«Sferzata alla cultura veneziana»
VENEZIA. «Con 116 anni di vita di questa istituzione, la parola “effimero” certo non la temiamo...». Commenta così, con una battuta scherzosa ma non troppo, il presidente della Biennale Paolo Baratta il discorso sulla cultura pronunciato da Benedetto XVI nella Basilica della Salute e in particolare l’invito a Venezia a scegliere «tra una città “liquida”, patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell’effimero - conme ha sottolineato il Papa - e una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli».
«Il discorso del Pontefice - osserva Baratta - è un messaggio di forte stimolo a una città che non deve accontentarsi di sfruttare la sua rendita di posizione rispetto al patrimonio che il passato gli ha lasciato, ma che deve sapersi anche confrontare con il comtemporaneo e capire che cultura non può essere solo esposizione di sé stessa, ma appunto anche ricerca e formazione. Il Papa, con un discorso tutt’altro che rituale e scontato, ha dato a tutte le istituzioni veneziane un po’ di”compiti a casa“ da fare e alla Biennale ci stiamo già provando. La parola “cultura” ha del resto nel suo stesso significato etimologico, il valore del coltivare, dell’andare in profondità, alla radice, e sono proprio queste radici che devono germogliare e vivificarsi anche a Venezia, come lo stesso Pontefice ci invita a fare. E lo stesso riferimento che ha fatto a Venezia “Serenissima”, va proprio in questa direzione, nel tornare a costruire una città attenta in campo culturale alle nuove idee e allo scambio di conoscenze», Anche il rettore dell’Iuav Amerigo Restucci nota che il discorso di Benedetto XVI sulla cultura è stato «serio e pieno di concretezza» e sulla stessa linea è anche il sovrintendente della Fenice Cristiano Chiarot. «Un discorso, bello, aperto e di forte stimolo all’attività culturale, quello del Papa - osserva - e il riferimento ai rischi dell’effimero per questa città e proprio quello che anche istituzioni come la nostra cercano di evitare». (e.t.)
© Copyright La Nuova Venezia, 10 maggio 2011 consultabile online anche qui.
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