Chiesa/ Mons. Crociata: Stima e vicinanza per mons. Maniago
L'ausiliare di Firenze e il caso del pedofilo don Cantini
Il segretario generale della Cei ribadisce "stima e vicinanza" a monsignor Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze, tirato in ballo da testimoni in connessione con le indagini a carico di don Lelio Cantini, sacerdote ridotto allo stato laicale dal Papa e condannato per abusi sessuali sui minori.
"Non posso che esprimere stima e vicinanza nei confronti di monsignor Claudio Maniago. Non abbiamo notizie di particolari procedimenti. Se gli elementi dovessero venire fuori, li vedremo. Ma non ci sono motivi di farne un caso, visto che, peraltro, il procedimento relativo al sacerdote risulta chiuso in modo chiaro e preciso".
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CHIESA: CEI, STIMA E VICINANZA A MONS. MANIAGO. 'NON FARNE UN CASO'
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 24 mag
''Stima e vicinanza'' per mons. Claudio Maniago, il vescovo ausiliare di Firenze coinvolto da alcuni testimoni nelle indagini su don Lelio Cantini, sacerdote ridotto allo stato laicale da papa Benedetto XVI e condannato per abusi sessuali su minori.
L'ha espressa il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, durante una conferenza stampa nell'ambito dei lavori dell'Assemblea Generale dei vescovi.
''Non posso che esprimere stima e vicinanza nei confronti di monsignor Claudio Maniago - ha detto Crociata - . Non abbiamo notizie di particolari procedimenti. Se gli elementi dovessero venire fuori, li vedremo. Ma non ci sono motivi di farne un caso, visto che, peraltro, il procedimento relativo al sacerdote risulta chiuso in modo chiaro e preciso''.
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Vedi anche:
Don Cantini, violenze provate ma tutti prescritti i reati di pedofilia
Le parole hanno un loro peso...facciamo attenzione! Ricordiamo che la Santa Sede (la Cei non c'entra nulla) ha fatto richiesta di rogatoria, accettata dalla procura di Firenze. Clicca qui per ulteriori dettagli.
R.
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1 commento:
Sì, le parole hanno un senso ed un peso.
Io, che notoriamente non son tenero con preti, vescovi e cardinali, ho sempre difeso pubblicamente mons. Maniago, verbalmente e per iscritto , anche in internet, suscitando le ire di qualche amico tradizionalista. E certo non per piaggeria.
I reati del perfido Cantini risalgon ad anni in cui il giovanissimo Maniago frequentava quella parrocchia. Se avesse in qualche modo visto o fosse venuto a conoscenza di fatti così ripugnanti, nel corso della consacrazione episcopale non avrebbe ringraziato don Cantini per la spiritualità che aveva saputo infondere a lui come ad altri giovani. Maniago non è un cretino, dunque parlava in buona fede: quasi all'orlo del baratro dello scandalo rivelava la sua ingenuità.
Un sacerdote, purtroppo non da molto defunto, di vita veramente santa, per diveersi anni collaborò col Cantini in quella parrocchia: ebbene a miei carissimi amici a cui lo legavan vincoli di grande stima e affetto, ammise candidamente di non aver mai avuto sospetti di sorta e d'aver ritenuto sempre il confratello un prete virtuosissimo. Aveva chiesto di lasciar la parrocchia per l'invadenza della "perpetua" padrona e solo per quello.
Quanto ad altre accuse, mi sembran cialtronerie e avidità: mons. Maniago non ha niente di ambiguo.
Giustamente mons. Crociata dichiara che se verranno alla luce fatti nuovi si studieranno.
Ed anch'io ne prenderò atto. E condannerò se ci sarà da condannare.
Allo stato mi schiero accanto al mio vescovo ausiliare, che non è certo vicino alle mie posizioni teologico-liturgiche.
Il caso avrebbe potuto risolversi molto tempo prima se il card. Piovanelli, che era stato messo al corrente dei reati e li aveva riconosciuti come tali, avesse preso provvedimenti seri ed invece, come si espresse in un'intervista, "aveva riservato a Cantini una severa reprensione". Il marcio è qui. Il successore Antonelli non ha fatto molto. L'attuale aricivescovo mons. Betori s'è trovato la patata bollente tra le mani e, a mio avviso s'è mosso con prudenza e fermezza.
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