venerdì 3 dicembre 2010

"Luce del mondo", nel libro intervista del Papa le radici della fiducia e della gioia (Guerriero)

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

NEL LIBRO-INTERVISTA DEL PAPA LE RADICI DELLA FIDUCIA E DELLA GIOIA

Quella comunione misteriosa e necessaria

ELIO GUERRIERO

Trasmette gioia e serenità il libro intervista di Benedetto XVI, Luce del mondo.
Molti giornali lo hanno accolto con stupore, tantissimi fedeli con sorpresa autentica. Il successore di Pietro non solo è ben saldo nella fede, ma è più che mai lucido circa la situazione della Chiesa e del mondo e nonostante tutto nutre una speranza ragionevole nell’avvenire del cristianesimo.
La fiducia non è riposta nella certezza dei propri mezzi, ma in quella che possiamo definire un’esistenza teocentrica. Sottolinea Seewald nelle sue domande: papa Benedetto non desiderava essere vescovo, non voleva venire a Roma, tanto meno si attendeva di diventare papa. Diversa è stata la volontà di Dio che ha guidato il suo cammino fino alla cattedra di Pietro.
Al sacerdote Ratzinger non è rimasto che obbedire e adeguare ogni volta il suo stile di vita alla carica ricoperta. Questa consapevolezza ha trasformato il timore dell’uomo in un ministero che la grazia di Dio concede di svolgere in serenità. Non mancano certo le prove e la sofferenza di fronte alle incomprensioni, come il discorso di Ratisbona o il caso Williamson. In proposito già da cardinale Benedetto XVI parlava di struttura martiriologica del primato, di ministero petrino che inevitabilmente avvicina il successore di Pietro alla croce. E qui si innesta il collegamento con il male del mondo e, in modo ancora più doloroso, con lo scandalo dei sacerdoti coinvolti negli abusi sessuali. L’ultimo anello della fiducia poggia sulla condivisione della Chiesa.
Nello svolgimento del proprio ministero il pontefice sa di non essere solo, ma di essere sostenuto dalla comunione dei santi. Come ci ha insegnato il cardinale de Lubac, essa va intesa anzitutto come partecipazione alle cose sante: ai sacramenti e alla parola di Dio. Attraverso queste due realtà l’uomo ha la garanzia di aver accesso a Dio: «Egli viene a noi e noi veniamo illuminati da lui». Per questo, per quanto gravoso possa essere il ministero, la fiducia ha una base solida. C’è poi la comunione con le tante persone, molte volte umili, che amano il Papa, lo sostengono con le preghiere e le offerte per i poveri e i bisogni della Chiesa, gli scrivono messaggi di sostegno. E vi è la comunione misteriosa e necessaria con i tanti cristiani messi a morte o anche solo discriminati per la loro fede. Né vanno dimenticati i santi della devozione del Papa, quelli che ne hanno accompagnato il cammino di credente e di studioso: la Vergine Maria, anzitutto, la figlia di Sion attraverso la quale è giunta a noi l’ alleanza di Dio con Israele che Gesù ha esteso a tutti gli uomini. Con lei il Papa e ogni cristiano può intonare il canto di ringraziamento a Dio per la sua misericordia.
Vi sono poi sant’Agostino che ha permesso di distinguere più accuratamente tra santità donata da Dio e la santità degli uomini che spesso si trova a convivere con le loro debolezze, e san Bonaventura il quale con il suo concetto di rivelazione ci ha reso più vicino Gesù, ci permette di considerarlo un amico in compagnia del quale percorrere il nostro cammino. Gesù, difatti, non è solo una realtà del passato, ma egli verrà ancora a portare luce al mondo. Come nei precedenti libri-intervista, Benedetto XVI stupisce. Egli sa coniugare sano realismo con prospettive derivanti da intelligenza e saggezza. La lettura del libro offre un modello a vescovi e sacerdoti, un solido sostegno ai fedeli.

© Copyright Avvenire, 3 dicembre 2010

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