CONGRESSO EUCARISTICO: LA CHIESA E' CON LA GENTE IN QUESTO TEMPO DI CRISI
(AGI) - Fabriano, 7 set.
(dall'inviato Salvatore Izzo)
Attraverso le Caritas e i centri di orientamento che sono sorti, i vescovi e i parroci "fanno molto".
"Da quando abbiamo dato attenzione ai disoccupati sono aumentate le presenze alla messa, segno che la gente ha bisogno di questo tipo di vicinanza".
E' la testimoninanza di don Nicola Strombolini, diacono permanente di 48 anni, sposato e con un figlio di 6 anni, attualmente in cassa integrazione. Strombolini, che presta la sua attivita' nella Chiesa gratuitamente nel tempo libero dal lavoro, e' intervenuto a Fabriano all'incontro su "Lavoro e festa", all'interno del Congresso Eucaristico Nazionale. E ha raccontato anche il proprio dramma: "il fatto di non avere lavoro toglie meta' della propria identita'" lasciando un senso di grande "umiliazione". "Quello che manca - ha detto il diacono - non sono primariamente i soldi, ma il senso di pienezza dell'esistenza di chi puo' svolgere il proprio lavoro". "Sono un credente lavoratore - ha aggiunto - in un mondo che non crede piu' nel lavoro". Coltivo, ha confidato, "la speranza di poter tornare a immaginare un futuro per se stesso, la propria famiglia, il proprio figlio".
Parole che hanno commosso i presenti, soprattutto le suore che partecipano al Congresso in gran numero (creando imponenti macchie di colore nelle platee delle cinque citta' marchigiane coinvolte) e che davvero non sono cadute nel vuoto: se per il vescovo di San Marino Montefeltro, monsignor Luigi Negri, "l'ala nera" della disoccupazione sta oscurando il futuro di tutti, il segretario della Cei, monsignor Mariano Crociata, nella Cattedrale di Ancona ha evocato l'immagine forte del giorno del Giudizio, nel quale ci verra' chiesto conto della "duplice responsabilita' di avere pane in abbondanza senza saperlo addentare con gusto e darne con gioia ai compagni di viaggio" in questo tempo di crisi economica. "Sara' chiesto conto anche noi - ha proseguito il vescovo - che cosa ne abbiamo fatto del nostro fratello".
Saremo giudicati per tutto quello che non abbiamo fatto per lui, a cominciare dal dargli un pezzo di quel pane del cielo che noi stessi non finiamo di apprezzare".
Attenzione, ha ammonito Crociata, a "non lasciarsi imprigionare dalle angustie del presente o catturare dalla tentazione di giustificarsi di tutto, comunque e sempre", bensi' ad aprire il cuore a Cristo.
Per questo, ha spiegato, "bisogna lasciarsi un po' disarmare dall'attrazione divina, imparare a perdere e a perdersi rimettendosi a Dio e facendosi conquistare da lui". "Siamo tutti fratelli in Cristo, l'invito ad essere una cosa sola diventi realta' quotidiana", ha invocato nella Cattedrale di Fabriano l'ex presidente della Cei, Camillo Ruini, esortando i fedeli a riscoprire le virtu' teologali - fede speranza e carita' - e quelle umane, umilta', giustizia, solidarieta', sincerita' e sacrificio "che ci hanno aiutato in passato a superare le avversita'".
"Personalmente prego - ha assicurato - perche' sia questo l'esito del Congresso Eucaristico".
La crisi sara' lunga e coinvolgera' "anche i nostri figli" ma, ha assicurato il cardinale Ruini, "dopo la croce viene la risurrezione, questo e' il destino umano se siamo fortificati dal dono dello Spirito".
In questo momento i cristiani devono quindi domandare con la preghiera al Signore tre cose : "non permetterci di perdere fiducia in Lui e quindi in noi stessi e nella comunita'; far crescere la nostra solidarieta' in maniera concreta e non astratta; sulla base delle fiducia e della solidarieta', chiediamo al Signore di darci la fiducia per affrontare le sfide del futuro".
Sulla stessa linea il cardinale Giovanni Battista Re, legato pontificio al Congresso Eucaristico, per il quale "Oggi stiamo vivendo una situazione difficile in campo economico e per uscirne c'e' bisogno dell'apporto di tutti, a partire dai cattolici col loro patrimonio di valori sociali".
Un auspicio che e' stato condiviso, nell'incontro di Fabriano anche dal professor Stefano Zamagni, presidente dell'authority per le onlus, che ha esortato i cattolici "a farsi sentire di piu', sia sul piano politico sia per quanto riguarda il settore delle imprese sociali e del volontariato dove sono i piu' rappresentativi, con oltre il 70 per cento del terzo settore nel suo complesso che e' di matrice, appunto, cattolica".
Zamagni, nella sua lunga relazione, ha rivendicato al cattolicesimo le intuizioni piu' originali ed efficaci sulla cultura economica e del lavoro. "A differenza delle teorie piu' diffuse dell' 'economia politica', che tendono ad includere soltanto coloro che sono funzionali alla produzione, e rigettano tutti gli altri, relegandoli alle cure del welfare state - ha proseguito Zamagni - l''economia civile' punta all'inclusione basata sulla creazione di lavoro sia di tipo produttivo, sia dell'economia sociale di mercato, non necessariamente rivolta al profitto".
"Del resto - ha aggiunto - il capitalismo-profit realisticamente non puo' occupare piu' del 70 per cento del totale delle attivita' imprenditoriali e quindi rimane un ampio spazio per l'economia di mercato civile, dove creare imprese, societa' cooperative, onlus, fondazioni per servizi di cui la societa' ha comunque bisogno".
"E' del resto intuitivo - ha osservato Zamagni - che se la legislazione favorisse decisamente tale settore si creerebbero (secondo studi dell'Agenzia per il terzo settore di cui lo stesso Zamagni e' presidente, ndr) in pochi mesi 50-60 mila imprese, con notevoli ricadute per l'occupazione specie giovanile".
Dopo aver citato "Policoro", l'iniziativa promossa dalla Cei con alcune diocesi del sud Italia per il lavoro giovanile, il professor Zamagni ha affermato che "e' un peccato gravissimo sul piano sociale il lavoro che umilia e fa sentire irrilevante le persone".
"Un lavoro 'decente' consiste invece nel realizzare il proprio potenziale e cio' e' vantaggioso anche per le imprese, oltre che per il singolo lavoratore", ha proseguito insistendo "sulla esigenza di ripensare i modelli di organizzazione del lavoro". Cio', in particolare per "la conciliazione del lavoro con la famiglia che, rendendo sereni i lavoratori, si ripercuote beneficamente anche in azienda".
Zamagni ha criticato, a questo riguardo, alcune direttive dell'Unione Europea che "sembrano andare in senso contrario a questo importante principio, mentre - ha rilevato - e' tecnicamente possibile far marciare insieme famiglie e lavoro. Per questo occorre agire concretamente sul piano legislativo". Concetti su cui hanno convenuto anche Giancarlo Abete, presidente nazionale dell'Ucid, e Sergio Marini, presidente nazionale della Coldiretti: entrambi hanno rilevato la validita' degli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa, la lungimiranza degli insegnamenti dei Papi in campo economico e l'esigenza - ha detto Abete - "che i cattolici siano propositivi per preparare un futuro piu' degno per i giovani di oggi".
All'incontro che si e' tenuto nel Teatro Gentile, ha partecipato anche l'imprenditore fabrianese Francesco Merloni, gia' presidente di Confindustria e poi dell'Ucid, l'Unione cattolica imprenditori e dirigenti.
In serata, per alleggerire il clima del Congresso, una decina di complessi musicali e folkloristici marchigiani, hanno dato vita a Fabriano a una serata interamente dedicata alla cultura e alle tradizioni popolari. Il 'grande concerto' ha preso il via al termine della celebrazione eucaristica, che si e' svolta nel pomeriggio nella cattedrale di San Venanzio. Ad Ancona, invece, nessuna festa stasera perche' la notizia dell'incidente grave occorso all'assistente eccclesiastico dell'Azione Cattolica, monsignor Domenico Sigalini, atteso come relatore venerdi' prossimo, ha provocato un cambiamento di programma: l'adorazione eucaristica nella chiesa del Santissimo Sacramento andra' avanti tutta la notte, per invocare la guarigione di questo presule amatissimo dai giovani della pastorale giovanile che ha guidato per molti anni.
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