martedì 6 settembre 2011

Dal Congresso eucaristico l'appello a combattere povertà, ingiustizie e discriminazioni

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Dal Congresso eucaristico l'appello a combattere povertà, ingiustizie e discriminazioni

È stato il cardinale Angelo Comastri, vicario di Benedetto XVI per la Città del Vaticano, a concludere, con la Messa presieduta al Santuario della Madonna di Loreto, la mattina di incontro con i malati che partecipano al 25.mo Congresso eucaristico nazionale italiano. Ancona e le altre città delle Marche stanno vivendo intensamente questa prima parte della settimana che sfocerà nell’incontro dei congressisti con il Papa, in programma per domenica prossima. La cronaca della giornata in questo servizio di Alessandro De Carolis:

Le Chiese di Ancona come tanti cenacoli e dentro una lunga, densa, ininterrotta catechesi sull’Eucaristia. La mattina, la Messa, poi la celebrazione delle Lodi negli spazi della Fiera, la lectio e subito dopo l’approfondimento del tema del giorno. E intorno i templi e i Santuari di Loreto, Osimo, Senigallia, Jesi, Fabriano a fare da corona a queste giornate dello Spirito ma anche della concretezza, dove la riflessione poliedrica che suggerisce il Sacramento della carità non è disgiunta da quella sulle emergenze sociali che la carità messa in pratica può e deve alleviare. Lo aveva detto ieri pomeriggio in modo incisivo l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, parlando all’omelia della Messa, presieduta nella cattedrale di San Ciriaco, delle “tante forme di fame” dell’uomo e dello “stile eucaristico di Gesù, che “si appassiona tanto alla nostra fame da svelarla per quello che è, cioè bisogno di salvezza”. Ispirandosi al miracolo evangelico della moltiplicazione dei pani, il presule ha sostenuto che “la comunità ecclesiale ha il dovere, oggi più di ieri, di assumere con delicatezza e discrezione lo stile eucaristico della raccolta dei pezzi avanzati dell’umanità della gente”. Gente, ha soggiunto, che ha “fame di futuro, di salute, di felicità, di giustizia, di superamento delle discriminazioni, di vittoria sulla povertà, di dignità e di rispetto”.

Stamattina, nella Chiesa del SS. Sacramento di Ancona – mentre le vie cittadine, per via dello sciopero generale, andavano riempiendosi di altri slogan e altri cortei – è stato l’arcivescovo di Pompei, Carlo Liberati, a soffermarsi su un aspetto dell’Eucaristia, da lui considerata ”una ininterrotta educazione all’umiltà e al dono di sé”. “Diventiamo capaci di relazioni autentiche – ha esortato – in un mondo invaso dalla fretta e ucciso dalla superficialità”. E poi l’invito a calarsi nelle pieghe della quotidianità con genuino slancio cristiano: “Per ridare un volto divino a chi non ce l’ha se non deturpato, è necessario – ha detto mons. Liberati – operare dall’interno: farsi uno con chi soffre nel corpo, nel cuore, nello spirito”. E di corpi colpiti da malattia e altre disabilità si è riempito questa mattina il grande piazzale antistante il Santuario mariano di Loreto. Ai presenti, coinvolti nell’“Incontro della fragilità”, ha portato la propria testimonianza l’ex presidente dell’Azione Cattolica, Paola Bignardi. “Il dono più importante che mi ha fatto la malattia – ha affermato – è il credere che la grazia, che gli altri chiedevano per me, non era la guarigione, ma il vivere nell’abbandono al Signore, il continuare a credere nel suo amore, a vivere dentro di esso”. E mons. Francesco Canalini, facendole eco dall’analogo incontro svoltosi nel Santuario di San Giuseppe da Copertino di Osimo, ha indicato nella vicinanza a Cristo la soluzione di ogni male. “Rimettiamo Dio al suo posto di Creatore e Signore e noi – ha detto – al nostro posto di creature, piccole e fragili. Ritroviamo la gioia della speranza e dell'amore gratuito, la serenità del sentirsi e sapersi continuamente sorretti e portati in braccio da Dio che è Amore”.

Gli appuntamenti del 25.mo Congresso eucaristico nazionale si susseguono dunque a ritmo serrato, alternando fino a sera momenti liturgici e spirituali ad altri di animazione e spettacolo. Ma non mancano, come detto, riflessioni concrete sul momento che la società italiana vive, sulla crisi e le sue ricadute. Il nostro inviato ad Ancona, Fabio Colagrande, ha parlato di questo particolare aspetto con il direttore della Caritas locale, don Flavio Ricci, il quale prende spunto dal gesto che il Papa compirà domenica prossima, ad Ancona, pranzando con i poveri e i cassintegrati:

R. – Il significato principale – oltre all’originalità di questo invito – mi sembra sia proprio l’attenzione che il Papa pone alla situazione di Ancona: anzitutto riguardo alla problematica del lavoro, in forte crisi specialmente laddove il Papa celebrerà la Messa - il prossimo 11 settembre - all’Italcantieri, che è in cassa integrazione, col rischio di chiusura; ma anche ai poveri, perché i poveri sono – credo – la conclusione pratica di una celebrazione eucaristica che si fa pane per i bisognosi. Quindi che il Papa spezzi il Pane con loro, fisicamente, mi sembra un bel gesto e un bel segno. Certo sarà un piccola rappresentanza dei tanti che si muovono ad Ancona, ma è sempre un bel riferimento.

D. – Dal punto di vista del lavoro, dell’economia, in questo momento di crisi qual è la situazione sociale nella diocesi in cui voi operate?

R. – La situazione è precaria. Stiamo attraversando – come credo in tutte le parti d’Italia – un periodo difficile. Tenendo conto poi che le Marche erano considerate una regione virtuosa per via delle piccole imprese che davano lavorano a tantissime persone… Ma questo esempio virtuoso è venuto, pian piano, a mancare: prima colpendo le grandi industrie – basta pensare a quelle del Fabrianese e poi anche ad Ancona; basta pensare che quella di Ancona risulta una delle province italiane con il peggior saldo complessivo (la differenza cioè tra le entrate e le uscite). Il mercato del lavoro è pressoché immobile!

D. – E’ una situazione di disoccupazione che – se ho ben capito – riguarda in particolare l’area portuale e quindi è abbastanza significativo che le celebrazioni più importanti di questo Congresso Eucaristico avverranno proprio lì?

R. – Sì, infatti. C’è stata una “scelta politica” – e la metto tra virgolette - proprio per dare il senso di questa nostra presenza, cominciando dal Papa e dalla diocesi, laddove l’uomo vive questa condizione precaria, non conosce il proprio futuro e quindi mettendo in gioco tante famiglie nel caso succedesse qualcosa di grave…

D. – Don Flavio, che significato ha per voi, che siete impegnati nella solidarietà come Chiesa in Ancona, questo Congresso Eucaristico?

R. – Non vorrei direi per noi Caritas, perché dovrebbe essere per tutta la diocesi: ha un significato di tradurre l’atto liturgico sacramentale in un atto quotidiano di attenzione ai poveri in modo particolare e questo in tutte le coniugazioni della parola povertà. E’ un significato di chi si rimbocca di nuovo le maniche per lavorare e per individuare altre realtà. Per esempio nel nostro centro, che già esiste e dedicato a Giovanni Paolo II, abbiamo pensato di fare dei completamenti, delle ulteriori accoglienze, degli ulteriori servizi: per questo è nato il centro caritativo Beato Gabriele Ferretti. Questa è l’opera segno del Congresso Eucaristico. (mg)

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: