martedì 24 maggio 2011

Brani da due omelie del beato card. Stepinac, nelle quali il porporato condanna l'antisemitismo nazista della Germania e del regime croato di Ante Pavelić

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE IN CROAZIA (4 - 5 GIUGNO 2011): LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo, con il permesso del traduttore, i seguenti brani da due omelie del beato card. Stepinac, nelle quali, pubblicamente ed a rischio della propria stessa vita, il cardinale condanna l'antisemitismo nazista e fascista della Germania e del regime croato di Ante Pavelić.

25 novembre 1942 – festa di Cristo Re

“Ma che cosa sono davanti a Dio, le razze e i popoli sulla terra? E' cosa buona domandarci questo, in un tempo in cui le teorie di classe, di razza e di popolo sono diventate primo argomento di discussione tra gli uomini.

La prima cosa che affermiamo è che tutti i popoli, senza eccezione, davanti a Dio sono un nulla. Dice il profeta: “Tutti i popoli sono un nulla davanti a Lui, ed egli li considera un nulla“ (Isaia 40, 17). Nella storia dell'umanità, queste parole hanno avuto molte volte una conferma., quando la mano di Dio, per vari ragioni, hanno cancellato la presenza di singoli popoli dalla faccia della terra. Essa è in grado di fare questo anche oggi con ogni popolo, perché il Signore ha creato il piccolo e il grande (Sap. 6,8), se quel popolo non agisse secondo la legge posta dal Signore.

La seconda cosa che affermiamo è che tutti i popoli e le razze vengono da Dio. In realtà esiste una sola razza, e questa è la razza di Dio. Il suo certificato di nascita si trova nel Libro della Genesi, quando la mano di Dio dal fango della terra ha creato il primo uomo e gli ha infuso lo spirito di vita (Genesi, 2,7). Allo stesso modo ha creato per lui una compagna, e poi li ha benedetti dicendo “Crescete e moltiplicatevi e popolate la terra“ (Genesi 1,28). Ogni appartenente a questa razza è uguale, e tale rimarrà fino alla fine dei tempi, nella venuta su questa terra, e nella dipartita da essa, perché per tutti, senza eccezione vale ciò che è stato scritto con il dito di Dio: “Polvere sei e polvere diventerai“. (Genesi, 3, 19).

I membri di questa razza possono essere di maggiore o di minore cultura, possono essere di colore bianco o nero, possono essere separati dagli oceani, possono vivere al polo nord o al polo sud, ma rimangono una razza che viene da Dio e deve servire Dio secondo le norme della legge di Dio naturale e positiva, iscritta nei cuori e nelle anime degli uomini e rivelata attraverso il Figlio di Dio Gesù Cristo, Re di tutti i popoli.

Perché quindi esistono diversi popoli, e qual è la loro funzione? Tutti sono qui senza differenze per servire e glorificare Dio. … Quanto meraviglioso deve essere Dio, quando è in grado di creare un regno vegetale così vario! Quanto è vario il regno minerale! Quanto è vario il regno animale! Quale numero enorme di stelle è nel cielo! Quanto enormi sono gli oceani! Come balza all'occhio la straordinarietà della Sua grandezza, della sua saggezza e della sua forza, vedendo che ha creato una tale quantità di popoli sulla terra con un numero così grande di lingue! Per questa diversità di lingue e di popoli può derivare molte nobili gare tra i popoli e un avanzamento della cultura così come la vita nelle famiglie è molto più viva quando ci sono i vostri figli.

Alla fine l'appartenenza ad un popolo può rappresentare una forte cancellata a difesa della degradazione morale che avanza da un altro popolo. Dio ha avuto quindi grandi e sagge ragioni quando ha creato una varietà di popoli e ha dato il comando di provare un sincero amore verso il proprio popolo nel cuore e nelle anime degli uomini.

Tuttavia, questa varietà non deve essere fonte di distruzione reciproca.

Giacché, ed è questa la terza cosa che affermiamo, ogni popolo e ogni razza, quale oggi si sviluppa sulla terra, ha il diritto ad una vita degna di uomo, ed è necessario avere verso di loro un modo di fare da uomo degno. Tutti sono senza differenza, appartenenti alla razza zingara o a qualsiasi altra, neri o europei affamati, ebrei dalla pelle olivastra o superbi ariani, tutti hanno diritto a dire: “Padre Nostro che sei nei cieli“. E dal momento che Dio ha dato a tutti tale diritto, quale potenza umana può negarla loro? Tutti i popoli senza differenze, qualsiasi sia il loro nome, hanno il medesimo dovere di battersi il petto e dire: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori“.

Per questo motivo la Chiesa cattolica ha sempre condannato, e anche oggi condanna, ogni ingiustizia e violenza che si compie in nome delle teorie di classe, di razza e di appartenenza ad un popolo, perché è una cosa simile alla lotta di classe che ha compiuto il bolscevismo. Non si possono cancellare dalla faccia della terra ebrei e zingari, e ciò per il fatto perché li si considera una razza inferiore. Se si accettano con tale facilità i principi di varie teorie senza fondamento, per quale popolo vi sarà sicurezza di vita sulla terra? …

31 ottobre 1943 – a conclusione della grande processione penitenziale.

… Ad essi dico prima di tutto che noi non desideriamo essere le tromba politica che con la propria voce favorisce i desideri del momento e i bisogni di singoli partiti o singoli. Abbiamo sempre sottolineato anche nella vita pubblica i principi dell'eterna legge di Dio, che vale senza differenze per croati, serbi, ebrei, zingari, cattolici, musulmani, ortodossi o per qualsiasi altro, Ma non possiamo chiamare alla ribellione né obbligare fisicamente qualcuno ad attuare queste leggi di Dio, perché ogni uomo risponderà delle proprie azioni secondo le parole dell’Apostolo, il quale dice, ciascuno porterà il proprio fardello.

… Risponderemo anche a coloro che ci accusano di essere stati d’accordo con il razzismo, perché, come vedete, nelle teste di qualcuno la Chiesa cattolica è colpevole di tutto. Abbiamo preso posizione sul razzismo fin da quando il razzismo esiste, e non certo solo oggi. E questa posizione è semplicissima e chiara. La Chiesa cattolica non conosce razze che dominano, e razze che servono come schiavi. La Chiesa cattolica conosce solamente razze come creazione di Dio … Per essa l’uomo è uguale, che sia un nero dell’Africa o europeo. Per essa il re nel palazzo reale è uomo nella stessa misura in cui lo è l’ultimo povero o zingaro sotto la tenda. Essa, tra questi uomini, non conosce differenze essenziali, se sono uomini: l’uno e l’altro hanno un’anima immortale. Uno e l’altro sono della medesima origine regale … La Chiesa cattolica non può accettare che una qualsiasi razza o un qualsiasi popolo, solo perché è più numeroso e più forte con le armi, possa commettere violenza su un altro popolo meno numeroso e peggio armato. Non possiamo accettare che si uccidano innocenti, perché ad esempio in un imboscata è stato ucciso un soldato, neppure se fosse della razza più nobile. Il sistema di massacrare centinaia di ostaggi per un crimine per il quale non si può scoprire il colpevole, è un sistema pagano che non ha mai portato buoni frutti …

Condannando tutte le ingiustizie, tutte le uccisioni di innocenti, tutte le distruzioni di tranquilli villaggi … soffrendo le sofferenze e le disgrazie di tutti, che oggi soffrono ingiustamente, rispondiamo in questo modo:

La Chiesa è per quell’ordine che è tanto antico quanto i Dieci Comandamenti di Dio. Noi siamo per l’ordine che non è sulla carta che può decomporsi, ma che ha scritto nella coscienza umana il dito di Dio vivente. Fondamento di quest’ordine è il Signore Dio, che non si perde nei paragrafi, come i legislatori terreni, ma che ha riassunto tutto l’ordine in dieci Comandamenti. Siamo tenuti a dare a Dio onore e gloria, perché è il nostro Creatore. Ai genitori, alle personalità che reggono lo stato e alla Patria siamo tenuti a dare amore, obbedienza e sacrificio, se è necessario. Il nostro prossimo, qualsiasi sia il suo nome, non è solo una vite nella macchina dello Stato, sia esso di colore rosso o nero, giallo o verde, ma è un libero figlio di Dio, nostro fratello in Dio. Quindi al prossimo dobbiamo dare il diritto alla vita, al possesso di beni, all’onore, perché sta scritto: “Non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza contro il Tuo prossimo”. Dobbiamo rispettare la sua famiglia, perché sta scritto con il dito di Dio: “Non desiderare la donna d’altri”. Dobbiamo rispettare noi stessi, perché sta scritto “Non commettere atti impuri”.

E si ingannerebbe gravemente chi pensasse che non vi sono sanzioni per i trasgressori. Tutto questo terribile caos che il mondo sta vivendo, non è altro che una punizione di Dio per l’infrazione dei comandamenti di Dio, per il disprezzo del Vangelo di Cristo. E se l’umanità non vorrà riconoscere l’autorità di Dio su di essa, è del tutto certo che la destra di Dio colpirà ancora più pesantemente.

Le omelie sono riportate nel libro di Aleksa Benigar “Stepinac”, pagg. pp. 409-416, traduzione di Guido Villa.

Nota del traduttore (tratta dal libro in cui sono riportate in lingua croata queste omelie):

Il Ministro dell’istruzione dott. Julije Makanec articolo “Chiamati e non chiamati” in Hrvatski Narod del 7 novembre, rispose pesantemente a quest’ultima predica, anzitutto per il fatto che l’arcivescovo aveva condannato come inumani certi modi di fare degli ustascia, e in secondo luogo, perché aveva ripetuto la dottrina della Chiesa cattolica che si oppone alla teoria razziale. La predica dell’arcivescovo, disse il Ministro, è un coltello che si infigge nella schiena degli eroici combattenti ustascia. Egli inoltre respingeva il fatto che l’arcivescovo avesse diritto ad immischiarsi nella politica e gli consigliava di occuparsi di cose ecclesiali.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Quello che manca oggi nella Chiesa è l´apologetica: il desiderio di confutare il fango che viene gettato contro la Chiesa e gli uomini di Chiesa ingiustamente accusati.

Ancora milioni di fedeli sono convinti che il beato Stepinac appoggiasse il regime e benedicesse lo sterminio dei serbi, ma ben pochi si curano di difenderne il nome e di confutare con i documenti e i suoi discorsi queste calunni.
Ugualmente con Pio XII.

Cara Chiesa sveglia: ogni maldicenza, menzogna non confutata è mezzo avvallata.

Jacu

Raffaella ha detto...

Con me, caro Jacu, non sfondi una porta aperta ma un cancello spalancato!
R.

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella,

guarda però con che celerità Avvenire difende Tettamanzi.
http://www.repubblica.it/politica/2011/05/24/news/avvenire_replica_a_sallusti-16684548/?ref=HREA-1

Jacu

Raffaella ha detto...

:-))))))))
R.

sonny ha detto...

Non avevamo dubbi, caro Jacu!

gemma ha detto...

Wahoo wahoo che difesa appassionata contro il giornale per Tettamanzi... Magari ci sarebbe piaciuto vederne qualcuna altrettanto celere e appassionata per i numerosi attacchi che anche l'altrettanto alto magistero del Papa subisce regolarmente, nonchè il fango sulla sua persona, ma poi ci dicono che siamo fanatici...

un passante ha detto...

quando viene attaccato il Papa è più facile che vi indignate prima voi, gli altri se arrivano, lo fanno dopo. Quando vengono attaccati i vescovi si indignano subito i media cattolici quando non i vescovi stessi. Se qualche giornale straniero ipotizza una responsabilità di Ratzinger ai tempi della cdf o quando era vescovo di Monaco, ampia risonanza sulla stampa italiana e tutti zitti a leggere senza ribattere. Se lo fa con un qualche vescovo italiano, poco risalto tra le righe italiane e grande indignazione. Io almeno la vedo così, e sono obiettivo, non fanatico, al punto che viene da pensare che il vero potere forte nella chiesa non sia certo il papato

Anonimo ha detto...

Vero ogni menzogna non confutata è mezzo avvallata. Anche quella che Avvenire non avrebbe mai difeso Benedetto dalle critiche ingiuste.
Come queste di Tarquinio le prime che mi vengono in mente.

http://www.google.it/search?as_q=litizzetto%20Benedetto&as_sitesearch=www.avvenire.it

(Commento tagliato dal moderatore per i contenuti provocatori).

Anonimo ha detto...

urca,che esempio lampante!
tarquinio che difende il papa dalla litizzetto.
riusciamo a trovare anche qualche editoriale del 2010?

Fabiola ha detto...

Mons. Negri, Vescovo di S.Marino-Montefeltro, scelse come stemma episcopale, nel 2005, lo stesso stemma che era stato del beato card. Stepinac.
Un gesto di splendida "apologetica".

gemma ha detto...

e firmati, su! Vorrei ricordare che qui forse si alludeva al new york times e ad editoriali pesanti, non al tempo che fa