martedì 15 febbraio 2011

Card. Bagnasco: “Oggi più che mai una limpida trasparenza, soprattutto nell’uso del denaro è condizione imprescindibile per la credibilità generale della Chiesa e per la realizzazione fruttuosa della sua missione nel mondo”

CARD. BAGNASCO: “TRASPARENZA NELL’USO DEL DENARO” BASE PER “CREDIBILITÀ”

“Oggi più che mai una limpida trasparenza, soprattutto nell’uso del denaro è condizione imprescindibile per la credibilità generale della Chiesa e per la realizzazione fruttuosa della sua missione nel mondo”.
Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei aprendo oggi a Roma il XVI Convegno nazionale degli incaricati diocesani, sul tema “Educare al Sovvenire: corresponsabilità e trasparenza nella Chiesa di oggi”. Soffermandosi sui “due binari” – corresponsabilità e trasparenza – del “sovvenire”, il presidente della Cei ha sottolineato l’”importanza assolutamente decisiva della trasparenza, ancor più nel nostro contesto sociale, culturale e politico”.
“Quando si parla di trasparenza – ha precisato - non si intende tanto sottolineare l’onestà e la correttezza, che all’interno della Chiesa si devono dare per scontate, ma una gestione lineare e da tutti verificabile dei beni”.
In quest’ottica, “la trasparenza, caratteristica che accompagna da sempre il nuovo sistema del sostegno economico, è - e deve rimanere - condizione imprescindibile e necessaria”. La revisione del Concordato, per il presidente della Cei “non offre nulla di automaticamente garantito: consente però alla Chiesa, grazie al recupero pieno dalla sua libertà, di inserirsi nel vissuto della società per proporre dall’interno il suo dono e guadagnare così fiducia e volontà di condivisione tra la gente”.
“Il successo delle vie concrete di aiuto economico alla Chiesa, la firma per la destinazione dell’ otto per mille e le offerte per il sostentamento del clero fiscalmente deducibili – la tesi di fondo del cardinale - dipende in modo vitale dall’effettiva trasparenza della gestione delle risorse che si ricevono in dono”. La trasparenza è, dunque, “valore essenziale per la buona riuscita di tutto il nuovo impianto del sostegno economico alla Chiesa”, ed è “saldamente legata alla fedeltà della Chiesa alla sua natura e alla sua identità, alla vocazione ricevuta e alla missione evangelizzatrice”.
“Non si tratta semplicemente di una pulizia esteriore che deve obbedire a determinate norme”, ha ammonito infatti il cardinale: “la trasparenza vera nasce da una fedeltà alla propria vocazione e alla propria missione, altrimenti può rischiare di essere ridotta semplicemente a metodologia di azione, a volte appesantita dalla burocrazia”. Citando poi i “risultati molto importanti” ottenuti in questi anni, il card. Bagnasco ha esortato a “continuare con coerenza su questa strada, operando affinché la trasparenza diventi, senza ombra di dubbio, primario criterio gestionale di ogni comunità ecclesiale”.
“La credibilità della Chiesa non è mai danneggiata dalla chiarezza e dalla limpidezza del comportamento”, ha affermato il presidente della Cei, secondo il quale “una trasparenza sempre maggiore consentirà un sempre maggiore reperimento di fondi per le necessità della Chiesa stessa”. I fedeli, infatti, “vedendo come sono utilizzate le risorse grazie alla pubblicazione dei bilanci, preventivi e consuntivi, e alla pubblicità del bilancio gestionale delle offerte, saranno sempre più motivati e consapevoli dell’importanza della loro condivisione economica che sostiene la Chiesa nella realizzazione delle sue opere e della sua missione per il bene di tutti, specialmente dei più deboli”. “Se ci sarà questa trasparenza reale in ogni parrocchia – ha assicurato il cardinale - i fedeli non guarderanno più all’offerta come a una sorta di dovere, ma donare diventerà una gioia perché ciascuno vivrà la soddisfazione di fare qualcosa di buono e di concreto, e così sarà anche in grado di aprire lo sguardo e allargare gli orizzonti anche ai bisogni della Chiesa Universale”.
Come strumento di corresponsabilità da esercitare in particolare nelle parrocchie, il card. Bagnasco ha raccomandato la partecipazione al Consiglio pastorale e al Consiglio per gli affari economici, auspicando in quest’ultimo la presenza di un referente del “sovvenire” sul territorio.
Tracciando infine un bilancio del cammino percorso dall’otto per mille, il card. Bagnasco ha osservato che “ci troviamo di fronte ad una certa assuefazione, dando così per scontato che ormai esiste un meccanismo quasi automatico che assicura a clero e fedeli le risorse necessarie per lo svolgimento della loro missione”.
Di qui la necessità di aprire “quasi una nuova stagione del ‘Sovvenire’, chiamando tutti voi, carissimi incaricati, e tutti i vostri collaboratori nei gruppi di lavoro diocesano come nelle parrocchie, a un rinnovato entusiasmo, anzi ad una ringiovanita passione, e a una nuova progettualità”, a partire dalle sollecitazioni presenti nei nuovi Orientamenti pastorali della Cei e dal rilancio della lettera “Sostenere la Chiesa per servire tutti”, pubblicata nel 2008. “Nella Chiesa – ha ricordato il presidente della Cei – nessuno può dire: ‘non mi riguarda’. Nessuno può chiamarsi fuori da questa famiglia, nessuno deve sentirsi ai margini, nessuno deve recitare solo una parte da comparsa, nessuno può fare solo da spettatore”, perché “tutti siamo protagonisti attivi”. Per questo occorre passare dal “non mi riguarda” al “mi sta a cuore”, facendo di quest’ultimo – la proposta del card. Bagnasco - una sorta di “motto” del “sovvenire”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

I lupi dentro la Chiesa - alcune tappe del piano massonico contro la Chiesa

http://www.parrocchie.it/correggio/ascensione/Massoneria_e_chiesa.htm