giovedì 10 febbraio 2011

Per diffondere la voce del Papa (O.R.)

Per diffondere la voce del Papa

Radio Vaticana è nata insieme con il nuovo Stato istituito con i Patti lateranensi, ed è proprio una delle strutture che lo caratterizzano nella sua sovranità e libertà di azione internazionale.
Diverso, invece, il contesto in cui nacque "L'Osservatore Romano", insieme all'unità d'Italia e al tramonto del potere temporale dei Papi. Lo evidenzia il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato, nell'intervento introduttivo della conferenza svoltasi giovedì 10 febbraio. Il porporato ricorda le tappe principali della nascita dell'emittente pontificia, sottolineando come con la nuova stazione la Città del Vaticano "ha uno strumento proprio di telecomunicazioni che la rende sovrana e autonoma in questo campo, potendo sviluppare servizi radiotelegrafici e radiotelefonici propri". In questo senso, è naturale notare che la prima stazione radio "era stata concepita principalmente per svolgere questi servizi di telegrafia e telefonia, e quindi la radio nel suo nascere è strettissimamente legata alle funzioni dello Stato e dipende direttamente dal Governatorato". Con questo nuovo strumento Pio XI ebbe non solo a disposizione il telegrafo senza fili, ma un microfono che gli permise di raggiungere con la sua voce il mondo intero. Con la Radio "l'universalità del suo servizio ha una via assolutamente nuova ed efficace per esprimersi". Infatti, i radiomessaggi "diverranno, almeno per diversi decenni, uno dei più importanti generi di espressione del magistero papale e soprattutto dei suoi moniti in rapporto alla situazione del mondo". Nel corso della sua storia la Radio è stata "lo strumento più adatto, forse l'unico, per diffondere un messaggio di fede e di libertà capace di superare le frontiere". Un aspetto particolare del suo servizio è "la ripresa del suono e l'amplificazione nei molti diversi luoghi in cui si svolgono le attività del Papa e altri eventi di rilievo in Vaticano": un modo, questo, non solo per far udire la voce del Pontefice ma anche per registrarla e custodirla come "fonte di documentazione e di studio preziosissima".

(©L'Osservatore Romano - 11 febbraio 2011)

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