lunedì 9 maggio 2011

Il Papa nel Nordest: nota Sir

PAPA NEL NORDEST: NOTA SIR

Pubblichiamo la nota SIR di questa settimana.

È stato, da Aquileia a Venezia, un grande e festoso viaggio nel vivo della “nuova evangelizzazione”. Benedetto XVI, in costante dialogo con la Chiesa e la società locale, ha posto un altro tassello di quella proposta articolata all’Europa e al mondo occidentale, ai Paesi di più antica e radicata cristianità, che rappresenta una delle linee originali e centrali del suo pontificato. È un rapporto, quello che Benedetto XVI ha scandito, tra radici cristiane, presente complesso e futuro da costruire, impegnativo e aperto. Ha raccolto e rilanciato una bella sfida, da cogliere in tutta la sua pienezza: “Siete chiamati a promuovere il senso cristiano della vita, mediante l’annuncio esplicito del Vangelo, portato con delicata fierezza e con profonda gioia nei vari ambiti dell’esistenza quotidiana. I cambiamenti culturali in atto vi chiedono di essere cristiani convinti, capaci di affrontare le nuove sfide culturali, in rispettoso confronto costruttivo e consapevole con tutti i soggetti che vivono in questa società”.
Il Papa invita a “cercare di comprendere le ragioni del cuore dell’uomo moderno”, avendo chiari il punto di partenza e così l’approdo. Ci sono gli spazi della politica, dell’economia, della cultura, oggi, come ieri e domani, da “umanizzare”, in cui “assumersi responsabilità dirette”, dove operare per “edificare una ‘vita buona’ a favore e al servizio di tutti”. È il “grande sforzo da compiere” perché ogni cristiano, “si trasformi in testimone, pronto ad annunciare con vigore e con gioia l’evento della morte e della risurrezione di Cristo”.
Siamo in un momento storico dialettico, un passaggio storico non scontato, competitivo, che richiede appunto una rinnovata lena. Benedetto XVI, infatti, ha ben presente il rischio di una semplice omologazione alle “ricorrenti tentazioni della cultura edonistica e ai richiami del consumismo materialista”. Lo ha detto chiaramente nell’atteso discorso conclusivo al mondo della cultura, dell’impresa, dell’arte: “Si tratta di scegliere tra una città ‘liquida’, patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell’effimero, e una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli”, in una parola alla sua identità cristiana.
Che non è un’ideologia, né un’utopia. Il Vangelo, ribadisce il Papa, “è la più grande forza di trasformazione del mondo”. È “la via”, prosegue Benedetto XVI, “cioè il modo di vivere che Cristo ha praticato per primo e che ci invita a seguire”. Indica le grandi prospettive e, nello stesso tempo, la consapevolezza della quotidianità. La nuova evangelizzazione dell’Occidente comporta fedeltà e creatività, la verità nella carità, ripete il Papa, consapevole che comunque la credibilità passa per la concretezza e insieme la capacità di visione. È una sintesi che anche la vita civile ed economica reclamano, con sempre maggiore urgenza.

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