Il Vaticano accellera, entro un anno le linee guida
Città del Vaticano
Il Vaticano preme l’acceleratore nella lotta alla pedofilia dei preti, e incoraggia a collaborare con le inchieste civili. Le Conferenze episcopali hanno un anno di tempo - davvero un tempo breve nella prassi dei documenti ecclesiali - per elaborare le linee guida che aiutino a tutelare le vittime, cooperare con la giustizia civile e prevenire questi «crimini», nei diversi contesti nazionali. Inoltre tutti nella Chiesa sono invitati a seguire l’esempio del Papa e «ascoltare le vittime e impegnarsi nella loro assistenza spirituale».
Lo chiede una Lettera circolare della Congregazione per la dottrina della fede alle conferenze episcopali di tutto il mondo. Obiettivo del documento, sottolinea il direttore della sala stampa vaticana Federico Lombard i, è «incoraggiare ad affrontare tempestivamente ed efficacemente il problema con indicazioni chiare, organiche, adatte alle situazioni locali, compresi i rapporti con le norme e le autorità civili».
Sono raccomandati inoltre i programmi di prevenzione, la formazione dei seminaristi e la formazione permanente del clero. Si chiede di vigilare anche sugli abusi commessi da operatori laici presso le strutture e le istituzioni ecclesiali. Il documento era stato annunciato lo scorso luglio, quando Benedetto XVI impose una svolta nella lotta alla pedofilia del clero dopo aver, nel maggio precedente, aggiornato le norme emanate da papa Wojtyla, tra l’altro portando a 20 anni, calcolati dal compimento dei 18 anni della vittima, la prescrizione del reato.
La Circolare afferma che la Chiesa ha il «dovere di dare una risposta adeguata» ai casi di abuso sessuale su minori commessi da preti.
Nelle situazioni diverse da Paese a Paese, «è sempre importante cooperare» e «va sempre dato seguito alle prescrizioni di leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte». Se il diritto canonico interferisce con l’inchiesta civile, ha precisato padre Lombardi, i vescovi sono invitati a dare la precedenza alla giustizia civile. Che fare nel caso di notizia di abusi appresa in confessionale? Il sacerdote deve rispettare il segreto del sacramento, ma, riflette padre Lombardi, cercherà «ragionevolmente di trovare i modi» per tutelare la vittima, senza violare il segreto. Il risarcimento delle vittime «è un problema che riguarda i casi prescritti, perché per quelli non prescritti e ancora in giudizio c’è la legge civile», ha detto padre Lombardi, citando la linea scelta dalla Chiesa tedesca, «di essere molto attenta e generosa riguardo al rimborso per le spese delle terapie, e di prevedere una certa cifra per la compensazione dei danni subiti». Chiedendo alla Chiesa e ai vescovi di mostrarsi pronti «ad ascoltare le vittime e i loro familiari e impegnarsi nella loro assistenza spirituale», il documento ricorda l’ «esempio particolarmente importante» dato dal Papa nei suoi incontri con le vittime di abusi sessuali.
Per una casualità la Lettera è stata illustrata in Vaticano mentre il Papa riceveva il presidente della Cei Angelo Bagnasco, che sabato ha dovuto affrontare il caso del parroco genovese Riccardo Seppia, arrestato con accuse di pedofilia. Il presidente della Cei ha definito il documento pubblicato oggi «un ulteriore aiuto che la Santa Sede offre agli episcopati nel mondo, e quindi anche a noi, e la accogliamo molto volentieri e con grande gratitudine perché ci aiuta a raggiungere alcuni obiettivi e cioè la definizione di alcune procedure opportune per affrontare questi tristissimi casi». Al Papa, ha riferito, «ho chiesto anche una benedizione per la mia diocesi, una benedizione particolare».
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