mercoledì 16 febbraio 2011

Il Papa: "Lo sforzo umano è incapace da solo di arrivare fino alle radici profonde delle abitudini cattive della persona e può solo frenarle ma non sradicarle completamente" (Izzo)

PAPA: DA SOLO NESSUNO RIESCE A EMENDARSI DALLE CATTIVE ABITUDINI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 feb.

"Lo sforzo umano è incapace da solo di arrivare fino alle radici profonde delle abitudini cattive della persona e può solo frenarle ma non sradicarle completamente".
Infatti solo "la necessaria azione speciale di Dio purifica radicalmente".
Lo ha affermato Bendetto XVI nel discorso all'Udienza Generale di oggi, dedicato alla "purificazione delle anime" secondo la visione teologica di san Giovanni della Croce il dottore della Chiesa al quale Karol Wojtyla dedico' la sua tesi di laurea.
Nel Cantico spirituale, ha spiegato il Papa, "San Giovanni presenta il cammino di purificazione dell'anima, e cioe' il progressivo possesso gioioso di Dio, finche' l'anima perviene a sentire che ama Dio con lo stesso amore con cui e' amata da lui", ha ricordato Benedetto XVI.
In particolare, la "ascesa al monte Carmelo" presenta "l'itinerario spirituale dal punto di vista della purificazione progressiva dell'anima, necessaria per scalare la vetta della perfezione cristiana, simboleggiata dalla cima del Monte Carmelo" e la "notte oscura" descrive "l'aspetto 'passivo', ossia l'intervento di Dio nel processo di 'purificazione' dell'anima". Per questo San Giovanni della Croce parla di "purificazione passiva", nel senso che "pur accettata dall',anima e' realizzata dallo Spirito Santo che e' come una fiamma di fuoco che consuma ogni impurita'". Quel che rende l'anima "pura e libera" e' "eliminare ogni dipendenza disordinata dalle cose".
Parlando a braccio, Benedetto XVI si e' poi domandato se quello di san Giovanni della Croce (vissuto nel sedicesimo secolo) sia "un esempio solo per poche anime elette che possono veramente intraprendere la via della purificazione e dell'ascesa mistica. Per trovare risposta dobbiamo tener presente - ha suggerito - che la vita di san Giovanni della Croce non era volare su nuvole mistiche", e fu, invece, costellata di difficolta' e persecuzioni.
Ma con la presenza di Cristo "la vita non e' un peso aggiunto al gia' sufficientemente duro fardello della vita, bensi' luce e forza che ci aiuta a portare il fardello. Se l'uomo porta in se' un grande amore, questo gli da' le ali e se sopporta le cose moleste della vita, questa e' fede". Il fedele si lascia "amare da Dio" e la santita' "non e' opera nostra molto difficile, ma
apertura che apre le finestre della nostra anima e trova la forza e la gioia dei redenti". "Preghiamo il Signore - ha poi esortato Papa Ratzinger rivolto ai cinquemila fedeli riuniti nell'Aula Nervi - che ci aiuti a trovare questa santita' di lasciarsi amare da Dio che e' la vocazione di noi tutti e la vera redenzione".
Il Papa teologo ha ricordato anche il sodalizio tra San Giovanni della Croce e Santa Teresa d'Avila che "lavorarono insieme alcuni mesi, condividendo ideali e proposte per inaugurare al piu' presto possibile la prima casa di Carmelitani Scalzi". "L'adesione alla riforma carmelitana non fu facile - ha rammentato il Pontefice - e costo' a Giovanni anche gravi sofferenze". Canonizzato nel 1726, "Giovanni e' considerato uno dei piu' importanti poeti lirici della letteratura spagnola". Secondo Giovanni della Croce, "tutto quello che esiste, creato da Dio, e' buono. Attraverso le creature, noi possiamo pervenire alla scoperta di Colui che in esse ha lasciato una traccia di se'". La fede, comunque, "e' l'unica fonte donata all'uomo per conoscere Dio cosi' come Egli e' in se stesso, come Dio Uno e Trino. Tutto quello che Dio voleva comunicare all'uomo, lo ha detto in Gesu' Cristo, la sua Parola fatta carne. Egli e' l'unica e definitiva via al Padre".

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1 commento:

laura ha detto...

La catechesi odierna è stata davvero eccezionale