Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Papa: come Maria, doniamo Gesù al mondo
Stamani a Roma nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, nel giorno in cui si ricorda la sua Dedicazione, si è svolta la Messa Pontificale con la tradizionale pioggia di fiori in ricordo del miracolo della neve. Il Papa, il 26 maggio scorso, vi ha presieduto il Rosario per i 150 anni dell’Unità d’Italia ricordando che si tratta del più antico santuario d'Occidente dedicato alla Madre di Dio. Il servizio di Sergio Centofanti:
Durante la Messa Pontificale, presieduta dal cardinale arciprete Bernard Francis Law, al momento del Gloria una pioggia di petali bianchi è caduta dal soffitto cassettonato sull’altare della Confessione: un rito che ricorda la nevicata estiva avvenuta sull’Esquilino, secondo la tradizione, il 5 agosto del 358. La Vergine, apparsa in sogno a Papa Liberio, esortò a costruire in quel luogo una chiesa. Sul tempio liberiano venne poi edificata nel V secolo l’attuale Basilica, per volontà di Papa Sisto III per commemorare le conclusioni del Concilio di Efeso che nel 431 confermò per Maria il titolo di Theotòkos: Maria è davvero Madre di Dio. Ma perché tra tutte le donne – si domanda Benedetto XVI - Dio ha scelto proprio Maria di Nazaret?
“La risposta è nascosta nel mistero insondabile della divina volontà. Tuttavia c’è una ragione che il Vangelo pone in evidenza: la sua umiltà … Sì, Dio è stato attratto dall’umiltà di Maria … ha accolto con fede Gesù e con amore l’ha donato al mondo. Questa è anche la nostra vocazione e la nostra missione, la vocazione e la missione della Chiesa: accogliere Cristo nella nostra vita e donarlo al mondo, ‘perché il mondo si salvi per mezzo di Lui’ (Gv 3,17)”. (Angelus, 8 dicembre 2006)
Ma Maria stessa – osserva il Papa – si sarà posta questa domanda: perché Gesù ha scelto di nascere nella povertà da una ragazza semplice come lei? La risposta l’ebbe dopo aver deposto nel sepolcro il corpo di Gesù, morto e avvolto in fasce:
“Allora comprese appieno il mistero della povertà di Dio. Comprese che Dio si era fatto povero per noi, per arricchirci della sua povertà piena d’amore, per esortarci a frenare l’ingordigia insaziabile che suscita lotte e divisioni, per invitarci a moderare la smania di possedere e ad essere così disponibili alla condivisione e all’accoglienza reciproca”. (Omelia, 1 gennaio 2009)
“Dio ha voluto essere il Dio con noi – afferma il Papa - e ha una madre, che è la nostra madre”, madre celeste, ma non lontana da noi:
“Proprio perché è con Dio e in Dio, è vicinissima ad ognuno di noi. Conosce i nostri cuori, può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data – come è detto dal Signore – proprio come Madre che ci sente sempre, ci è sempre vicina e, essendo Madre del Figlio, partecipa al potere del Figlio”. (Omelia, 15 agosto 2005)
Per questo Maria, Madre di Dio e Madre nostra, è fonte di speranza e di conforto per tutti i suoi figli:
“In mezzo alle prove della vita e specialmente alle contraddizioni che l’uomo sperimenta dentro di sé e intorno a sé, Maria, Madre di Cristo, ci dice che la Grazia è più grande del peccato, che la misericordia di Dio è più potente del male e sa trasformarlo in bene …Alla sua intercessione affido le necessità più urgenti della Chiesa e del mondo. Ella ci aiuti soprattutto ad avere fede in Dio, a credere nella sua Parola, a rigettare sempre il male e a scegliere il bene”. (Angelus, 8 dicembre 2010)
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