domenica 15 maggio 2011

Il Papa accende 300mila desideri di Dio (Paolo Fusco)

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Il Papa accende 300mila desideri di Dio

Paolo Fusco

Doveva confermarci nella fede, si è detto lui stesso confermato nella fede. Nello scambio di testimonianze che alimenta l'affidamento a Dio – motore primo della Visita pastorale nel Patriarcato di Venezia – sta uno dei frutti dell'intensa visita pastorale compiuta da Benedetto XVI nelle terre del Nordest.

L'ha detto lo stesso Joseph Ratzinger, il papa 84enne che dal pomeriggio di sabato 7 alla sera di domenica 8 maggio ha retto un programma di incontri e celebrazioni che ha fiaccato anche i più giovani e allenati cronisti: «La visita a Venezia è un'esperienza meravigliosa che mi rafforza nel mio compito di “confermare i fratelli nella fede”, che è il compito del successore di Pietro», ha commentato alla fine del pranzo di domenica, consumato insieme ai vescovi nel palazzo patriarcale. «Anzi, io stesso mi sento confermato nella fede da questo viaggio».

La forza di una presenza. Se dei semplici fedeli hanno “confermato nella fede” il Papa, è avvenuto per la sola forza della loro presenza: un'accoglienza calorosa, festosa e spontanea ha caratterizzato tutti i momenti della visita.
Il primo abbraccio con la folla è avvenuto ad Aquileia, dove erano accorsi in 40 mila dal Friuli Venezia Giulia e dalle nazioni confinanti; a Venezia, fin dal tragitto verso piazza S. Marco striscioni e canti hanno accolto il Pontefice lungo le rive; in 25 mila hanno assistito al saluto scambiato con la città. La vera sorpresa è stata la messa domenicale a S. Giuliano, con i quasi 300 mila fedeli, giunti con 400 autobus, 2.700 autovetture, in treno, a piedi e in bicicletta (15 mila i mezzi nel parcheggio allestito per le due ruote).
Ai vescovi, Benedetto XVI ha detto di essere rimasto molto soddisfatto e compiaciuto della qualità della celebrazione eucaristica nel parco mestrino; così come dell'entusiasmo manifestato lungo il Canal Grande durante il successivo corteo acqueo, seguito da quasi 50 mila persone. In migliaia, ancora, hanno “scortato” il Pontefice nel trasferimento dalla Basilica di S. Marco a quella della Salute, con il viaggio in gondola che rimarrà quasi un'icona della trasferta veneziana.

Il messaggio di Benedetto. Oltre alle immagini che ogni pellegrino custodirà nella sua memoria e alle sensazioni provate, a restare saranno soprattutto le parole pronunciate dal Papa. Più volte, nei suoi discorsi, è tornato su un concetto: la gloria, la tradizione e la santità dell'Aquileia cristiana vanno fatte rivivere nel presente, attraverso un'opera missionaria di nuova evangelizzazione che renda conto della speranza cristiana all'uomo moderno, sopraffatto da vaste e inquietanti problematiche. Ha messo in guardia, il Papa, dal pericolo che la fede venga indebolita dalla cultura odierna, riducendosi a un orizzonte superficiale senza sostanza. Ha esortato a incarnare un modello di santità che si alimenta dei fondamentali della vita cristiana: l'ascolto della Parola di Dio, la celebrazione dell'eucaristia, la comunione fraterna. Ha incoraggiato a portare i valori della fede nella vita civile, politica, culturale, economica, per contribuire con il meglio che abbiamo – la speranza in Cristo risorto – alla costruzione della città terrena, al fianco dei nostri fratelli uomini. Ha benedetto gli sforzi che vengono fatti per l'edificazione di un nuovo Nordest, ponte non solo tra Est ed Ovest ma anche tra Nord e Sud del mondo; e per la costruzione di una nuova comunione tra le Chiese di queste regioni. Ha indicato la via dell'apertura anche nei riguardi degli stranieri che giungono nelle nostre terre.

Vento e ringraziamenti. La lunga due giorni ha lasciato più che soddisfatti gli organizzatori e ha toccato anche i più stretti collaboratori del Pontefice. La giornata di mons. Beniamino Pizziol, vescovo eletto di Vicenza e presidente del comitato organizzatore della Cet, si è conclusa con i timori per il grande vento che in serata ha colpito l'area di S. Giuliano e per la tenuta del palco alto 30 metri: se quel vento fosse giunto in mattinata, la messa sarebbe stata annullata. Ma è arrivata anche la consolazione di un messaggio giunto dal responsabile della Gendarmeria vaticana: «Eccellenza, termino la serata dedicandole ancora un pensiero di gratitudine per tutta l'impostazione, la perfetta organizzazione, l'eccellente rete comunicativa e operativa creata, la passione trasmessa, la testimonianza resa. Il Papa e direi anche noi siamo tornati a casa stanchi ma felici; soprattutto il Santo Padre sprizzava gioia e felicità che ha manifestato anche al suo arrivo». Di più, evidentemente, non si poteva sperare.

Tratto da GENTE VENETA, n.21/2011

http://www.gvonline.it/public/articolo.php?id=6512

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