mercoledì 15 dicembre 2010

Il Papa: tenere lo sguardo fisso al Paradiso (Sir)

BENEDETTO XVI: UDIENZA, “TENERE LO SGUARDO FISSO AL PARADISO”

“Ci invita a far crescere, nella nostra vita cristiana, l’unione con il Signore, abbandonandoci alla sua volontà con fiducia completa e totale, e l’unione con la Chiesa, sposa di Cristo; ci invita a partecipare all’amore sofferente di Gesù Crocifisso per la salvezza di tutti i peccatori; ci invita a tenere lo sguardo fisso al Paradiso, meta del nostro cammino terreno, dove vivremo assieme a tanti fratelli e sorelle la gioia della comunione piena con Dio; ci invita a nutrirci quotidianamente della Parola di Dio per riscaldare il nostro cuore e orientare la nostra vita”. Con queste parole il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, ha attualizzato la figura di santa Veronica Giuliani, monaca clarissa cappuccina nata il 27 dicembre 1660 e morta nel 1727 dopo una dolorosissima agonia di 33 giorni. Le ultime parole della santa, secondo Benedetto XVI, possono considerarsi la sintesi della sua appassionata esperienza mistica: “Ho trovato l’Amore, l’Amore si è lasciato vedere!”. Veronica, per il Papa, è stata “una testimone coraggiosa della bellezza e della potenza dell’amore divino, che la attira, la pervade, la infuoca. E’ l’amore crocifisso che si è impresso nella sua carne, come in quella di san Francesco d’Assisi, con le stimmate di Gesù”.
“Il Cristo a cui Veronica è profondamente unita è quello sofferente della passione, morte e risurrezione”, ha detto il Papa, sottolineando come la mistica “concepisce questa missione come uno ‘stare in mezzo’ tra gli uomini e Dio, tra i peccatori e Cristo Crocifisso”. Per Veronica, in particolare, “Gesù patisce per i peccati degli uomini, ma anche per le sofferenze che i suoi servi fedeli avrebbero dovuto sopportare lungo i secoli, nel tempo della Chiesa, proprio per la loro fede solida e coerente”. Rispetto alla predicazione dell’epoca, incentrata sul “salvarsi l’anima” in termini individuali, Veronica – le parole del Pontefice – “mostra un forte senso solidale, di comunione con tutti i fratelli e le sorelle in cammino verso il Cielo. Le cose penultime, terrene, pur apprezzate in senso francescano risultano sempre relative, del tutto subordinate al ‘gusto’ di Dio e sotto il segno d’una povertà radicale”. Se la “beatitudine eterna” è la “costante aspirazione della sua vita”, nei suoi scritti troviamo “molta familiarità” con i testi sacri: “I momenti forti dell’esperienza mistica di Veronica – ha spiegato il Papa – non sono mai separati dagli eventi salvifici celebrati nella liturgia, dove ha un posto particolare la proclamazione e l’ascolto della Parola di Dio”, che “illumina, purifica,conferma l’esperienza di Veronica, rendendola ecclesiale

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