dubbio Cristo vuole solo così e non altrimenti (se prescindiamo dal personaggio storico rischiamo di costruirci il Cristo che vogliamo noi...).

Maria R. ha detto...

Facciamo attenzione alle "interpretazioni" personali della Bibbia.

Nei Vangeli leggiamo espressioni come " lo spezzò e lo diede loro", dunque, da dove deduci che quel "dare loro" significhi mettere in mano o in bocca?


Il magistero è magistero, e non è argomento "discutibile".....a volte può esserlo l'errata "applicazione" (come avviene per alcuni testi del Vaticano II, male interpretati e male applicati), ma se vai a leggere la Mysterium Fidei di Paolo VI, capirai molte più cose di quelle che potrei dirti io.

In ogni caso,nel Vangelo stesso Gesù ci invita all'obbedienza al magistero: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli"

Infine, non dimentichiamo che è il Magistero ad insegnare AUTENTICAMENTE la VERITA' RIVELATA (mentre non lo fanno sempre le nostre personali interpretazioni della Parola) e che esso AUTORITA' di Cristo stesso.

Anonimo ha detto...

Un mio precedente messaggio, apparso sul vostro blog alle 14.13 circa le "problematiche igieniche" è stato probabilmente male interpretato da alcuni frettolosi "contestatori". Parlando di "ragioni igieniche" non intendevo riferirmi a "problematiche batteriche", che è vero possono "sporcare" le mani dei fedeli, ma anche quelle del celebrante (con "vizi manuali nasali"); per ragioni igieniche intendevo il rispetto della dignità delle persone anziani e malconce di bocca e di denti, che, per legittimo amor proprio, non "esultano" dal desiderio di esporre al celebrante dentizioni devastate o aliti per nulla "seducenti". Continuo pertanto a ritenere che sia giusto lasciare ai fedeli assidui, nella loro sensibilità, la scelta dell'assunzione della comunione.
Per i fedeli che "destano al sacerdote" legittimi sospetti, il sacerdote si avvalga solo della comunione per bocca, fermo restando che se il comunicando è un malandrino, potrebbe "estrarsi l'ostia dalla bocca, magari con un fazzoletto davanti, senza farsi notare, appena tornato al suo posto". Quindi nessuno dei due modi, a mio avviso, è perfetto.

Maria R. ha detto...

L'amor proprio per la cura dentale, davanti al SIGNORE CHE DECIDE DI VENIRE NELLA MIA ANIMA??????

Scusa, mi pare veramente una motivazione assurda e che svilisce tremendamente l'IMPORTANZA ASSOLUTA
del Sacramento che riceviamo....

Allora, non facciamo entrare nemmeno i poveri in Chiesa, perché si presentano male odoranti e vestiti di stracci ed hanno vergogna ad assistere alla Messa?

Guarda, ti posso dire che ho visto gente povera, malconcia e non di certo profumata, assistere alla Messa con più dignità e devozione di tanti ben vestiti e profumati.
E non hanno avuto vergogna nemmeno a scambiare il segno della pace, come non ne abbiamo avuta noi che eravamo loro vicini.
Se pensiamo alla carie dentale, mentre andiamo a ricevere Gesù, scusa, ma allora abbiamo proprio da farci un esame di coscienza!

Frank ha detto...

Cara Maria, ma quando dai qualcosa da mangiare a qualcuno, normalmente, glielo metti direttamente in bocca? È ragionevole ritenere che, se Gesù avesse adottato un modo di agire così inusuale (anche per l'epoca stessa!), esso sarebbe certamente stato registrato nei Vangeli o nelle lettere di San Paolo o nei testi patristici più antichi, a maggior ragione trattandosi di una materia così importante: così non è, ed anzi, l'uso di distribuire la Comunione in bocca si è affermato posteriormente (adesso sono in vacanza e non ho sotto mano i miei libri, ma se non erro si parla più o meno del VI secolo): immagino che se Cristo stesso avesse distribuito la Comunione in bocca ai suoi apostoli essi non avrebbero agito diversamente, e non si sarebbe dovuto attendere così a lungo perché il suo modo di agire fosse seguito. Dunque, ripeto la mia posizione, ci sono buone ragioni per entrambi i metodi, e l'opinione del Magistero della Chiesa è certamente importante; ma che questa fosse la volontà inequivocabile di Nostro Signore Gesù Cristo è assolutamente insostenibile, proprio perché egli in quanto personaggio storico ha agito diversamente, ed egli non è una costruzione del Magistero della Chiesa (è la Chiesa che nasce da Cristo e ne custodisce il messaggio, e non il contrario).

Frank ha detto...

(Anzi, per essere più chiaro aggiungerò che inizialmente, addirittura, era prassi che i fedeli portassero a casa le sacre specie da consumare durante la settimana - ma di nuovo, essendo in vacanza non ho sotto mano i libri per esser più preciso -! Difficile pensare che le conservassero direttamente in bocca... Autori come San Giustino, Ignazio di Antiochia, la Didaché, la Tradizione di Sant'Ippolito parlano con molta venerazione e molto rispetto del Corpo e del Sangue del Signore donati a noi nell'Eucaristia, ma non parlano mai di "Comunione in bocca" che, di nuovo, essendo una pratica particolare, certamente avrebbe meritato particolare rilievo. La scelta successiva della Chiesa è dettata anche e soprattutto da ragioni pratiche, le stesse che sono addotte anche ora, rispettabilissime e frutto dell'esperienza; ma la scelta - che pur va rispettata - va attribuita ad essa, che con la sua autorità custodisce e promuove la fede nel Signore e nei suoi doni; attribuirla al Signore stesso vuol dire farne un personaggio incoerente con se stesso!!)

Maria R. ha detto...

A me non piacciono le teorie "relativiste" del magistero (=importante si, ma non legge).
Gesù mi dice di seguire il Papa nel magistero.
Il concetto di infallibilità e non infallibilità vanno a riguardare argomenti diversi, ma se diciamo che il Papa può sbagliare nel magistero, allora che seguiamo a fare la Chiesa? Tanto vale farci la religione fai da te!

Frank ha detto...

Sì, ma cara Maria, questo non è relativismo. Guarda che tutti gli autori e i documenti che ho elencato FANNO PARTE della Tradizione della Chiesa, ed anche della più antica (si sta parlando dei primi due secoli dell'era cristiana), che ha conosciuto direttamente gli Apostoli, i quali hanno conosciuto direttamente Gesù Cristo! Capisci che non possiamo ignorare la loro testimonianza, e non possiamo ignorare le azioni di Gesù Cristo così come ci vengono trasmesse dalle Scritture??? E questo proprio per evitare di costruirci una religione fai-da-te! Tutto il Magistero e la Tradizione della Chiesa sgorgano dalla figura di Cristo come l'hanno predicata gli Apostoli e come l'hanno trasmessa le Scritture; esse sono la base e il fondamento di tutto quello che è venuto dopo. È con esse che si deve confrontare il Magistero, e non il contrario: come dice chiaramente la Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione "Dei Verbum" al n. 10, il Magistero NON È superiore alla Parola Divina, ma la serve! Per cui, la Chiesa ha certamente avuto delle ottime ragioni per cambiare la prassi dei primi secoli: ma si tratta appunto di prassi, di usanze legate a determinate ragioni ed epoche storiche e che non sono immutabili (se la prassi successiva della Chiesa in questa materia è assolutamente infallibile, eterna e immutabile, mi si dovrebbe spiegare perché non lo era la modalità usata da Gesù Cristo stesso, la quale, tra l'altro, non ha certo impedito ai fedeli di primi secoli di tributare l'onore dovuto al Sacramento dell'Eucaristia e di sviluppare una retta fede nella presenza reale di Cristo nel suo Corpo e nel suo Sangue!).

Frank ha detto...

(...tra l'altro, potrei essere ignorante in materia perché siamo al di fuori delle epoche in cui sono specializzato, ma mi sfugge quale sia il documento magisteriale in cui si interpreti la Bibbia affermando che Gesù Cristo avrebbe dato la Comunione in bocca agli Apostoli: sicura che non sia proprio questa una tua interpretazione personale?)

Maria R. ha detto...

Io non ho detto che il Magistero dica che Gesù diede il pane in bocca agli Apostoli, ho solo detto (cosa ben diversa), che il Vangelo non precisa né l'una né l'altra cosa.

Infine: Tradizione e Magistero, sono due cose ben diverse.
Infatti, finanche le rivelazioni dei Santi, le visioni, le apparizioni, non sono obbligatoriamente da credersi per i fedeli, mentre al Magistero si presta obbedienza.

Frank ha detto...

Se i Vangeli e la Tradizione dei primissimi secoli non precisano nulla, è proprio perché non c'era nulla di particolare da rilevare, e difatti sappiamo con certezza che la prassi della Comunione in bocca è posteriore: se ne parla a partire dal VI secolo. E se Cristo ha agito diversamente dai dettami posteriori della Chiesa, vuol dire che l'insegnamento della Chiesa in questo campo va seguito, ma non è infallibile né immutabile, proprio perché è differente dalla prassi seguita da Cristo.

Quanto alla differenza tra Tradizione e Magistero, temo che sia tu a non essere bene in chiaro, se poni nella prima "le rivelazioni dei Santi, le visioni, le apparizioni": no, la Tradizione è, insieme alla Scrittura, una delle due fonti della Rivelazione divina, e in quanto tale va creduta e ascoltata. Come recitano i punti 81 e 83 del CCC: « La sacra Tradizione poi trasmette integralmente la parola di Dio, affidata da Cristo Signore e dallo Spirito Santo agli Apostoli, ai loro successori, affinché questi, illuminati dallo Spirito di verità, con la loro
predicazione fedelmente la conservino, la espongano e la diffondano ».
82 Accade così che la Chiesa, alla quale è affidata la trasmissione e
l’interpretazione della Rivelazione, « attinga la sua certezza su tutte le cose rivelate non dalla sola Sacra Scrittura. Perciò l’una e l’altra devono essere accettate e venerate con pari sentimento di pietà e di rispetto ».

Tradizione apostolica e tradizioni ecclesiali
83 La Tradizione di cui qui parliamo è quella che proviene dagli Apostoli e trasmette ciò che costoro hanno ricevuto dall’insegnamento e dall’esempio di Gesù e ciò che hanno appreso dallo Spirito Santo. In realtà, la prima generazione di cristiani non aveva ancora un Nuovo Testamento scritto e lo stesso Nuovo Testamento attesta il processo della Tradizione vivente."

Il Magistero, poi, è l'interprete di questa divina rivelazione che si compone di Scrittura e Tradizione: ma è "solo" al suo servizio, e non è ad essa superiore. Per cui, se esso ci chiede di adottare una determinata prassi (in questo caso la Comunione in bocca), lo faremo, ma questa scelta è dettata da altre ragioni che nulla hanno a che fare con la divina Rivelazione.

Frank ha detto...

Uh, per sbaglio non ho citato la fine del paragrafo 83 del CCC, che è pure importantissima:

Vanno distinte da questa [Tradizione apostolica] le « tradizioni » teologiche, disciplinari, liturgiche o devozionali nate nel corso del tempo nelle Chiese locali. Esse costituiscono forme particolari attraverso le quali la grande Tradizione si esprime in forme adatte ai diversi luoghi e alle diverse epoche. Alla luce della Tradizione apostolica queste « tradizioni » possono essere conservate, modificate oppure anche abbandonate sotto la guida del Magistero della Chiesa.

Maria R. ha detto...

Frank, con l'ultima citazione del CCC ti sei in parte risposto da solo.

Nel fare il parallelo con le rivelazioni o scritti di Santi, mi riferivo non alla tradizione apostolica, ma a quelle tradizioni "modificabili".
Esiste un "margine" entro il quale queste tradizioni non sono verità assoluta. O semplicemente vanno bene per un tempo e non per un altro.

Se il Magistero mi dice che la norma è la Comunione in bocca, per me il discorso non è tanto difficile da comprendere, e tanto per citare il CCC, al punto successivo esso afferma:

L'ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo e cioè ai Vescovi in comunione con il Successore di Pietro, il Vescovo di Roma.

E poi, perché dici: se la Chiesa dirà...lo faremo?
La Chiesa lo dice già, il concetto di indulto per la Comunione in mano, indica un qualcosa di eccezionale, non la norma!
Male è stata applicata, purtroppo, la normativa Cei che prevede questa facoltà!

Anonimo ha detto...

Frank, che non (non) se ne intende, confonde l'eucaristia con le eulogie quando dice che nei tempi antichi se la portavano a casa .

Frank ha detto...

Cara Maria, vedo che stentiamo ad intenderci, ma questo è il limite delle discussioni via internet con persone sconosciute. Comunque, ora che ci siamo intesi sui concetti di Tradizione apostolica, tradizioni ecclesiali, Magistero e divina Rivelazione, vediamo di tirare un po' le somme. Quello che criticavo in partenza (e che ancora adesso mi trova in totale disaccordo) era la tua affermazione secondo cui la Comunione in bocca è volontà di Cristo in quanto volontà del Magistero. Io ritengo, invece, sulla base delle Scritture, della Tradizione apostolica e del CCC, che questa sia una tradizione ecclesiale, venerabile ma anche modificabile in quanto non basata sul deposito della divina Rivelazione, e quindi non espressione di una esplicita "volontà di Cristo" (che anzi ha molto probabilmente agito diversamente: mi pare, ma non ne sono certo perché non l'ho qui, che sia la Tradizione di Ippolito di Roma ad attestare che i fedeli ricevessero la Santa Comunione da portare a casa e consumare in settimana, il che prova senza dubbio che la prassi trasmessa dagli Apostoli - certamente interpreti autorizzati della Parola incarnata in Cristo - era quella della Comunione sulla mano), ma scelta successiva della Chiesa (il che non implica che per questo essa non sia importante, ma meno importante di ciò che invece è realmente volontà di Cristo immutabile nei secoli e valida per tutti ovunque e inequivocabilmente, questo certamente sì).

Il mio futuro era riferito ad una eventuale revoca generale dell'indulto. Per il momento al di fuori di San Pietro esso rimane in vigore, e fino ad allora continueremo volentieri, io e molti altri, ad avvalerci della possibilità che ci è data di ricevere il Corpo di Cristo nelle nostre mani, senza per questo sentirci eretici o irrispettosi nei suoi confronti, e senza che per questo sia pregiudicata la nostra fede nella Sua Presenza Reale, come non lo era quella dei fedeli cristiani dei primi secoli.

Maria R. ha detto...

Guarda Frank: sull'ultimo punto, ti posso rispondere in base alla mia esperienza personale.
Anche io ricevevo il corpo di Cristo in mano, ed ero totalmente disinformata sull'indulto.
Non attribuisco la colpa di questo all'età, perché avrei potuto anche provare a documentarmi da sola, come tante persone giovani hanno fatto e fanno.
Non ho mai ritenuto di essere eretica solo perché mi avvalevo (pur senza saperlo) di un indulto.
Figuriamoci se mi azzarderei a dire questo di altre persone!
Semplicemente, analizzando il pensiero magisteriale e seguendo l'esempio del Papa, ho fatto la mia scelta, ritenendola in consonanza con quanto scritto da Paolo VI nella Mysterium Fidei e ribadito dai suoi successori.

Fra l'altro, una cosa mi lascia perplessa delle disposizioni della CEI:

Prima di introdurre la possibilità di ricevere la comunione sulla mano, dovrà essere fatta congrua catechesi, che illustri i vari punti della presente istruzione e in particolare il significato della nuova prassi.

Ora, io personalmente, chiedendo un po' in giro a quanti anni vissuto il passaggio dalla Comunione in bocca a quella in mano (ero piccola, quindi da me non mi ricorderei!) non ho mai sentito parlare di questa catechesi.
C'è gente che nemmeno conosceva la differenza tra indulto e norma generale.
C'è gente (e si vede un po' dappertutto) che non essendo stata sufficientemente catechizzata, riceve la Santa Comunione in mano senza chinarsi, senza un gesto di riverenza insomma, senza porsi a lato della fila per portarla in bocca e se ne va tranquillamente al proprio posto mentre mangia il Corpo del Signore.
Ecco, queste cose a mio avviso non aiutano a comprendere il Mistero del Sacramento e non inculcano seria devozione in molte persone.(molte, non tutte).

In ogni caso, chiedo scusa se ieri mi sono espressa male, avrei dovuto precisare meglio il concetto di tradizione a cui facevo riferimento, anche per non ingenerare confusione.
Sono i limiti di un discorso per commenti e non faccia a faccia.

Frank ha detto...

Grazie, Maria! Per parte mia, a questo punto penso che ci siamo spiegati, e chiudo qui la discussione. La scarsa catechesi, purtroppo, è un problema non solo per quanto riguarda la Comunione (e quanto ad essa, è vero che in certe parrocchie sembra che la gente stia andando a fare un pic-nic); ma temo che una eventuale revoca generale dell'indulto senza una catechesi davvero (ma davvero) adeguata ed efficace non solo non basterebbe (ma anzi resterebbe ampiamente disattesa), ma darebbe soltanto ai detrattori del Papa un motivo in più per scagliarsi contro di lui. Buona festa dei Santi Martiri Innocenti e buona continuazione di questo Tempo Natalizio!

(Buon Natale anche all'amico anonimo, al quale non perdo troppo tempo a rispondere: è possibile che io mi sia confuso, non sono infallibile, è passato un po' da quando ho studiato la materia, e non ho sotto mano i miei libri; gli faccio solo notare che forse un po', ma proprio pochino pochino, forse me ne intendo, ma non mi piace andare su internet a vantare i piccoli titoli in materia che pure possiedo e dei quali ho già dovuto a malincuore parlare in altre discussioni su questo blog in cui qualche commentatore troppo focoso e con troppa stima di se stesso correva troppo in fretta a darmi dell'ignorante...)

Maria R. ha detto...

Si, anche per parte mia penso che ci siamo chiariti!

Aggiungo solo una cosa
Tu hai scritto:

"La scarsa catechesi, purtroppo, è un problema non solo per quanto riguarda la Comunione"

sono pienamente d'accordo e l'ho scritto anche in un altro blog, parlando di quella relativa, più in generale, alla Liturgia.
Sono d'accordo anche con la necessità di catechizzare nel caso di una riconsiderazione dell'indulto a livello più vasto, per le ragioni che tu esponi, oltre che per l'ovvia necessità di comprendere il perché delle decisioni, ma mi affido alle valutazioni del Papa, che mi pare giustamente prudente in materia, come ha dimostrato il fatto che, prima di rivedere la questione per le Messe in Vaticano, abbia cominciato con la prassi di comunicare le persone che ricevono il Corpo di Cristo da lui, in un determinato modo.
Penso che già per tanti, vedere questo, abbia spinto a porsi degli interrogativi e magari anche a documentarsi un po', prescindere dalle scelte personali che ciascuno rimane libero di prendere!

Ricambio gli auguri di tutto cuore!

Frank ha detto...

Cara Raffaella, lo so che questo articolo è vecchio e non riceverà più molte visite, e forse il mio commento lo vedrai solo tu che devi approvarlo, ma ad ogni buon conto lo lascio a beneficio dei posteri, perché avevo ancora un sassolino da togliermi dalla scarpa, riguardo al commento anonimo che mi dava dell'ignorante (lo so, sono permaloso; ma è anche giusto dare un'informazione corretta ad eventuali futuri lettori del blog). Posso confermare ora, dopo aver controllato, che l'usanza di portare a casa l'Eucaristia era effettivamente in vigore nei primi secoli della Chiesa, per nutrirsene anche tutti i giorni, in particolare prima dei pasti; la Tradizione apostolica di Ippolito, ai numeri 36 e 37, è esplicita al riguardo, ed è anche esplicita nel definirlo "Corpo di Cristo" che non deve essere perduto né disprezzato né dato agli animali, ma trattato con grande riguardo e mangiato solo dai fedeli. Lo stesso uso è testimoniato da Tertulliano, Ad uxorem 2,5. Nel De spectaculis, capitolo 5, Novaziano parla dell'usanza di portare a casa l'Eucaristia dopo l'assemblea domenicale, lamentando che alcuni osassero recarsi agli spettacoli del circo portando con sé il Corpo del Signore, e commentando che, potendo, l'avrebbero portato con sé anche nei bordelli. Cipriano di Cartagine, al capitolo 26 del De lapsis, parla di una donna che custodiva il santo corpo del Signore in un suo tabernacolo. La Comunione fu riservata alla Messa dopo la fine delle persecuzioni, quando le celebrazioni divennero più frequenti, secondo J.A. Jungmann (non proprio uno che non se ne intendeva), che si occupa del tema in Missarum Sollemnia, vol. 2, pp. 271 sgg. (tra l'altro un'opera bellissima e molto molto interessante, anche se un po' datata - risale a prima del Concilio -, per chi ama la liturgia cattolica!). Bastano queste referenze? ;-)

Tra l'altro, lo stesso Jungmann (vol. 2, pp. 284-285) elenca diverse testimonianze riguardo alla prassi della Comunione sulla mano: così Teodoro di Mopsuestia, Sermones catech. VI; Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogica 5,21s.; Tertulliano, De idololatria 7. Questo non per riaprire la discussione, perché finalmente mi sembra che Maria ed io fossimo piuttosto d'accordo: ma solo perché sia chiaro che, certo, la prassi normale per la Chiesa resta anche ora la Comunione in bocca che si affermò successivamente, ma l'alternativa concessa dall'indulto non è indegna, né eretica, né causa primaria di deviazioni, proprio perché anch'essa ha lungamente trovato posto nella Chiesa in passato, il che non ha impedito lo svilupparsi della giusta devozione e del giusto rispetto dovuti al Corpo del Signore Nostro Gesù Cristo.
Grazie per l'attenzione e alla prossima! :-)

Frank ha detto...

Cara Raffaella, lo so che questo articolo è vecchio e non riceverà più molte visite e forse il mio commento lo vedrai solo tu che devi approvarlo, ma ad ogni buon conto lo lascio a beneficio dei posteri, perché avevo ancora un sassolino da togliermi dalla scarpa, riguardo al commento anonimo che mi dava dell'ignorante (lo so, sono permaloso; ma è anche giusto dare un'informazione corretta ad eventuali futuri lettori del blog). Posso confermare ora, dopo aver controllato, che l'usanza di portare a casa l'Eucaristia era effettivamente in vigore nei primi secoli della Chiesa, per nutrirsene anche tutti i giorni, in particolare prima dei pasti; la Tradizione apostolica di Ippolito, ai numeri 36 e 37, è esplicita al riguardo, ed è anche esplicita nel definirlo "Corpo di Cristo" che non deve essere perduto né disprezzato né dato agli animali, ma trattato con grande riguardo e mangiato solo dai fedeli. Lo stesso uso è testimoniato da Tertulliano, Ad uxorem 2,5. Nel De spectaculis, capitolo 5, Novaziano parla dell'usanza di portare a casa l'Eucaristia dopo l'assemblea domenicale, lamentando che alcuni osassero recarsi agli spettacoli del circo portando con sé il Corpo del Signore, e commentando che, potendo, l'avrebbero portato con sé anche nei bordelli. Cipriano di Cartagine, al capitolo 26 del De lapsis, parla di una donna che custodiva il santo corpo del Signore in un suo tabernacolo. La Comunione fu riservata alla Messa dopo la fine delle persecuzioni, quando le celebrazioni divennero più frequenti, secondo J.A. Jungmann, che si occupa del tema in Missarum Sollemnia, vol. 2, pp. 271 sgg. (tra l'altro un'opera bellissima e molto molto interessante, anche se un po' datata - risale a prima del Concilio -, per chi ama la liturgia cattolica!). Bastano queste referenze? ;-)

Frank ha detto...

Tra l'altro, lo stesso Jungmann (vol. 2, pp. 284-285) elenca diverse testimonianze riguardo alla prassi della Comunione sulla mano: così Teodoro di Mopsuestia, Sermones catech. VI; Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogica 5,21s.; Tertulliano, De idololatria 7. Questo non per riaprire la discussione, perché finalmente mi sembra che Maria ed io fossimo piuttosto d'accordo: ma solo perché sia chiaro che, certo, la prassi normale per la Chiesa resta anche ora la Comunione in bocca che si affermò successivamente, ma l'alternativa concessa dall'indulto non è indegna, né eretica, né causa primaria di deviazioni, proprio perché anch'essa ha lungamente trovato posto nella Chiesa in passato, il che non ha impedito lo svilupparsi della sana devozione e del rispetto dovuti al Corpo del Signore Nostro Gesù Cristo.
Grazie per l’attenzione, alla prossima! :-)