martedì 13 settembre 2011

Ancona, una giornata che Papa Benedetto XVI ha reso indimenticabile (Danieli)

“È un tempo non facile per i giovani”

Il Congresso eucaristico si è concluso alla presenza del Pontefice. Centomila persone nelle quattro tappe

Edoardo Danieli

Ancona
Ha detto messa ai cantieri navali, ha pranzato con gli operai, è stato accanto a famiglie e sacerdoti, ha parlato di lavoro e precarietà ai giovani fidanzati. Tutto in una giornata. Una giornata che Papa Benedetto XVI ha reso indimenticabile. Quattro tappe scandite da un bagno di folla: un popolo partecipe e non spettatore, consapevole delle difficoltà del momento ma altrettanto certo di avere una guida sicura. L’affetto dimostrato nei confronti del Santo Padre è una certezza per la Chiesa italiana che da Ancona riparte al termine del Congresso eucaristico nazionale.
C’è la crisi, che anche qui picchia duro. Il luogo simbolo dell’incontro è perciò la Fincantieri. La schiarita degli ultimi giorni - con la volontà di riprendere il lavoro ad ottobre - è un lampo di sereno che non fa dimenticare le persone che, soffrono a causa del lavoro, e come dirà Papa Benedetto XVI anche per un sistema economico che, dimenticando Dio, ha messo da parte l’uomo. Le tappe del Papa sono esemplificative della scansione dei lavori del Cen. Il lavoro è stato uno dei temi, accanto alla fragilità, l’affettività, la tradizione, la cittadinanza. Tutti gli aspetti della vita quotidiana a cui la Chiesa dà una risposta: l’Eucaristia.
Al porto, cui il mare regala un blu straordinario, la folla inizia ad arrivare all’alba. Se ne andrà alle 19, quando l’elicottero del Pontefice riparte alla volta di Roma. Tutto però scorre liscio, il sole batte ma l’apparato dell’assistenza non si fa scoraggiare, la calca è ordinata, quasi divertita. Gli appelli alla responsabilità hanno funzionato. Colpisce al cuore, Benedetto XVI reclamando più attenzione contro disoccupazione e precarietà.
Dopo la messa, il Papa si è trasferito a Colle Ameno - una delle opere che resteranno dopo il Cen insieme alla nuova casa della Caritas - dove ha pranzato con alcuni di operai e con alcuni poveri assistiti dalla Caritas. “La Chiesa vi è vicina, non dimenticateli”, ha detto.
Il nodo lavoro è tornato anche nel colloqui con 500 fidanzati, nel pomeriggio. Certo il Papa ha toccato anche gli aspetti dell’affettività, centrali in tutta la seconda parte della giornata, quando Benedetto XVI ha visto prima famiglie e sacerdoti e poi giovani coppie vicine al matrimonio. Da lui è arrivato un invitato chiaro a non correre dietro all’idea della convivenza come “garanzia per il futuro”.
Con i ragazzi, Papa Benedetto XVI è tornato a parlare anche di lavoro. “Il nostro è un tempo non facile, soprattutto per voi giovani” e “la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull'avvenire” e “incide in modo negativo sulla crescita della società “.
Dopo la partenza del Papa, sono iniziati i primi bilanci. Della giornata e dell’intera settimana. Monsignor Edoardo Menichelli si è dichiarato molto contento. “In questi giorni - ha detto - non ho sentito alcuna lamentela”. Ma oltre all’organizzazione, la qualità della riflessione è stata particolarmente elevata. Menichelli ha riassunto in tre parole i rischi per il futuro. “Mercato - ha detto - perché se tutto si compra, alla fine si può comprare anche l’uomo. Velocità perché così si perde il tempo per la riflessione. Tecnologia, allorquando anziché servizio diventa schiavitù”.

© Copyright Corriere Adriatico, 12 settembre 2011

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