Papa, una Messa per Manuela con la comunità dei Memores di Roma
Nell'omelia ricorda: “Manuela ha vissuto nella vivace memoria del Creatore”
Marinella Bandini
Roma, 2 dic (Il Velino)
Il Papa ha celebrato questa mattina una Messa in suffragio di Manuela Camagni, la Memor Domini della famiglia pontificia, scomparsa il 23 novembre scorso. “Per me vivere è Cristo e morire un guadagno”: il motto della Lettera ai Filippesi è inciso sopra l’altare della Cappella Paolina. È qui che Benedetto XVI ha voluto riunirsi con tutta la comunità dei Memores Domini di Roma (i presenti erano circa 80).
Si tratta di una delle rare volte in cui si ricorda che Benedetto XVI abbia celebrato una Messa privata con invitati. Un modo per farsi vicino alla comunità dei Memores, e per stringersi lui stesso in loro compagnia, non avendo potuto celebrare personalmente le esequie. In prima fila, come sempre, Carmela, Cristina e Loredana, e due assistenti del Pontefice della Famiglia spirituale l’Opera. Poco più indietro il capo della Guardia svizzzera e quello della Gendarmeria, oltre che il direttore dell’Osservatore romano. A concelebrare don Julian Carron, presidente della Fraternità di Cl, monsignor Georg Gaenwein, monsignor Alin de Raemy, cappellano della Guardia Svizzera, monsignor Ettore Balestrero, sottosegretario di Stato, monsignor Alberto Ortega, officiale della Segreteria di Stato.
“Memoria vivace”: questa espressione è stata più volte ripetuta da Benedetto XVI a ricordare la figura di Manuela – pare quasi di vederla -, “vergine saggia, prudente” che proprio lo scorso 29 novembre, giorno dei funerali si apprestava a festeggiare i suoi 30 anni nei Memores Domini. Un anniversario a cui si preparava “con grande gioia” ha ricordato il Papa. L’omelia è tutta a braccio. Papa Benedetto parla per dieci minuti. Cita San Bonaventura: “Nella profondità del nostro essere è iscritta la memoria del Creatore”. E dice: “Proprio perché questa memoria è iscritta nel nostro essere possiamo riconoscere il Creatore nella sua creazione, possiamo ricordarci, vedere le sue tracce” nel Creato. Come Manuela, che “ha vissuto nella vivace memoria del Creatore, nella gioia della Sua creazione, vedendo la trasparenza di Dio in tutto il creato, anche negli avvenimenti quotidiani della nostra vita, e ha compreso che da questa memoria presente viene la gioia”.
Benedetto XVI, dopo il messaggio inviato lunedì scorso in occasione dei funerali, continua l’approfondimento delle parole “Memores Domini” che danno il nome alla comunità di laici a cui Manuela apparteneva.
La memoria – ha osservato sempre sulla scorta di San Bonaventura - “non è solo memoria di un passato, perché l’origine è presente, è memoria della Presenza”. Ed è anche “memoria del futuro, perché è certezza che veniamo dalla bontà di Dio e siamo chiamati ad arrivare alla bontà di Dio”. Tuttavia “la nostra memoria, come la nostra esistenza, è ferita dal peccato” e così la nostra gioia è “coperta, oscurata. Sappiamo che siamo creati per la gioia ma non sappiamo più dove si trova” e “la cerchiamo in diversi luoghi”, spesso “disperatamente” e “allontanandoci sempre di più dalla sua fonte” che è Dio. “Manuela non era di quelli che avevano dimenticato la memoria, ha vissuto proprio nella viva memoria del Creatore”.
Nell’ultima cena “Cristo ha rinnovato, anzi ha elevato la nostra memoria. ‘Fate questo in memoria di me’ ha detto e così ci ha donato la memoria della Sua presenza”. Infatti – ha detto ancora il Papa - “Dio non è un Dio dei morti, è un Dio dei vivi e chi fa parte del nome di Dio, chi sta nella memoria di Dio è vivo, anzi, noi uomini, con la nostra memoria possiamo conservare solo purtroppo un’ombra delle persone che abbiamo amato. Ma la memoria di Dio non conserva solo ombre, è origine di vita: qui vivono i morti, nella Sua vita e con la Sua vita sono entrati nella memoria di Dio che è vita”. Per questo anche “in questo momento triste” è possibile per il cristiano cantare l’Alleluia, che l”a liturgia rinnovata dopo il Concilio Vaticano II – ha osservato il Papa – ci fa cantare anche nella Messa dei defunti”. Una scelta “audace”, perché “la liturgia sa che noi siamo nello stesso Corpo di Cristo”.
(ban) 2 dic 2010 14:08
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3 commenti:
Non ho parole per descrivere la commozione e la tenerezza che sta suscitando in me il Papa, ogni volta che parla di Manuela.... il modo in cui dona un messaggio a noi tutti, anche se si riferisce ad una persona della sua famiglia, è semplicemente straordinario!
cara Maria, condivido pienamente le tue parole e immagino il dolore del Santo Padre, anche se illuminato dalla speranza e dalla consolazione della fede. Uniamo anche le nostre preghiere
proprio in questi giorni ricorre l'anniversario della scomparsa di una persona a me molto cara. Leggere queste parole oggi,mi ha dato una forza in più e mi apre il cuore verso un modo meno doloroso di pensare a lei e ad altri cari che non ci sono più
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