VATICANO: FORTE DISACCORDO SU STRATEGIE PER ABORTO SICURO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 20 set.
"Forte disaccordo" e' stato espresso dala Santa Sede in merito al Rapporto "Pratiche per l'adozione di un approccio basato sui diritti umani per eliminare la mortalita' materna evitabile e diritti umani" presentato al "Consiglio per i diritti umani" riunito a Ginevra per la sua diciottesima sessione.
Il testo, ha denunciato monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le agenzie dell'Onu a Ginevra, indica contraccezione e aborto come metodi per la pianificazione familiare.
"La mia Delegazione - ha spiegato - ritiene invece che debba essere rivolta una particolare attenzione affinche' al marito e alla moglie venga assicurata la liberta' di decidere responsabilmente, liberi da qualsiasi coercizione sociale o legale, il numero di figli e l'intervallo tra una nascita e l'altra". "Intento dei governi o delle altre agenzie - ha ricordato in proposito l'arcivescovo - non dovrebbe essere quello di decidere per le coppie ma, piuttosto, di creare le condizioni sociali che permettano loro di prendere decisioni corrette alla luce delle loro responsabilita' di fronte a Dio, a se stessi, alla societa' di cui fanno parte e all'ordine morale oggettivo".
"L'aborto, che distrugge la vita umana esistente non e' mai - ha ripetuto monsignor Tomasi nel suo intervento, pubblicato con evidenza dall'Osservatore Romano - un metodo accettabile di pianificazione familiare, come del resto e' stato riconosciuto all'unanimita' durante la Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sulla Popolazione svoltasi a Citta' del Messico nel 1984".
Per questo, ha sottolineato, "riteniamo totalmente inaccettabile che il cosiddetto 'aborto sicuro' venga promosso dal Rapporto discusso in questa Sessione del Consiglio dei Diritti dell'Uomo oppure, forse in maniera ancora piu'' significativa, dalla Strategia Globale per la Salute delle Donne e dei Bambini delle Nazioni Unite, avviata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2010".
Si tratta, ha tenuto a chiarire il rappresentante vaticano, di "preoccupazioni comprovate da dati accertati. L'Organizzazione Mondiale della Sanita', infatti, ha dimostrato che "in Africa le donne muoiono soprattutto per cinque cause principali: patologie connesse all'ipertensione, mancanza di assistenza ostetrica, emorragie, sepsi e infezioni, e malattie legate".
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