martedì 15 febbraio 2011

Don Stefano Carusi: L'Osservatore Romano attacca la "Dominus Jesus" e l'"Ecclesia Dei"? Tra impliciti inviti al sincretismo religioso e velate accuse al rito tradizionale

Clicca qui per leggere la riflessione segnalataci dal nostro Alberto.

16 commenti:

Andrea ha detto...

A mia memoria, si tratta del PRIMO intervento di un officiale della Santa Sede contro l' "Osservatore".

Il senso sta tutto nell'affermazione conclusiva: "L'ERRORE NON HA DIRITTI".
Più VERITA', amica dell'uomo, per scacciare l'errore, che lo soffoca: più Spirito Santo (che vuole l'uomo con sé), per scacciare il Demonio (che vuole l'uomo con sé).

Anonimo ha detto...

L'errore denominato "modernismo" consiste nel pensare che l'errore abbia gli stessi diritti della verità.

Il Papa è veramente circondato dai lupi.

Anonimo ha detto...

Terribile! Deve averne, di energia e di coraggio, il Papa, per fronteggiare questo costante e perdurante ammutinamento. Preghiamo che Dio gli conservi vita lunga.

Anonimo ha detto...

PRIMO intervento di un officiale della Santa Sede contro l' "Osservatore"???

Cosa stai parlando!!!

Don Carusi non è un semplice prete appartenente a un Istituto Ecclesia Dei (Istituto del Buon Pastore). Non lavora in curia.

quirinus ha detto...

è una vita che insisto sulla necessità di CHIUDERE l'Osservatore, per ragioni morali. E' i-m-m-o-r-a-l-e tenere aperto un giornale Vaticano che spara fesserie a ciclo continuo, perennemente in perdita, che quasi nessuno legge (e meno male!) ma che fa comunque notizia e autorizza la stampa secolarista e i "cattolici adulti" a dire che "la Chiesa" dice quel che dicono loro.

Tutte le domeniche chi lavora e prova a crescere una famiglia da cristiani si deve sorbire i pistolotti su quanto saremmo "egoisti" perchè non facciamo tutti i volontari della Caritas o di Sant'Egidio, e poi buttano MILIONI di euro per uno schifo di giornale che mi racconta di quanto era bella la poesia dei poeti effeminati alla Baudelaire, o di come "The Blues Brothers" fosse un film di alti valori cattolici. Adesso vogliono fare l'esame di dottrina alle comunità Ecclesia Dei? Ma per favore!

Tra Osservatore, Sala Stampa e Radio Vaticana non se ne può più. Costano un occhio della testa per mantenere una serie di mangiapane a tradimento che fanno solo danni, peggio di un ministero italiano. Basta! E ci metto pure vatican.va! Per un terzo dei soldi che buttano se ne trovano a battaglioni di cattolici devoti al Papa e preparati che potrebbero fare un giornale online, un sito, un ufficio stampa e una radio degni del nome cattolico.

E con quello che si risparmierebbe hai voglia a vestire gli ignudi e dar da mangiare agli affamati! Altro che farci venire i sensi di colpa mentre ci chiedono più quattrini per i deliri architettonici che chiamano "chiese", o per le inondazioni in Bangladesh.

Scusate ma quanno ce vo', ce vo'!!

Anonimo ha detto...

Bravo don Carusi!
Ecco un articolo ed un modo di fare che mi rincuora.

SdC

laura ha detto...

Son d'accordo con Quirinus

Andrea ha detto...

Per l'Anonimo delle 11:41: grazie, mi sono confuso leggendo "sacerdote dipendente dalla Pontificia Commissione..". Spero che lei sia d'accordo con la seconda parte del mio commento, anche se temo di no.

Per quirinus: è proprio così, i centri di comunicazione (Osservatore, Sala Stampa e Radio Vaticana) sono a impostazione totalmente catto-massonica.
Aggiungo solo che l' "Osservatore" era "discreto" fino all'ultimo cambio di direzione.
In quel momento è avvenuto il reclutamento ufficiale del giornale nei ranghi della "Chiesa di quelli che hanno capito" (la LEZIONE di Kant, Rousseau, Hegel).
Un caro augurio per la sua famiglia!

sam ha detto...

Rilancio alcune parti (purtroppo sic!) molto significative:

"Meno ammissibile invece è il velato rimprovero alla Santa Sede, che non si lascerebbe imbrigliare dai canoni del diritto. Quasi a scordare che i Romani Pontefici godono di una giurisdizione “estensive universalis et intensive summa” e che il Papa, erigendo la Commissione “Ecclesia Dei” e affidandole poteri straordinari, non sta facendo altro che esercitare il Suo primato. Primato che, non dispiaccia ai canonisti, non è sottomesso al codice.... Ma in tempi di gallicanesimo episcopalista questo concetto sembra poco permeabile nelle menti dei giornalisti cattolici. E’ teologicamente, quindi canonicamente, ridicolo discutere del modo migliore di piegare le scelte del Papa all’uniformità del diritto ecclesiastico positivo, il quale trae la sua efficacia dalla promulgazione papale e non dalle urne dei parlamenti."

"crediamo che l’invocato “esame del Sant’Uffizio”, sarebbe più opportuno per la redazione
che non per gli Istituti accusati."

"A nostro avviso L’Osservatore Romano farebbe bene a rispettare maggiormente nei suoi articoli il Romano Pontefice e le Sue scelte, siano esse liturgiche o canoniche, oltre al Magistero costante della Chiesa"

"In questo caso invitiamo ancora una volta la redazione al rispetto delle istituzioni ecclesiastiche"

"Al seguito di tali affermazioni non è difficile capire come sia possibile che il Sommo Pontefice incontri tanta difficoltà nella sua opera di riforma della Chiesa né è arduo comprendere perché si incontrino tanti ostacoli alla diffusione degli Istituti tradizionali. Se su di essi e sulla liturgia che celebrano (vedi la preghiera del Venerdì Santo) si propaga il discredito, è naturale che le autorità ecclesiastiche locali siano diffidenti verso di essi, come in pratica accade. Non desta mistero constatare che l’episcopato sia generalmente ostile al rito tradizionale, all’opera di riforma del Papa e agli Istituti tradizionali, specie se il quotidiano della Santa Sede si permette gratuitamente di affermare che ancora dovranno essere approvati, “una volta esaminato che tutto sia in ordine sotto l’aspetto dottrinale”.

Sottoscriviamo in pieno le parole del Vescovo di San Marino S. Ecc.za Mons. Luigi Negri, che ebbe a dichiarare pochi giorni or sono ( Il Timone, gennaio 2011) : “il Papa sta facendo fatica a fare questa “riforma della riforma”. Esistono tendenze negative di resistenza, neanche tanto passive”."

sam ha detto...

Oremus pro Pontifice nostro Benedicto! Dominus conservet eum et vivificet eum et beatum faciat eum in terra et non tradat eum in animam inimicorum eius.

mariateresa ha detto...

credo che bisogna prendere l'articolo dell'Osservatore per quello che è: sono le opinioni di Di Cicco, un cosiddetto ratzingeriano di sinistra.
Non mi strapperei i capelli dalla testa anche se Di Cicco scade nel luogo comune qua e là.
L'Osservatore romano non è la Pravda. Sono sicura che pubblicheranno anche articoli di altra impostazione.
Può dare fastidio, non dico di no, ma da lì a immaginare tutta la redazione con la cazzuola e il grembiulino ce ne passa.

Abelardo ha detto...

Ben ha fatto Monsignore a piantarli in asso e ordinare i quattro vescovi che continueranno la Tradizione cattolica...la confusione nella Santa sede regna sovrana da cinquant'anni,per cui li lasciamo cuocere nel loro brodo...modernista!

Miserere ha detto...

Che tristezza! Povera la nostra Chiesa! Quante sofferenze per il Santo Padre!

Andrea ha detto...

Cara Mariateresa, ho detto che tutti i gangli comunicativi della Santa Sede sono massonizzati, e che l'"Osservatore" si era parzialmente salvato fino a pochi anni fa.
Questo significa che l'infezione è penetrata, molti anni fa, tramite i Gesuiti (Sala Stampa e Radio Vaticana), mentre per l'"Osservatore" la responsabilità è soprattutto dell'attuale direttore.
Le garantisco che osservo con angoscia l'azione dei Gesuiti da decenni, mentre sfogliavo volentieri il giornale fino al cambio di direzione, che ha segnato un cambiamento GENERALE.
Non si tratta affatto di un singolo articolo.

Sarebbe bellissimo che il problema fosse piccolo o inesistente!

Anonimo ha detto...

Concordo con Mariateresa.

Oltretutto L'Osservatore va considerato quotidiano della Santa Sede in maniera molto lata: gli articoli non passano dalla Congregazione per la Dottrina (come avviene invece per Civiltà Cattolica) e *soltanto* la rubrica relativa agli atti vaticani svoltisi esprime il punto di vista ufficiale della Santa Sede.

Ciò detto, un po' di cultura nelle debite pagine non uccide (e da quando in qua Baudelaire sarebbe un "poeta effeminato"?)

JP

Andrea ha detto...

Per JP: perché fosse "presentabile nel mondo della CULTURA", cioè per essere ammesso nel consesso dei "GRANDI giornali" ("La Stampa", il "Corriere", "La Repubblica", "Il Sole 24 ore"... massonici alcuni al 90%, altri al 100%), l'"Osservatore" è stato ridotto così.

Logica conseguenza di decenni trascorsi con il Clero "migliore" dedito a leggere "La Repubblica" e "L'Espresso", anziché a pregare il Signore che tali pubblicazioni non uccidessero troppe anime.