Il Papa a Berlino nel segno dell'unificazione
La Germania di Ratzinger oggi è il crocevia delle chiese cattolica, protestante e ortodossa. Previsto un afflusso massiccio
Alfonso Piscitelli
L'estate 2011 si conclude per il pontificato di Benedetto XVI con due grandi viaggi.
Uno già avvenuto, in Spagna, è stato caratterizzato da un successo di stampo "wojtiliano": un milione di giovani hanno animato la Giornata mondiale della Gioventù, addirittura due milioni erano all'incontro col Papa.
Il prossimo viaggio sarà in Germania e culminerà il 22 settembre con il discorso di Ratzinger al Bundestag.
Sarà un viaggio difficile, delicato per le reazioni che l'arrivo del successore di Pietro rischia di scatenare all'interno della inquieta chiesa teutonica.
In Spagna Benedetto XVI ha sfidato, sia pur con la mitezza che lo contraddistingue, il radicalismo laicista dell'era Zapatero. «Non vergognatevi del Signore» ha detto alla affollata piazza cristiana di Madrid. Il suo monito suona come simmetrico rispetto a quello lanciato da Giovanni Paolo II al momento della sua elezione. Wojtyla disse: «Non abbiate paura, spalancate le porte a Cristo».
La paura è il sentimento che domina sotto le dittature, sotto i totalitarismi che negano la libertà dello spirito. Ratzinger invece parla di «vergogna»: l'attuale Pontefice fronteggia infatti un nemico più insidioso, che oggi utilizza i media per far apparire anacronistici, addirittura imbarazzanti il messaggio cristiano e i principi della legge naturale. I giovani che hanno seguito il Papa a Madrid evidentemente non si vergognano di apparire "pubblicamente" cristiani. E così la giornata madrilena dell'orgoglio cristiano ha spazzato via tante polemiche preconcette: in primis quella sui presunti costi - per il contribuente spagnolo - della organizzazione dell'evento. In realtà la presenza di centinaia di migliaia di giovani per una settimana a Madrid ha riavviato l'economia turistica della Spagna, che oggi non è più ruggente come negli anni del boom economico di Aznar.
A guastare la festa ci hanno provato gli "indignados", le associazioni gay, forse anche la polizia di Zapatero, che calcando un poco la mano contro i manifestanti anti-Papa ha contribuito ad alimentare le tensioni. Gli indignados hanno tentato di portare a termine una goffa operazione mediatica, presentando la Chiesa cattolica come una variante della casta politica. L'opposizione all'arrivo del Papa si è dipinta dei colori del populismo. Ma in realtà oggi la casta dei professionisti della politica appare lontana dalla gente, incapaci di mobilitare le piazze. Invece Benedetto XVI ha riempito la piazza di Madrid con un milione-due milioni di giovani provenienti da ogni parte del mondo e li ha mobilitati articolando un linguaggio d'amore e di costruzione, non di odio e di mera contrapposizione. Altro che casta…
I gay organizzati hanno messo in scena il rituale ormai risaputo del bacio collettivo, e pare si siano anche calati i pantaloni. Rituali tutto sommato inoffensivi e, dal punto di vista dell'immagine pubblica, anche lievemente masochisti per chi stancamente li reitera. Da parte sua il Papa ha ripetuto il suo discorso forte, che ormai a cinque dalla sua elezione, si articola in una dottrina precisa, storicamente riconoscibile.
Ratzinger ribatte su due punti: il rifiuto del relativismo, che oggi rende l'Europa spiritualmente debole, vaso di coccio in mezzo ai fortissimi vasi di ferro delle identità islamica, cinese, indù, occidentalista.
Il secondo punto è la gioia di essere cristiani. Un secolo fa i nemici del cristianesimo combattevano la religione che "reprimeva la vita". Ora paradossalmente la cultura laicista-borghese si è rivelata essere una ideologia di morte, ossessionata da eutanasia, diritto all'aborto, unioni sessuali sterili. Per questo Ratzinger ha buon gioco nel ribadire che nella fede è la sorgente della gioia di vivere. Messaggio di calzante attualità, in questi cupi anni di crisi.
Cosa attende Benedetto XVI nella visita alla sua Germania? Forse qualcosa di più sgradevole delle manifestazioni laiciste spagnole: una contestazione che parte dall'interno della Chiesa cattolica tedesca, a opera di dissidenti che assumono il modus operandi dei gruppi protestanti. Ai margini della visita del Pontefice troveranno spazio le manifestazioni per il sacerdozio femminile, le manifestazioni per la democratizzazione della Chiesa e la dissoluzione di ogni forma di gerarchia romana, e per finire una bella parodia di messa celebrata da due ex sacerdoti gay e felicemente conviventi.
Quale è la reale consistenza dei gruppi del dissenso? Difficile dirlo, spesso i media che rilanciano ogni minimo sussulto di protesta amplificano la loro portata. Sta di fatto che i gruppi del dissenso anti-romano riprendono uno schema ideologico di tipo protestante proprio in un momento in cui il protestantesimo mostra il fiato corto delle mille divisioni e del conformistico adeguamento a ogni forma del costume contemporaneo.
Sarà interessante capire il modo in cui Benedetto XVI cercherà di mantenere in Germania il giusto equilibrio tra apertura ecumenica e riaffermazione forte dell'identità cattolica romana. Il 24 settembre dopo aver parlato al Bundestag, dopo aver tenuto una celebrazione all'Olympiastadion di Berlino, che già da ora si preannuncia oceanica, Ratzinger incontrerà nel convento agostiniano di Erfut (luogo sacro del luteranesimo) i rappresentanti del mondo protestante. Ma negli stessi giorni incontrerà anche le delegazioni ortodosse.
Negli anni Duemila, la partita della riunificazione spirituale dell'Europa non è più una partita a due, tra cattolici e protestanti. È una partita a tre che include anche gli ortodossi, il mondo spirituale russo riemerso dalle macerie del comunismo (la prima e la più terribile ideologia totalitaria partorita dalla filosofia tedesca…). La Germania si trova al crocevia tra le tre forme di cristianesimo europeo.
Rispetto a questa prospettiva di riunificazione spirituale e geopolitica dell'Europa le contestazioni anti-papiste dei nipotini di Hans Kung rischiano di risultare qualcosa di vecchio e di sterile.
© Copyright Il Secolo d'Italia, 6 settembre 2011
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1 commento:
Ogni viaggio del Papa è sempre difficile e pieno di incognite, poi, come sempre, opera lo Spirito Santo, ogni difficoltà viene superata dalla forza del Signore che opera attraverso la Fede di Papa Benedetto ed è una nuova Pentecoste!
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