Parroco accusato di abusi. Il cardinale Bagnasco: grande dolore, ma non si perda fiducia nei tanti sacerdoti fedeli a Cristo
Le cronache italiane parlano oggi con rilievo di un parroco genovese accusato di abusi su minori. Su questo doloroso caso e sulle Linee guida per affrontare la piaga degli abusi nella Chiesa, Fabio Colagrande ha intervistato il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, che è stato oggi ricevuto in udienza da Benedetto XVI:
R. – In questa circolare viene ribadita la responsabilità primaria di ogni vescovo diocesano in qualità di padre e di pastore dei sacerdoti e della comunità cristiana. E poi mette in evidenza e riconferma l’attenzione per le vittime di eventuali abusi sessuali, la protezione dei minori, la formazione importantissima dei futuri sacerdoti, la selezione e poi anche la cooperazione con le autorità civili secondo le legislazioni nazionali.
D. – Venerdì scorso è stato arrestato un parroco proprio della sua diocesi, accusato di violenze su minori. Lei si è recato subito in quella parrocchia a celebrare Messa. Perché questo gesto?
R. – Perché come ricorda ancora la circolare è proprio il vescovo che è il padre e il pastore, quindi il responsabile della propria comunità: sia dei propri sacerdoti che delle singole comunità parrocchiali cristiane. Quindi, era mio dovere e mio desiderio forte, immediatamente realizzato, recarmi in quella comunità ferita, come è ferita naturalmente l’intera comunità diocesana, per portare la mia vicinanza, il conforto, celebrare la Messa con loro e per loro e comunicare anche l’immediato provvedimento canonico disposto per il parroco.
D. – Nel briefing di presentazione della circolare, padre Lombardi ha parlato del suo intervento, definendolo un intervento competente, tempestivo, molto apprezzato anche dall’opinione pubblica italiana. Come presidente della Cei e arcivescovo di Genova, qual è il suo atteggiamento verso questa dolorosa vicenda?
R. – Grande dolore come per qualunque padre che vede un figlio - come ogni sacerdote - che non è fedele alla propria vocazione. Naturalmente, lasciando che la giustizia, la magistratura faccia il suo corso per appurare le accuse, evidentemente, è giusto, insieme al dolore grande, rincuorare la gente, le persone, le comunità a guardare Cristo, Pastore dei pastori, e a non perdere assolutamente la fiducia verso tutti gli altri sacerdoti che anche a Genova, come ovunque, si dedicano con fedeltà e generosità al bene delle anime.
D. – Posso chiederle se nel colloquio che ha avuto oggi con il Santo Padre avete affrontato questi temi?
R. – L’argomento delle linee della circolare di oggi è di grande attualità e, guarda caso, per queste circostanze, cade proprio nel momento di questo doloroso caso di Genova. Quindi, ho chiesto anche una benedizione particolare per la mia diocesi. (ap)
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