Il Papa: indagatori del vero per un mondo più umano
Ieri Benedetto XVI ha visitato la Biblioteca vaticana dopo i lavori di restauro durati tre anni e ha benedetto quanti la utilizzano e gli operatori
DA ROMA GIANNI CARDINALE
«Cari amici, vorrei dire grazie per il vostro lavoro. Nel mio messaggio per la Biblioteca, ho già detto quanto penso circa la necessità e la grande importanza della Biblioteca. Quindi, concludo con la mia benedizione e buon Natale a tutti voi. Grazie! ». Con queste affettuose parole, circondate da applausi, Benedetto XVI ha concluso la sua visita alla Biblioteca apostolica vaticana.
Una visita che era stata promessa tre anni fa, al momento della chiusura per una lunga pausa di restauri. Per circa un’ora, il Papa si è trattenuto nelle sale per osservare il lavoro svolto e ricevere alcuni doni simbolici da parte del cardinale archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il salesiano Raffaele Farina, e dei suoi collaboratori.
Come raccontato da Radio Vaticana e dall’Osservatore Romano il Pontefice all’ingresso della Biblioteca è stato accolto accolto fra gli altri dal cardinale Farina, dal prefetto, monsignor Cesare Pasini, e dal viceprefetto, Ambrogio M. Piazzoni.
Prima di iniziare la visita vera e propria il Papa ha recitato una breve preghiera per la benedizione dei locali rinnovati. «Ascolta la nostra preghiera – ha detto – e benedici quanti frequenteranno questa Biblioteca apostolica per coltivare le scienze e le arti. Fa’ che, da onesti indagatori del vero, illuminati dalla sapienza del tuo Verbo, orientino i loro sforzi alla costruzione di un mondo più umano». Il Pontefice quindi si è intrattenuto nelle diverse sale, da quella di consultazione degli stampati a quella di consultazione dei manoscritti, nelle quali Benedetto XVI ha potuto prendere visione sia della rinnovata estetica della Biblioteca dei Papi, sia di alcuni pezzi pregiati di vario genere. Tra quelli di rilievo mostrati al Papa, due antichi volumi della Bibbia di Gutenberg, due monete (un medaglione in oro del 1929 commemorativo del Concordato e dieci fiorini d’oro coniati da Sisto IV per il Giubileo del 1475) e una stampa antica (un’acquaforte del 1579 raffigurante il Vaticano all’epoca di Gregorio XIII), due manoscritti (un codice miniato del IX secolo proveniente da Fulda e un autografo della Summa contra gentiles di san Tommaso d’Aquino) e un documento d’archivio (la lettera solenne datata 22 febbraio 1300 proveniente dall’Archivio del Capitolo di San Pietro con cui si annunciava l’indizione del primo Anno Santo). Da un cassetto sono stati mostrati due papiri al Pontefice, il quale in due successive soste all’interno dell’archivio fotografico e del laboratorio di restauro ha ascoltato una breve presentazione dei lavori e degli apparati curati da entrambi le sezioni.
Al Papa sono stati offerti tre doni: la medaglia commemorativa della riapertura della Biblioteca, un esemplare, rilegato in pelle bianca, dell’agenda 2011 della stessa Biblioteca e infine una pubblicazione delle romite ambrosiane dell’ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus. Un regalo quest’ultimo teso a ricordare il sostegno della preghiera che le romite del sacro Monte di Varese offrono per la missione della Biblioteca. Missione che Benedetto XVI aveva ben espresso nella lettera del novembre scorso, con la quale si complimentava con il cardinale Farina per la riapertura della Biblioteca Apostolica, sottolineando la sua «vocazione» alla custodia e alla valorizzazione della cultura prodotto dall’uomo in senso ampio, non solo religioso. Ciò perché, affermava, «nulla di quanto è veramente umano è estraneo alla Chiesa». La visita di ieri è stata la seconda fatta da Benedetto XVI alla Biblioteca, la prima si era svolta il 25 giugno 2007, poco prima della chiusura per i lavori che si sono conclusi quest’anno.
© Copyright Avvenire, 19 dicembre 2010
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