giovedì 19 maggio 2011

Un lettore de "Il Mattino" scrive al direttore su Chiesa e pedofilia. Cusenza risponde rammentando la fermezza e la risolutezza di Papa Benedetto

Preti pedofili l’orrore reiterato

Caro direttore, la notizia che riguarda quel "parroco" - per cosi dire - di Genova, ha riaperto nella stessa chiesa e nell’opinione pubblica un problema di antica data come la pedofilia e si presta a vari commenti. Episodi di pedofilia nella chiesa cattolica sono sempre esistiti in tutto il mondo, creando sempre turbamenti profondi. Gia nel lontano 1962 la Chiesa, con un documento del Sant’Uffizio, «Crimen sollicitationis» («crimine di provocazione») approvato da Giovanni XXIII e diretto in modo riservato ai vescovi, stabiliva la procedura da seguire nelle cause di «sollicitatio ad turpia» («provocazione a cose turpi»), cioè quando un chierico veniva accusato di usare il sacramento della confessione per avances sessuali ai penitenti. In seguito l’argomento fu oggetto di conferenze e decisioni come l’immediata rimozione di coloro che erano coinvolti in questi fatti. Come si possono conciliare le motivazioni sull'infinita potenza di amore della Chiesa con la realtà per cui ci sono da moltissimi anni e in tutto il mondo casi reiterati di abusi sui minori? Colui che deve necessariamente essere, per i giovani che si avvicinano al mondo della fede, un padre spirituale, e dovrebbe far capire più dei genitori quel male per il quale Cristo è stato crocifisso e quel bene per il quale si è fatto crocifiggere, provoca effetti devastanti sulla crescita adoscelenziale che segnerà inesorabilmente la vita di quei giovani. L'avere impulsi e turbamenti da "bestia" è cosa che purtroppo si verifica. La Chiesa deve combattere sempre di più con tutte le sue forze quel demonio che tanto stigmatizza nelle sue omelie, affinché non si annidi nelle anime dei parroci, che dovrebbero farci conoscere con il Vangelo, il bene e il male, perché possiamo trarne discernimento.

Antonello Laiso

Caro Laiso, sottoscrivo tutto. Ma la vicenda di Genova dimostra come anche gli ultimi sforzi della Chiesa non bastino ad estirpare la malapianta dopo secoli di colpevole distrazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche. Che certe tendenze allignassero tra i sacerdoti sparsi nel mondo era risaputo.
Mancavano esempi e punizioni adeguate da parte del Vaticano.
Ratzinger ha cambiato rotta e non si può certo dire che stia sottovalutando il problema.
Del resto, quanto sia difficile mozzare la testa del serpente lo dimostra la vicenda di padre Maciel, il messicano dei Legionari di Cristo, che trent’anni fa (e per più lustri) è riuscito a gabbare anche il beato Wojtyla e il suo pontificato seminando sconcezze e crimini (pedofilia compresa) in giro per il mondo. Se c’è cascato Giovanni Paolo II...

Virman Cusenza

© Copyright Il Mattino, 19 maggio 2011 consultabile online anche qui.

1 commento:

Antonello Laiso ha detto...

Mi sembra dovuta e scontata per forza di cose quella fermezza e risolutezza da parte di Papa Benedetto su tale tema che tanto si sottolinea nel post come se fosse una notizia a scoop , ci mancherebbe che tale fermezza e risolutezza non ci fosse nemmeno.....penso che non ci sia nulla da encomiare ne sottolineare cio' che deve far parte di quei costumi del vivere da cristiani nonche' da preti in quella normalita,' la risolutezza su tale scottantissimo tema e' dovuta da quella Chiesa Cattolica per la sua credibilita' internazionale che viene logicamente offuscata quando tali fatti che si reiterano da decenni purtroppo ed in tutto il mondo vengono a luce di verita' dell' opinione pubblica nonche' degli stessi fedeli.

Antonello Laiso
giornalista free lance
Free lance international press