sabato 5 febbraio 2011

Il Papa: l’operato dei tribunali sempre più vicino ai fedeli. Nella Chiesa una giustizia «retta, pronta, efficiente» (Mazza)

Nella Chiesa una giustizia «retta, pronta, efficiente»

Il Papa: l’operato dei tribunali sempre più vicino ai fedeli

DA ROMA SALVATORE MAZZA

Quello che si chiede è una «retta ammi­nistrazione della giustizia nella Chie­sa ». Ed è a questo compito che è chia­mato il Supremo tribunale della Segnatura a­postolica perché, «se è vero che l’ingiustizia va affrontata anzitutto con le armi spirituali del­la preghiera, della carità, del perdono e della pe­nitenza, tuttavia non si può escludere, in alcu­ni casi, l’opportunità e la necessità che essa sia fronteggiata con gli strumenti processuali».
È quanto ha detto ieri mattina Benedetto XVI, ricevendo i partecipanti all’Assemblea Plena­ria del Supremo tribunale del­la Segnatura apostolica, il su­premo tribunale della Chiesa cattolica al quale attiene «una funzione di vigilanza» sulla correttezza con cui viene am­ministrata la giustizia nei tri­bunali ecclesiastici di grado più basso». È stata, quella di ieri, la prima udienza alla Se­gnatura, ha sottolineato lo stesso Pontefice, «dopo la pro­mulgazione della Lex propria, che ho sottoscritto il 21 giu­gno 2008», e proprio in quel­l’occasione la stessa Segnatu­ra «aveva espresso il “desiderio” di “una Con­gregatio plenaria periodica alla promozione della retta amministrazione della giustizia nel­la Chiesa”, con particolare attenzione all’eser­cizio costante della funzione di indirizzo ri­volta ai Moderatori dei tribunali diocesani e interdiocesani, ai quali compete istituzional­mente la responsabilità diretta per l’ammini­strazione della giustizia».
«Si tratta – ha detto papa Ratzinger a questo proposito – di un’opera coordinata e paziente, volta soprattutto a fornire ai fedeli un’ammi­nistrazione della giustizia retta, pronta ed ef­ficiente, come chiedevo, in relazione alle cau­se di nullità matrimoniale, nell’esortazione a­postolica postsinodale Sacramentum carita­tis » . Ancora a tale riguardo, Benedetto XVI ha ricordato l’Istruzione Dignitas connubii, il do­cumento che fornisce a chi si occupa di nul­lità matrimoniale «tutte le norme necessarie» perché tali cause «siano trattate e definite nel modo più celere e sicuro», tenendo anche con­to delle «giuste esigenze» di «semplicità». Dun­que, ha detto, la Segnatura deve provvedere a che ogni atto si compia nel solco della più com­pleta equità, poiché «è un obbligo grave quel­lo di rendere l’operato istituzionale della Chie­sa nei tribunali sempre più vicino ai fedeli». «Incoraggio pertanto – ha esortato – anche la riflessione, che vi impegnerà in questi giorni, sulla retta giurisprudenza da proporre ai tri­bunali locali in materia di error iuris quale mo­tivo di nullità matrimoniale». Altro argomento «delicato» di competenza del­la Segnatura sono le «controversie» sorte in ambito ecclesiastico, riguardanti singoli ma anche le istituzioni vaticane in quanto tali, ad esempio un conflitto di competenza tra di­casteri. È questo, per il Papa, un «servizio di primaria importanza», da svolgere predispo­nendo «strumenti di giustizia» in grado di por­tare a una «pacifica composizione delle con­troversie », anche attraverso «l’istituzione di uffici o consigli» appositi. Anche gli strumenti processuali, infatti, «costituiscono, anzitutto, luoghi di dialogo, che talvolta conducono al­la concordia e alla riconciliazione». E qualo­ra non sia invece possibile comporre pacifi­camente tale controversia, anche lo svolgi­mento del processo dovrà puntare all’obiet­tivo più alto, la «ricostituzione della comu­nione ecclesiale». Infatti «il faticoso ristabili­mento della giustizia è destinato a ricostrui­re giuste e ordinate relazioni tra i fedeli e tra loro e l’autorità ecclesiastica. Infatti la pace in­teriore e la volenterosa collaborazione dei fe­deli nella missione della Chiesa scaturiscono dalla ristabilita coscienza di svolgere piena­mente la propria vocazione».

© Copyright Avvenire, 5 febbraio 2011

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