Ior/ In arrivo dopo Natale normativa Vaticano anti-riciclaggio
Verrà pubblicata nei prossimi giorni, probabilmente subito dopo Natale, la nuova normativa con la quale il Vaticano intende adeguarsi agli standard internazionali sull'anti-riciclaggio. L'impegno è dettato dal calendario dell'accordo monetario tra lo Stato della Città del Vaticano e l'Unione europea - che prevede un adeguamento entro il 31 dicembre di quest'anno - ed è divenuto impellente dopo che, su segnalazione della Banca d'Italia, la procura di Roma ha aperto un fascicolo sullo Ior. L'indagine ha accertato nei mesi scorsi che alcune operazioni dell'Istituto per le Opere di Religione non rispettano gli standard anti-riciclaggio ed ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di presidente e direttore generale della 'banca vaticana' (Ettore Gotti Tedeschi e Paolo Cipriani), nonché al sequestro di un fondo di 23 milioni di euro, confermato questa settimana dal Giudice per le indagini preliminari. Firmando la convenzione monetaria con Bruxelles, il 17 dicembre 2009, il Vaticano si è impegnato ad adeguare la propria normativa su tre fronti: la coniazione degli euro con l'effige papale (il Vaticano è tenuto a far circolare una certa quantità delle proprie monete e non riservarle ai soli collezionisti), la prevenzione della frode e la lotta al riciclaggio di denaro sporco. Fonti vaticane confermano che è in dirittura di arrivo la normativa relativa a questi tre ambiti. Il documento dovrebbe avere la forma del 'motu proprio' o del 'chirografo' del Papa. Dovrebbe contenere una sezione che si applica allo Stato della Città del Vaticano e una seconda sezione che si applica alla Santa Sede che, giuridicamente distinta dalla prima, riguarderebbe più specificamente lo Ior e il tema del riciclaggio, e potrebbe avere una diversa tempistica di entrata in vigore.
Per quanto riguarda l'anti-riciclaggio, la Santa Sede ha avviato da tempo dei negoziati con l'Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi) e con il Gafi (Gruppo di azione finanziaria internazionale contro il riciclaggio di capitali). Gotti Tedeschi in persona si è recato più volte nella capitale francese ed ha consegnato la documentazione richiesta. Solo dopo che verrà pubblicata la normativa papale, tuttavia, l'Ocse potrà valutarne le procedure e gli organismi previsti e decidere, eventualmente, di iscrivere finalmente il Vaticano nella cosiddetta 'white list' (lista bianca) dei paesi che applicano gli standard internazionali anti-riciclaggio. Pur esprimendo sorpresa per le indagini della procura di Roma e per il ruolo svolto dall'Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d'Italia, il Vaticano, già nei mesi scorsi, ha annunciato l'intenzione di adeguarsi alle richieste internazionali. Una nota pubblicata sull''Osservatore romano' lo scorso 22 settembre rendeva noto che il cardianal Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, ha disposto la creazione di un "ufficio di informazione finanziaria" presso lo Ior e di una commissione 'ad hoc' guidate, entrambe, dal cardinal Attilio Nicora. Dal Vaticano è poi filtrato che tra i principali obiettivi di questo organismo - e tra i motivi di una qualche lentezza - c'è la riduzione del numero di conti correnti anonimi intestati da anni a titolari non religiosi e a rischio di essere utilizzati da presta-nome per attività di copertura.
La normativa in via di pubblicazione dovrà tenere insieme due esigenze diverse: trasparenza e autonomia. Per un verso, infatti, il Palazzo apostolico intende proseguire l'operazione di trasparenza avviata dal cardinal Bertone e voluta dal Papa per dissipare le ombre che continuano a gravare sullo Ior nonostante siano lontani i tempi di monsignor Marcinkus e dello scandalo del Banco Ambrosiano. Più concretamente, si tratta di migliorare i rapporti tra la 'banca vaticana' e le istituzioni bancarie italiane, invitate da tempo dalla Banca d'Italia ad applicare standard rafforzati di 'adeguata verifica' nelle intermediazioni finanziarie con lo Ior. Per un altro verso, il Vaticano non intende rinunciare a preservare la propria indipendenza rispetto alle autorità italiane. "Vale la pena ribadire - precisava infatti la nota dell''Osservatore romano' - che lo Ior non può essere considerata una banca nell'accezione corrente. Esso amministra infatti i beni di istituzioni cattoliche a livello internazionale ed, essendo ubicato nello Stato della Città del Vaticano, è al di fuori della giurisdizione delle diverse banche nazionali". Sinora i maggiorenti del Vaticano hanno difeso a spada tratta il presidente dello Ior Goti Tedeschi. Ancora a settembre, si spiegava che "l'inconveniente" all'origine dell'indagine della Procura di Roma, "è stato causato da un'incomprensione, in via di chiarimento, tra lo Ior e la banca che aveva ricevuto l'ordine di trasferimento". La decisione di questa settimana del Gip, però, dimostra che a piazzale Clodio non la pensano come Oltretevere. Rimane poi in sospeso la questione del 'prelato' dello Ior. Nelle dichiarazioni di questi mesi il Vaticano non ha mai menzionato l'ufficiale di collegamento tra la commissione di cinque cardinali nominati dal Papa e la dirigenza dell'istituto di credito. Dal 25 gennaio scorso, però, la posizione è vacante. Quel giorno il Papa ha spedito come nunzio in Camerun e Guinea Equatoriale l'allora prelato, mons. Piero Pioppo, fiduciario dell'ex Segretario di Stato Angelo Sodano.
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2 commenti:
Preghiamo per Deacon Nick, creatore del blog Protect the Pope, e per sua moglie
http://protectthepope.com/?p=2218
Alessia
Ho trovato questa interessante riflesione. A differenza dell'autore io ho la certezza sulle motivazioni del procedere di Papa Benedetto: desiderio di purificazione e rinnovamento. Noi fedeli non vogliamo niente di meno dal nostro Papa.
http://www.infooggi.it/articolo/benedetto-xvi-e-lo-ior/8941/
Alessia
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