Il Papa riceve Scola e consiglia: «Milano non perda di vista Dio»
di Sabrina Cottone
Santità, qual è la cosa più importante che ha nel cuore per Milano? chiede l’arcivescovo Angelo Scola. Papa Benedetto non si sottrae al simpatico scambio di battute. Regala il suo consiglio affettuoso ai milanesi: «Che Milano, centro industriale ed economico importante, non perda di vista Dio e che tutto sia ispirato, in tutte queste azioni che sono necessarie, dalla fede». Spiega come mettere insieme la passione per le cose terrene e le cose celesti: «La fede ci dà la luce anche nelle cose materiali, che non vanno bene se non sono penetrate dalla luce della fede». Conclude: «Lo sguardo verso Dio, in Cristo Gesù, in tutte le responsabilità di questa nostra terra».
Un incontro affettuoso tra Pietro e Ambrogio, nella cappella dell’appartamento privato del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo. Solenne nella preghiera in latino e nel rito di imposizione del Pallio, il collare di lana bianca con le croci nere che è il simbolo liturgico della comunione con Roma e della potestà da metropolita dell’arcivescovo di Milano. Ma anche un momento informale nell’abbraccio fraterno, il bacio cordiale, il giuramento pronunciato in piedi, la chiacchierata finale con Scola e i vescovi ambrosiani che lo hanno accompagnato a Castel Gandolfo.
È il Papa a prendere l’iniziativa, si rivolge alla delegazione al seguito di Scola, ricorda la comunione con Pietro, affida loro il nuovo arcivescovo, «che viene da Milano e tutto il suo cuore sarà per Milano, nella comunione con la sede di Pietro, il santo apostolo Pietro. Vanno insieme, sempre». Poco prima, Scola aveva rinnovato l’impegno che i vescovi, successori degli apostoli, assumono con il successore di Pietro, vescovo di Roma e vicario di Gesù Cristo: «Sarò sempre fedele e obbediente».
Papa Benedetto XVI ha imposto personalmente sulle spalle dell’arcivescovo Angelo il Pallio, che viene custodito presso la tomba di Pietro. Riportare la notizia nei dettagli l’Osservatore romano, in un ampio articolo in cui ricostruisce i momenti della cerimonia. Il Pontefice è giunto nella cappella, donata dall’episcopato polacco nel 1934 a Pio XI, accompagnato da monsignor Georg Ganswein, suo segretario particolare. Dopo una preghiera in latino, Benedetto XVI ha ascoltato la formula di giuramento che il porporato ha pronunciato in piedi davanti a lui. Quindi, gli ha consegnato il Pallio e ha scambiato un segno di pace. Il canto del Pater Noster e la benedizione apostolica hanno concluso la cerimonia.
Era presente una nutrita pattuglia ambrosiana. I vescovi ausiliari della diocesi ambrosiana: Carlo Roberto Maria Redaelli, Mario Enrico Delpini, Luigi Stucchi, Erminio De Scalzi, Franco Giulio Brambilla, con Angelo Mascheroni, già vescovo ausiliare, e i monsignori Gianni Zappa, Bruno Molinari, e il segretario di Scola, don Luciano Capra. «Il Papa - sintetizza l’Osservatore Romano - ha spiegato che le cose quotidiane e quelle materiali non vanno bene se non sono penetrate dalla luce di Dio».
Domenica pomeriggio la solenne cerimonia di ingresso in Duomo del nuovo arcivescovo.
© Copyright Il Giornale, 22 settembre 2011 consultabile online anche qui.
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