La finanza distorta e l'economia reale
La distribuzione delle risorse, la differenza - profonda - tra economia e finanza, le modalità di ottenere il profitto.
Benedetto XVI torna ancora una volta sul rapporto tra economia ed etica e non risparmia giudizi taglienti. La globalizzazione - ha detto - non ha portato a una più equa distribuzione delle risorse e la crisi economica ha accentuato le diseguaglianze. Su energie e materie prime alimentari la speculazione è inaccettabile. Il Papa ha parlato con preoccupazione delle disparità a danno dei più poveri ma ha messo soprattutto l'accento sulle distorsioni della finanza. «Non sono meno preoccupanti - ha detto - i fenomeni legati a una finanza che, dopo la fase più acuta della crisi, è tornata a praticare con frenesia dei contratti di credito che spesso consentono una speculazione senza limiti».
Non li ha chiamati derivati sintetici, non è linguaggio da Pontefice, ma non è difficile immaginare che a quegli strumenti si riferiva. Derivati novello sterco del diavolo? Il sasso nello stagno è lanciato. Il mondo della finanza non può ignorare che - come dimostra l'inchiesta del Sole 24 Ore - il problema esiste. I derivati sono uno strumento utilissimo. Il loro uso, spesso, è stato disinvolto. La differenza sta in questo. Non è poco.
© Copyright Il Sole 24 Ore, 17 maggio 2011 consultabile online anche qui.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento