Spuntano 852 "documenti" sul Vaticano
ROMA
Spuntano il nome di due papi – l'attuale e il precedente – e quello del patriarca russo dai file di Wikileaks. Benedetto XVI, infatti, sarebbe stato oggetto di un confronto con Giovanni Paolo II da parte di Kirill I e ne sarebbe uscito meglio del suo predecessore. Dopo le rivelazioni uscite qualche giorno fa a proposito del precedente conclave, filtra qualcos'altro dagli archivi on line che fanno capo ad Assange in merito alla figura del Pontefice e ai rapporti tra cattolici e ortodossi. Un nodo molto delicato per la Santa Sede.
Ma questa, forse, è solo la punta di un iceberg: sarebbero infatti 852 i cablogrammi sul Vaticano che WikiLeaks pubblicherà prossimamente e che riguarderebbero temi legati alla libertà religiosa e ai diritti umani, ma anche intelligence e sicurezza interna.
La figura di Kirill I compare in un cable del 3 aprile 2008 inviato a Washington dall'allora ambasciatore Usa a Mosca, William J. Burns. Il diplomatico relaziona sul suo incontro con patriarca russo e racconta: «Come già in precedenti conversazioni, Kirill si è espresso in maniera favorevole su Papa Benedetto XVI confrontandolo con il suo predecessore Giovanni Paolo II». E «ha nuovamente espresso ottimismo sulle prospettive di migliori rapporti con Benedetto XVI». Dal documento, tra l'altro, emerge anche un altro particolare interessante, rispetto alla situazione nell'Europa dell'Est: Kirill I, scrive il diplomatico, «ha criticato la decisione di riconoscere l'indipendenza del Kosovo» e ha «condannato duramente i piani per avvicinare l'Ucraina alla Nato».
Sul «caso» WikiLeaks e soprattutto sul suo impatto a livello diplomatico, è tornato ieri anche l'Osservatore Romano. Secondo il quotidiano della Santa Sede, difficilmente le rivelazioni influenzeranno realmente nei rapporti tra gli Stati, «almeno fino a quando i file rimarranno alla stregua del "sentito dire" circa i leader mondiali». Insomma, lo scopo di influire «sugli equilibri e sulle dinamiche del panorama politico internazionale», «non sembra facilmente raggiungibile».
Su internet, intanto, rimbalza la notizia che nei prossimi giorni il sito di Assange metterà a disposizione ben 852 cablogrammi riguardanti la Santa Sede. Che cosa contengono?
Negli Stati Uniti segue con attenzione il caso la Catholic News Agency (Cna). E secondo quanto ha potuto appurare molti dei cablogrammi della diplomazia Usa sul Vaticano riguarderebbero, nella gran parte, temi legati alla libertà religiosa e ai diritti umani e coprirebbero un periodo compreso tra il 2001 e il 2010.
Ma oltre 50 riguarderebbero argomenti connessi con l'intelligence e cinque la sicurezza nazionale.
Altri ancora si concentrerebbero sul governo vaticano e le sue relazioni con gli altri stati.
© Copyright Gazzetta del sud, 4 dicembre 2010
La prossima volta che un qualsiasi commentatore americano critichera' il modo di comunicare della Santa Sede, ci faremo una grossa risata :-))
R.
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2 commenti:
sì, ci hanno scassato assai con gli errori di PR anche Allen. Ma forse è stato anche un modo per non parlare di altro magari più delicato.
Il fondatore di Wikileaks ha legami profondi con l’Economist, controllato dalla famiglia di banchieri Rotschild.
http://www.vocidallastrada.com/2010/12/wikileaks-leconomist-e-i-banchieri.html
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