domenica 8 maggio 2011

Il Papa: all'Italia servono valori e politici valorosi. Il commento di Salvatore Izzo

PAPA: ALL'ITALIA SERVONO VALORI E POLITICI VALOROSI

(AGI) - Venezia, 7 mag.

(di Salvatore Izzo)

"Le scelte della comunita' civile siano sempre ispirate ai principi etici corrispondenti alla profonda verita' della natura umana".
Benedetto XVI ha concluso con quest'appello la sua prima giornata in Triveneto, dove ad Aquileia e' stato accolto da una bella folla (alcune migliaia di fedeli, piu' numerosi che a Venezia, dove la popolazione e' stata tenuta lontana da controlli troppo rigidi) e ha rinnovato la richiesta di "una nuova generazione di uomini e donne capaci di assumersi responsabilita' dirette nei vari ambiti del sociale, in modo particolare in quello politico". Ed ha ricordato che la politica oggi "ha piu' che mai bisogno di vedere persone, soprattutto giovani, capaci di edificare una 'vita buona' a favore e al servizio di tutti". "A questo impegno - ha spiegato - non possono sottrarsi i cristiani, che sono pellegrini verso il Cielo, ma che gia' vivono quaggiu' un anticipo di eternita'".
Il Papa oggi e' arrivato in Friuli in aereo, si e' poi spostato a Venezia in elicottero, ha attraversato la laguna in motoscafo e ha utilizzato addirittura una vetturetta elettrica per raggiungere la Basilica di San Marco. Ma il primo giorno di questo suo 22esimo pellegrinaggio in Italia restera' memorabile non per tutti questi cambi nei mezzi di trasporto ma per la forte sottolineatura che il Papa ha fatto dell'identita' cattolica del Nord Est d'Italia. Cosi' nel discorso pronunciato oggi in piazza San Marco ha esortato a "ricercare e custodire sempre l'armonia tra lo sguardo della fede e della ragione che permette alla coscienza di percepire il vero bene". "L'uomo - ha ricordato Benedetto XVI - non puo' rinunciare alla verita' su di se', senza che ne soffrano il senso della responsabilita' personale, la solidarieta' verso gli altri, l'onesta' nei rapporti economici e di lavoro".
"Il Nord-est dell'Italia e' testimone ed erede di una storia ricca di fede, di cultura e di arte, i cui segni sono ancora ben visibili anche nell'odierna societa' secolarizzata", ha detto anche ad Aquileia, in apertura del Convegno Ecclesiale cui partecipano tutte le 15 diocesi del Triveneto e quelle dei paesi europei circostanti, nate dall'antica chiesa del grande vescovo Cromazio. Benedetto XVI ha osservato che "l'esperienza cristiana ha forgiato un popolo affabile, laborioso, tenace, solidale, segnato in profondita' dal Vangelo di Cristo, pur nella pluralita' delle sue identita' culturali", come dimostrano "la vitalita' delle vostre comunita' parrocchiali, la vivacita' delle aggregazioni, l'impegno responsabile degli operatori pastorali. L'orizzonte della fede e le motivazioni cristiane hanno dato e continuano ad offrire nuovo impulso alla vita sociale, ispirano le intenzioni e guidano i costumi". Di tutto questo, per il Papa "sono segni evidenti l'apertura alla dimensione trascendente della vita, nonostante il materialismo diffuso; un senso religioso di fondo, condiviso dalla quasi totalita' della popolazione; l'attaccamento alle tradizioni religiose; il rinnovamento dei percorsi di iniziazione cristiana; le molteplici espressioni di fede, di carita' e di cultura; le manifestazioni della religiosita' popolare; il senso della solidarieta' e il volontariato". "Custodite - ha chiesto il Pontefice ai cattolici del Triveneto - rafforzate, vivete questa preziosa eredita'. Siate gelosi di cio' che ha fatto grandi e rende tuttora grandi queste Terre". "Abbiate cura di mettere al centro della vostra attenzione la famiglia, culla dell'amore e della vita, cellula fondamentale della societa' e della comunita' ecclesiale", ha chiesto ancora alle chiese del Triveneto. "Questo impegno pastorale - ha spiegato - e' reso piu' urgente dalla crisi sempre piu' diffusa della vita coniugale e dal crollo della natalita'. In tutta la vostra azione pastorale sappiate riservare una cura tutta speciale per i giovani: essi, che guardano oggi al futuro con grande incertezza, vivono spesso in una condizione di disagio, di insicurezza e di fragilita', ma portano nel cuore una grande fame e sete di Dio, che chiede costante attenzione e risposta". Per Benedetto XVI le diocesi del Triveneto debbono attuare questo impegno "prima di tutto con le opere dell'amore e le scelte di vita in favore delle persone concrete, a partire da quelle piu' deboli, fragili, indifese, non autosufficienti, come i poveri, gli anziani, i malati, i disabili, quelle che san Paolo chiama le parti piu' deboli del corpo ecclesiale". "Le idee e le realizzazioni nell'approccio alla longevita', preziosa risorsa per le relazioni umane, sono - ha rilevato - una bella e innovativa testimonianza della carita' evangelica proiettata in dimensione sociale".
Per accogliere Benedetto XVI la Laguna di Venezia si e' vestita di bianco giallo, con migliaia di bandiere e drappi collocati su palazzi e imbarcazioni, che hanno offerto al Pontefice un formidabile colpo d'occhio mentre arrivava in motoscafo dall'Isola di Sant'Elena. Un enorme striscione di "Benvenuto" lo ha salutato dal Ponte di Rialto ed un altro campeggiava sulla terrazza del piano nobile di Ca' Corner, con la scritta su dieci metri di lunghezza per tre metri di altezza: "la Prefettura e la Provincia di Venezia accolgono con gioia il Santo Padre, Papa Benedetto XVI". Ai lati 4 stendardi a coda di rondine, anch'essi di colore bianco e oro, di 3 metri di altezza per 1,5 metri di larghezza. Tre lati di Piazza San Marco sono stati addobbati all'altezza con drappi storici, intervallati da quelli bianchi e gialli. Ma non tutto a Venezia e' cosi' confortante: la crisi di Porto Marghera e' stata rappresentata al Papa dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni che ha anche confidato al Papa che "non e' facile mantenere lo splendore dei monumenti e delle Chiese di Venezia, in un momento di grave crisi economica". Dalla visita di Benedetto XVI "tutto il Nordest attende una nuova carica di energia", afferma il patriarca di Venezia Angelo Scola in un saluto al Papa pubblicato in prima pagina dell'Osservatore Romano ricordando anche lui "la prova di una crisi economica mondiale manifestatasi anche qui in modo drammatico nella perdita di troppi posti di lavoro, che hanno vissuto le ferite profonde inferte dalla recente alluvione, che ogni giorno sono a contatto con quel processo storico definibile come meticciato di civilta' e culture data la presenza sempre piu' imponente di immigrati". "Le nostre citta' - scrive il cardinale - sono tutte provocate a ripensarsi". "Esse - spiega il patriarca di Venezia - devono fare i conti con l'eredita' lasciata loro da Aquileia, snodo originario, crocevia di popoli dell'est e dell'ovest, che oggi si offre non piu' solo come motivo di memoria e passione archeologica, ma come chiave per riprogettare insieme il prossimo futuro. Da Aquileia viene il patrimonio di una tradizione che va riscoperta, vagliata in tutte le sue componenti per estrarne quelle pietre preziose che sappiano rilanciare la vita oggi". "Le nostre terre - aggiunge Scola - possono diventare il punto di incontro non piu' solo tra popoli germanici, slavi e latini come in passato, ma sempre di piu' anche tra popoli del nord e del sud del pianeta. Quella domanda irrinunciabile di liberta', di pace, di lavoro e di dignita' che si leva dai Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente giunge, attraverso il mare Adriatico, a scuotere le nostre citta' e raggiunge il cuore della vecchia Europa. Benedetto XVI viene come una persona che ci e' familiare, entra fisicamente in questa nostra singolare storia e ci 'stana'. Costringendoci a riscoprire la nostra antica origine".

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