Papa: Sforzi per superare precariato, danneggia i giovani
Marinella Bandini
Roma, 26 mag (Il Velino)
“A ragione l’Italia può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa”: sono parole di speranza e di incoraggiamento quelle del Papa, che insieme ai vescovi italiani ha affidato il nostro Paese alla Madonna “Salus populi romani” e “Mater Unitatis”, a 150 anni dell’unità nazionale. Unità segnata dal cristianesimo, hanno sottolineato sia Benedetto XVI sia il cardinale Angelo Bagnasco.
Il presidente della Cei lunedì scorso ha usato l’immagine delle “arcate” e della “intelaiatura d’acciaio”, a indicare l’anima cristiana della nostra società; oggi usa quella della “spina dorsale”, a indicare il ruolo “obiettivamente preponderante” del cattolicesimo nel processo di “incubazione culturale e sociale” del Paese, sfociato nell’unità nazionale. “È questa la sua spina dorsale, e se questa si corrompe, il popolo diventa fragile, e lo Stato si indebolisce e si snatura”. Gli fa eco il Papa: “In ogni stagione storica l’incontro con la parola sempre nuova del Vangelo è stato sorgente di civiltà, ha costruito ponti fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città”.
Parole che risuonano nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, dove il Papa e i vescovi hanno recitato il Rosario. Scenario suggestivo: è la prima Basilica dell’Occidente dedicata alla Madre di Dio, all’indomani della proclamazione del dogma, nel 431. Lo ricorda l’incisione di bronzo della Porta Santa, che raffigura il Concilio di Efeso. “Le disposizioni del suo cuore (della Madonna, ndr) – l’ascolto, l’accoglienza, l’umiltà, la fedeltà, la lode, l’attesa – corrispondono agli atteggiamenti interiori e ai gesti che plasmano la vita cristiana” dice il Papa, che invita i credenti ad affidarsi allo stesso modo a Dio: “La fede non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uomo e la qualità della convivenza sociale”. Essa è invece – ha spiegato – la possibilità di realizzazione dell’uomo e della società, come dimostrano le opere culturali, artistiche e le “mille forme di carità” nate dal cristianesimo e disseminate lungo la “dorsale” del nostro Paese.
Ecco perché la Chiesa vuole e deve continuare a offrire il suo contributo alla costruzione del bene comune, collaborando con le autorità civili, e sostenendo “i diritti fondamentali dell’uomo” tra cui “le istanze etiche e l’apertura alla trascendenza, che costituiscono valori previi a qualsiasi giurisdizione statale” dice il Papa. Sottolinea il “dovere di promuovere e tutelare la vita umana in tutte le sue fasi e di sostenere fattivamente la famiglia” e forte arriva l’appello a “compiere ogni sforzo per superare il diffuso precariato lavorativo, che nei giovani compromette la serenità di un progetto di vita familiare, con grave danno per uno sviluppo autentico e armonico della società”. Il Papa non dimentica il tormentato rapporto tra Nord e Sud, esortando gli uni a “recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico” e gli altri a “mettere in circolo, a beneficio di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone”.
Di nuovo risuona l’invito affinché i cattolici, specie i giovani, si impegnino in prima persona nella vita pubblica. Benedetto XVI chiede di “vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza” mentre chi ha responsabilità politiche e amministrative non sfrutti la propria posizione “per interessi personali o per sete di potere”. Bagnasco fa sue le parole di Giuseppe Toniolo, “laico, padre di sette figli, economista e docente universitario”, presto beato, additandolo a esempio: una “società di santi” – dice - è quella che salverà l’Italia. Chiede “un sussulto di responsabilità”, e invita i cattolici a “sperimentarsi in quella esigente forma di carità che è l’impegno politico”. La serata si chiude con l’omaggio all’icona della Madonna, e l’esortazione del Papa: “Coraggio, dunque!” dice invocando sull’Italia i doni “della pace e della fraternità e, quindi, dello sviluppo solidale”. Questo anniversario sia “occasione per rinsaldare il vincolo nazionale e superare ogni pregiudiziale contrapposizione” e “l’esempio di Maria apra la via a una società più giusta, matura e responsabile”.
(ban) 26 mag 2011 18:56
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