Al Congresso eucaristico la preoccupazione per i giovani senza lavoro
È dedicata agli ambiti del lavoro e della festa, la quinta giornata del XXV Congresso eucaristico nazionale che si è aperta oggi con una Messa celebrata nella Basilica di Loreto dall’arcivescovo emerito di Torino, cardinale Severino Poletto, che ha definito il lavoro “la capacità della nostra intelligenza di realizzare quanto serve” e la festa “un’occasione di crescita spirituale”. Ieri, invece, un’intensa commozione ha fatto da filo conduttore di una giornata interamente dedicata al tema della fragilità del corpo e dello spirito. Roberta Barbi:
Poiché il lavoro è “una componente essenziale della vita umana” coloro che hanno responsabilità sociali devono favorire l’accesso a un posto “stabile”, pur con la nuova regola della flessibilità che il mercato di oggi impone. Questo l’auspicio di stamani del cardinale Poletto, cui fanno eco le parole del vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, che nel corso della celebrazione nella chiesa del Ss. Sacramento ad Ancona ha espresso preoccupazione per il fenomeno crescente della disoccupazione, che stende la sua “ala nera” sulla società. L’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, ha ricordato il vescovo di Fidenza, mons. Carlo Mazza da Jesi, istruisce una “visione del lavoro che privilegia i diritti umani delle persone” perché “il lavoro è per l’uomo, non l’uomo per il lavoro”. Del gioco come via di evangelizzazione ha parlato invece il presidente del Forum oratori italiani: “Il gioco non finisce mai – ha detto – e come il Vangelo tutte le volte produce qualcosa di diverso e lo si gusta ricominciando da capo”. Alla Messa nella cattedrale di San Ciriaco erano presenti 600 militari delle diverse Forze armate, accompagnati da oltre 50 cappellani. A loro il vescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli, ha ricordato che “alimentarsi di Gesù significa associare la propria vita alla Sua”. L’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Vincenzo Pelvi, ha invece sottolineato l’invito che l’Eucaristia fa anche a chi sta male, a chi è povero, si sente piccolo e solo: “Chi riconosce Gesù nell’Ostia Santa, lo riconosce nel fratello che soffre”, ha detto riallacciandosi al tema che ha caratterizzato per i congressisti la giornata di ieri, cioè quello della fragilità. Ne ha parlato a Loreto davanti a un’assemblea di disabili e ammalati, il cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana, soffermandosi su tre storie vere di persone “venute al mondo per curare la malattia peggiore: l’egoismo”. Una realtà, quella della fragilità, che non è limitata ai malati, ma è “inscritta nella nostra corporeità, dall’inizio della vita fino alla morte”, come ha evidenziato il presidente emerito della Pontifica Accademia per la Vita, cardinale Elio Sgreccia, che ha presieduto la celebrazione nella concattedrale di San Leopardo a Osimo, mentre il tema della fragilità, soprattutto economica e morale, della famiglia, è stato approfondito dall’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Paolo Rabitti, che ha invitato i fedeli ad aprirsi al mondo della fragilità, perché Gesù si è nascosto proprio nei più deboli. La giornata, in cui è stato inaugurato il centro caritativo Gabriele Ferretti alla presenza del legato pontificio, cardinale Giovanni Battista Re, che ha guidato la Via Crucis serale per le vie di Ancona in cui è stata portata in processione la Croce donata da Giovanni Paolo II alla Giornata Mondiale della Gioventù, protagonista, nel pomeriggio, di un incontro con 120 detenuti del carcere di massima sicurezza di Montacuto, si è conclusa con la celebrazione a San Ciriaco del cardinale Dionigi Tettamanzi, che domani lascerà la diocesi di Milano dopo nove anni, nel giorno della solennità di Santa Maria Nascente, e saluterà la comunità in Duomo. Il porporato ha parlato della solitudine, dell’indifferenza e dell’estraneità che spesso non provano soltanto i malati, ma anche chi si occupa di loro, non rassegnandosi agli imperativi attuali dell’efficienza fisica, della produttività e dell’impermeabilità del rapporto tra chi cura e chi è curato: “L’Eucaristia è l’antidoto potente alla solitudine dell’uomo in cammino stanco e deluso – ha detto – è la presenza di Gesù che ricorda a tutti di non disperare e di avere fiducia”.
Il Congresso eucaristico, dunque, sta toccando il grave problema della povertà e della disoccupazione che sta colpendo ultimamente anche queste zone come afferma al microfono di Fabio Colagrande il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca:
R. – Le Marche sono particolarmente toccate dalla crisi economica, perché non tutti lo sanno, ma questa è la regione più manifatturiera d’Italia: è la tredicesima regione d’Europa per manifattura. Gran parte del Made in Italy si realizza nelle Marche. Quindi, lo stato di recessione che in questo momento vive l’economia occidentale penalizza fortemente le nostre imprese e questo si riflette sia sul reddito che sull’occupazione della nostra comunità. Stiamo cercando di intervenire come istituzioni sia per proteggere il lavoro attraverso forme differenti, che hanno come riferimento soprattutto la famiglia, che ammortizza le difficoltà che possono toccare i singoli lavoratori, e quindi, cercando di sostenere la famiglia, che al proprio interno vive situazioni di disoccupazione. Dall’altra parte, stiamo cercando anche di spingere la crescita della nostra economia. Una delle iniziative più significative che abbiamo adottato è stata quella di azzerare la fiscalità addizionale, la piccola addizionalità fiscale che una regione può introdurre per le imprese che fanno nuove assunzioni senza avere precedentemente licenziato alcuno. E questo ha portato nell’ultimo anno ad un’assunzione di circa seimila unità, che sono soprattutto giovani.
D. – In questo senso è significativo il fatto che Benedetto XVI avrà a pranzo domenica 11 anche una rappresentanza, non solo di poveri, assistiti dalla Caritas locale, ma anche di cassintegrati...
R. – Questo è un gesto di grande sensibilità e di grandissima attenzione ed è anche un richiamo all’importanza del lavoro, non soltanto come forma di produzione del reddito, ma anche come valorizzazione della persona umana e credo che sia anche una benedizione. Noi ci auguriamo che sia così: soprattutto una benedizione ai luoghi di lavoro in difficoltà e ai lavoratori che sono in difficoltà, perché possa realizzarsi questa ripresa che noi auspichiamo e su cui stiamo lavorando.
D. – Per lei, come cattolico, cosa significa la visita di Papa Benedetto XVI, che chiuderà il Congresso?
R. – Facendo una riflessione significativa, soprattutto che dia forza e motivazione alla nostra comunità. Credo che i problemi del nostro Paese si potranno risolvere attraverso un recupero di profondi valori etici, che poi richiamino le responsabilità di ciascuno. Io credo che questa occasione possa essere anche la riapertura di una grande riflessione sul tema della responsabilità dei cittadini di fronte alle difficoltà che ci attendono, senza la quale, difficilmente riusciremo a superarli. (ap)
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