lunedì 9 maggio 2011

Il Papa al Nordest: una visita che è già storia (Ansa)

LA DUE GIORNI DEL PONTEFICE

Papa, una visita che è già storia
'Venezia città della vita e della bellezza'


Il pontefice chiude la visita con un discorso nella chiesa del Longhena. Tre metafore: la Città liquida, la Salute, la Serenissima. Nel pomeriggio la spettacolare traversata del bacino di San Marco in gondola

VENEZIA - Venezia «città d’acqua» non esprima una cultura «liquida», compia invece scelte basate non sull«effimero e il relativo», bensì fondate su arte, sapere, relazioni tra gli uomini e i popoli».
Lo ha auspicato il Papa incontrando nella Basilica della Salute, sede del Marcianum, il polo accademico promosso dal Patriarcato di Venezia, esponenti del mondo della cultura, dell’arte e dell’economia (presenti all’incontro con il Papa al Marcianum anche il presidente della comunità ebraica di Venezia, Amos Luzzatto, il rabbino capo della città lagunare, Gili Benyamin, il presidente della Comunità islamica di Venezia Bach Abdallah e il presidente della Associazione dialogo e cultura Milad, Ali Riza Muderrisoglu). Benedetto XVI ha proposto prima di tutto la «metafora suggestiva» dell’acqua, «simbolo ambivalente, di vita ma anche di morte» come sanno «le popolazioni colpite da alluvioni e maremoti». «L’essere Venezia "città d’acqua" - ha osservato Benedetto XVI - fa pensare ad un celebre sociologo contemporaneo (il polacco Zygmunt Bauman, ndr), che ha definito "liquida" la nostra società, e così la cultura europea: una cultura "liquida", per esprimere la sua "fluidita" la sua poca stabilità o forse la sua assenza di stabilità, la mutevolezza, l’inconsistenza che a volte sembra caratterizzarla». Anziché «città liquida», ha auspicato papa Ratzinger, Venezia sia «città della vita e della bellezza». «Certo - ha commentato - è una scelta, ma nella storia bisogna scegliere: l’uomo è libero di interpretare, di dare un senso alla realtà, e proprio in questa libertà consiste la sua grande dignità». «Nell’ambito di una città, qualunque essa sia - ha osservato - anche le scelte di carattere amministrativo culturale ed economico dipendono, in fondo, da questo orientamento fondamentale, che possiamo chiamare "politico" nell’accezione più nobile e più alta del termine. Si tratta di scegliere - ha invitato - tra una città "liquida", patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell’effimero, e una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo alle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli».

LA SALUTE - La seconda metafora è stata quella della salute. «La salute non è solo «stare bene» e essere sereni è anche vivere rapporti di «mutuo rispetto, reciproca conoscenza» e godere di «relazioni di amicizia». Ricordando l’origine della Chiesa della Salute, edificata per un voto alla Madonna che aveva liberato la città dalla peste del 1630, Benedetto XVI ha commentato che «la salute è una realtà onnicomprensiva, integrale: va dallo "stare bene" che ci permette di vivere serenamente una giornata di studio e di lavoro, o di vacanza, fino alla salus animae, da cui dipende il nostro destino eterno. Dio - ha aggiunto - si prende cura di tutto ciò, senza escludere nulla, si prende cura della nostra salute in senso pieno».

LA SERENISSIMA Altra metafora utilizzata dal Papa è stata quella della «Serenissima» che «ci parla di una civiltà della pace, fondata sul mutuo rispetto, sulla reciproca conoscenza, sulle relazioni di amicizia». Lo ha rimarcato il Papa nell’incontro con il mondo della cultura e dell’economia alla Madonna della Salute. «Serenissima - ha detto - è un titolo davvero stupendo, si direbbe utopico, rispetto alla realtà terrena, e tuttavia capace di suscitare non solo memorie di glorie passate, ma anche ideali trainanti nella progettazione dell’oggi e del domani, in questa grande regione». «Venezia - ha aggiunto - ha una lunga storia e ricco patrimonio umano, spirituale e artistico, per essere capace anche oggi di offrire un prezioso contributo nell’aiutare gli uomini a credere in un futuro migliore e ad impegnarsi a costruirlo». E il Vangelo «è la più grande forza di trasformazione del mondo, ma non è un’utopia, nè un’ideologia». «Alla città Serenissima si giunge attraverso questa via», quella tracciata, ha detto il Papa, da Cristo, e dal Concilio. Quella sulla Serenissima è la terza delle «metafore suggestive» collegate a Venezia e proposte dal Papa nell’incontro alla Salute. Le altre due sono la metafora dell’acqua e la metafora della salute.

LA TRAVERSATA IN GONDOLA - Prima del discorso alla Salute il Papa ha attraversato parte del bacino di San Marco e del Canal Grande sulla dogaressa, la gondola più invidiata di Venezia, la quattro remi che portava i dogi e che ha fatto salire anche Giovanni Paolo II. Se la sono disputata in molti e alla fine la scelta è ricaduta sui campioni del remo: i fratelli Strigheta, D'Este e Vignotto.

A SAN MARCO - «Questa solenne celebrazione conclude la visita pastorale: la Santità vostra ha voluto benevolmente prendervi parte. Grazie, beatissimo padre». Questo il saluto che il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha rivolto a Papa Benedetto XVI nella Basilica di San Marco. «La provvidenza ha voluto che la visita pastorale nel patriarcato avesse inizio nei giorni immediatamente precedenti la vostra elezione alla cattedra di Pietro - ha detto Scola - quel 10 aprile 2005 infatti il cardinale Marco ed io ci trasferimmo da Roma a Venezia per partecipare all’Assemblea Ecclesiale che diede inizio alla visita pastorale indetta l’anno precedente». «Oggi concludiamo un impegnativo itinerario con la grazia di venir confermati nella fede dal successore di Pietro, fisicamente tra noi - ha proseguito - come non riconoscere la cura provvidente del padre in questa doppia delicata coincidenza? abbiamo cominciato con la sua elezione e concludiamo con la sua presenza». «La nostra figliolanza nei vostri confronti Santo Padre è ben espressa in uno dei mirabili mosaici della nostra Basilica - ha concluso il patriarca - nel cartiglio che descrive il gesto con cui Marco presenta il vangelo a Pietro si legge: Pietro "approva il vangelo di Marco e lo consegna alla Chiesa perchè lo legga"».

ALZAREMO PER IL PAPA - L’alzaremo delle compagnie remiere aveva accolto in Canal Grande l’arrivo del motoscafo con Papa Benedetto XVI nel tratto finale del tragitto di trasferimento dal parco San Giuliano, dove il Pontefice aveva officiato la messa di fronte a quasi 300mila persone, al Palazzo Patriarcale, a San Marco. Le imbarcazioni a remi, segno vivo della tradizione e del rapporto di Venezia con l’acqua, si erano accodate al motoscafo papale. Tutte le barche erano addobbate con fiocchi con i colori vaticani a poppa e a prua. Molte persone hanno seguito il corteo dalle rive del Canal Grande e dalla finestre dei palazzi. In Patriarcato un pranzo a base di pesce e un dolce alla frutta.

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