Pedofilia, un crimine
Franca Giansoldati
Città del Vaticano.
Il Vaticano ha diffuso una circolare contro la pedofilia all'interno della Chiesa, vincolando le conferenze episcopali ad elaborare regole che tengano conto sia delle legislazioni civili locali che delle indicazioni d'Oltretevere.
Il documento porta la firma del cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la fede, previo placet di Benedetto XVI più che mai deciso ad applicare la tolleranza zero.
In questo modo anche la Cei - alla quale spetta la maglia nera rispetto ad altre conferenze nazionali - avrà tempo un anno per definire proprie linee guida. Il termine per tutti è maggio 2012.
Molte conferenze episcopali sono all'avanguardia e da anni si sono mosse per fare prevenzione, isolare i preti pedofili e, soprattutto, collaborare con i magistrati. Gran Bretagna, Malta, Stati Uniti, Canada, Brasile, Francia, Irlanda, Germania, Olanda, Belgio non solo stanno monitorando seriamente il fenomeno, all'insegna della trasparenza, ma hanno anche istituito degli organismi di esperti per controllare che non si creino situazioni di rischio per i minori. E molte conferenze episcopali come quella del Regno Unito, degli Usa e della Germania hanno un sito che mostra il numero dei sacerdoti coinvolti in inchieste giudiziarie e quanti quelli sospesi.
La Cei, invece, nonostante le condanne del presidente cardinale Bagnasco, finora ha preferito adottare la linea di non intromettersi nella gestione diocesana, lasciando al vescovo la discrezionalità di collaborare e di denunciare alla Congregazione della Dottrina della Fede l'eventuale prete pedofilo.
«I casi sarebbero circa un centinaio» aveva liquidato il tutto il segretario monsignor Mariano Crociata rispondendo in conferenza stampa (un po' infastidito). Le linee guida del Vaticano raccomandano vicinanza e ascolto per le vittime, programmi di formazione per i futuri sacerdoti, collaborazione con le autorità civili (fermo restando il divieto di infrangere il segreto confessionale), compresa la denuncia. Di rilievo la prescrizione per la cooperazione con le autorità civili: «Va sempre dato seguito alle prescrizioni delle leggi civili per quanto riguarda il deferimento dei crimini alle autorità preposte, senza pregiudicare il foro interno sacramentale.
Naturalmente, questa collaborazione non riguarda gli abusi commessi da chierici, ma anche quei casi di abuso che coinvolgono il personale religioso o laico che opera nelle strutture ecclesiastiche».
I vescovi, davanti ad una accusa credibile, hanno l'obbligo di deferimento del caso alla Congregazione per la dottrina della fede. Il colpevole, secondo la gravità del caso vedrà «ristretto» il suo ministero pubblico, sarà escluso da contatti con minori o verrà «dimesso» dallo stato clericale. In qualche caso, su richiesta dello stesso prete, potrà essere dispensato dall'obbligo del celibato. Si ribadisce la necessità di offrire assistenza alle vittime; di trattare con rispetto il denunciante e garantire la privacy e la buona fama delle persone; e di tener nel dovuto conto le leggi civili.
© Copyright Il Mattino, 17 maggio 2011
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