martedì 27 settembre 2011

La prolusione del card. Bagnasco nell'articolato commento di Salvatore Izzo

BAGNASCO: STILI DI VITA SIANO COMPATIBILI CON DECORO DELLE ISTITUZIONI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

Davanti a "racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica", il cardinale Angelo Bagnasco punta il dito contro "i comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui" oggetto in queste settimane di inchieste giudiziarie e di molti articoli di giornali. "Mortifica", dice il presidente della Cei aprendo il Consiglio Episcopale Permanente, "dover prenderne atto", cosi' come "rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché - spiega il porporato ai vescovi riunti nella sede della Cei - è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico".
"Non è la prima volta - sottolinea Bagnasco citando le prolusioni del settembre 2009 e dello scorso gennaio - che ci occorre di annotarlo: chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda". "Da più parti, nelle ultime settimane, si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti", osserva Bagnasco, per il quale, tuttavia, davvero non è mancata "in questi anni la voce responsabile del Magistero ecclesiale che chiedeva e chiede orizzonti di vita buona, libera dal pansessualismo e dal relativismo amorale".

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BAGNASCO: INCHIESTE ECCESSIVE E IMPRESSIONE REGOLAMENTO DEI CONTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set. -

Guardando alla crisi che vive l'Italia, emerge l'impressione che talvolta "il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità". Lo sottolinea il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, nella prolusione al Parlamentino dei vescovi italiani. Se in certi comportamenti oggetto di inchieste "è l’esibizione talora a colpire", per Bagnasco ugualmente "colpisce l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati. E colpisce la dovizia delle cronache a ciò dedicate". Tuttavia, tiene a chiarire, "nessun equivoco può qui annidarsi: la responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano".

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BAGNASCO: QUESTIONE MORALE NON RIGUARDA UNA PARTE SOLTANTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV; 26 set.

"La questione morale non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell’esercizio del reciproco controllo". Lo afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, invitando tutti a riconoscere che "la questione morale complessivamente intesa, non è un’invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun altro ambito privato o pubblico, essa è un’evenienza grave, che ha in sé un appello urgente". "Nessuno - riconosce - può negare la generosa dedizione e la limpida rettitudine di molti che operano nella gestione della cosa pubblica, come pure dell’economia, della finanza e dell’impresa: a costoro vanno rinnovati stima e convinto incoraggiamento". Ma, aggiunge, "l’improprio sfruttamento della funzione pubblica è grave per le scelte a cascata che esso determina e per i legami che possono pesare anche a distanza di tempo".
"Non si capisce - continua Bagnasco in un aprolusione che ha davvero i toni della requisitoria - quale legittimazione possano avere in un consorzio democratico i comitati di affari che, non previsti dall’ordinamento, si auto-impongono attraverso il reticolo clientelare, andando a intasare la vita pubblica con remunerazioni – in genere – tutt’altro che popolari. E pur tuttavia il loro maggior costo sta nella capziosità dei condizionamenti, nell’intermediazione appaltistica, nei suggerimenti interessati di nomine e promozioni. Al punto in cui siamo, è essenziale drenare tutte le risorse disponibili, intellettuali, economiche e di tempo, convogliandole verso l’utilità comune. Solo per questa via si può salvare dal discredito generalizzato il sistema della rappresentanza, il quale deve dotarsi di anticorpi adeguati, cominciando a riconoscere ai cittadini la titolarità loro dovuta".

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BAGNASCO: CHE "C'E DA PURIFICARE L'ARIA"

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

"I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune". Per questo, secondo il presidente della Cei, la questione morale "intacca la politica, ha innegabili incidenze culturali ed educative" e "contribuisce, di fatto, a propagare la cultura di un’esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita". "Ecco perché - spiega il cardinale Angelo Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente - si tratta non solo di fare in maniera diversa, ma di pensare diversamente: c’è da purificare l’aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate". Per il porporato cio' e' particolarmente urgente "in una società mediatizzata, in cui lo svelamento del torbido, oltre a essere compito di vigilanza, diventa contagioso ed è motore di mercato. Da una situazione abnorme se ne generano altre, e l’equilibrio generale ne risente in maniera progressiva".
"Chi rientra oggi nella classe dirigente del Paese - scandisce Bagnasco - deve sapere che ha doveri specifici di trasparenza ed economicità: se non altro, per rispettare i cittadini e non umiliare i poveri. Specie in situazioni come quella attuale, ci è d’obbligo richiamare il principio prevalente dell’equità che va assunto con rigore e applicato senza sconti, rendendo meno insopportabili gli aggiustamenti più austeri. È sull’impegno a combattere la corruzione, piovra inesausta dai tentacoli mobilissimi, che la politica oggi è chiamata a severo esame".

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BAGNASCO: MANOVRA, METODO SCOMBINATO PER AFFRONTARE CRISI NON SOLO ITALIANA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

I vescovi italiani danno voce "alle preoccupazioni che pulsano nel corpo vivo del Paese" riguardo alle conseguenze della crisi economica in atto, e non sfugge loro "quel che, a più riprese, si è tentato di fare e ancora si sta facendo per fronteggiarle". "L’impressione tuttavia - afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco - è che, stando a quel che s’è visto, non sia purtroppo ancora sufficiente". "Colpisce - denuncia il cardinale - la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede".
"È nota - rileva il porporato - la difficoltà a innescare la marcia di uno sviluppo che riduca la mancanza di lavoro, ed è noto il peso che i provvedimenti economici hanno caricato sulle famiglie; non si può, rispetto a queste dinamiche, assecondare scelte dissipatorie e banalizzanti. La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l’immagine del Paese all’esterno ne viene pericolosamente fiaccata. Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi, e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono né vincitori né vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. Solo comportamenti congrui ed esemplari, infatti, commisurati alla durezza della situazione, hanno titolo per convincere a desistere dal pericoloso gioco dei veti e degli egoismi incrociati".
Il problema della crisi economica, ricorda pero' il cardinale presidente, non e' nata in Italia e non riguarda solo il nostro Paese. Ma, denuncia, "nessuna nuova istituzione internazionale è stata nel frattempo messa in campo col potere di regolare appunto la funzionalità dei mercati allorché questi risultino anomali". Cosi' "le agenzie che classificano l’affidabilità dei grandi soggetti economici hanno continuato a far valere la loro autarchica e misteriosa influenza, imponendo ulteriori carichi alle democrazie", mentre "l’Europa ha fatto fronte in ritardo e di malavoglia alle emergenze, incapace di esprimere una visione comunitaria inclusiva dei doveri propri della reciprocità e della solidarietà, soprattutto rivelando ancor di più lo squilibrio tra l’integrazione economica, di cui l’euro è espressione, e un’integrazione politica, ancora inadeguata, pesantemente burocratizzata e invasiva".
"D’altronde - conclude con amarezza Bagnasco - l’Italia non si era mai trovata tanto chiaramente dinanzi alla verità della propria situazione. Il che significa, tra l’altro, correggere abitudini e stili di vita. Qualcosa di facile a dire, ma estremamente difficile ad applicare, anzitutto per sé".

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BAGNASCO: DAVANTI A CRISI ITALIA NON SI AUTODENIGRI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

"L’Italia ha una missione da compiere, l’ha avuta nel passato e l’ha per il futuro. Non deve autodenigrarsi. Bisogna dunque reagire con freschezza di visione e nuovo entusiasmo, senza il quale è difficile rilanciare qualunque crescita, perseguire qualunque sviluppo". Lo afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, aprendo i lavori del parlamentino dei vescovi italiani. "A un’osservazione attenta, le ragioni per cui guardare avanti - rileva il cardinale - ci sono: la strada si è fatta più impervia e il consumismo potrebbe averci fiaccato, ma il popolo italiano odierno sa di non essere da meno delle generazioni che l’hanno preceduto. E sa anche che le conquiste di ieri hanno oggi bisogno di essere riguadagnate: il 'parassitismo esistenziale' infatti è solo istinto di psicologie fragili e derelitte. Il brontolio sordo non aiuta a vivere meglio, demotiva anzi ulteriormente". "La gente di questo Paese - ricorda Bagnasco - dà il meglio di sé nei momenti difficili: certo, le occorre per questo un obiettivo credibile, per cui valga la pena impegnarsi". "Questo obiettivo - secondo il presidente dei vescovi - c’è, e coincide con il portare l’Italia fuori dal guado in cui si trova anche per un certo scoramento. Portarla fuori perché sia all’altezza delle proprie responsabilità storiche e culturali. Il che significa darle il futuro che merita, e che serve al mondo intero".

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BAGNASCO: NELLA CRISI LA CHIESA STA FACENDO LA SUA PARTE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

"La Chiesa pellegrina in Italia - assicura il presidente della Cei - non intende sottrarsi alle attese e alle responsabilità che le competono. Negli ultimi anni, in coincidenza col dispiegarsi della crisi, essa ha intensificato la propria capillare presenza, a cerniera tra il territorio e i bisogni della gente". Tra "le iniziative molteplici e straordinarie" nate nella Chiesa Italiana per aiutare le fanmiglie a fronteggiare la crisi, Bagnasco cita "Il prestito della speranza" promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana che si e' aggiunto "alla fitta rete di vicinanza e di solidarietà quotidiana" che "testimoniano la partecipazione sincera della comunità credente alle ansie comuni. Nel frattempo, anche il moltiplicarsi di impegni a favore delle popolazioni più colpite e quelle più derelitte del mondo documenta la tensione che ci pervade, e ci ha indotti a operare ogni risparmio e potare poste di bilancio consolidate per concentrarci sui fronti oggi più esposti".
"Fidandoci dell’aiuto di Dio che mai manca, siamo intensamente grati alla Caritas e alla Migrantes - sottolinea Bagnasco - per quanto fanno ogni giorno, al di fuori di qualsiasi pubblicità, canalizzando e dando sbocchi ravvicinati e credibili alla carità della Chiesa e di molti italiani". In proposito, il presidente della Cei ricorda quanto ha scritto sul Corriere il professor Franco Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, per il quale "l’unica voce che denuncia i guasti della società della politica è quella della Chiesa Cattolica". "Lo citiamo - spiega il porporato -non per vantare titoli, ma per invitare tutti a non cercare alibi". "Ci commuove - confida Bagansco a nome dei 220 vescovi italiani - sentire la fiducia e la gratitudine che vengono espresse quando, come Vescovi, ci rechiamo nei molteplici ambienti di lavoro delle nostre città, campagne, porti. Ci commuovono soprattutto le parole della gente più semplice, dei lavoratori più umili: noi vi siamo grati per la vostra gratitudine che ci riconosce pastori e amici, riferimenti affidabili là dove - aggiunge rivolgendosi direttamente agli italiani - per voi e le vostre famiglie, guadagnate un pane spesso difficile e a volte incerto. I vostri sentimenti ci invitano all’umiltà, responsabili come siamo del patrimonio di fiducia che ci confidate. Ci incoraggiano - conclude - a esservi sempre più vicini ovunque, per raccogliere le ansie e le gioie dei vostri cuori, continuando a dar loro voce ed espressione. Noi nulla chiediamo, se non di starvi accanto con il rispetto e l’amore di Cristo e della Chiesa".

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BAGNASCO: SU ICI EVENTUALI ABUSI CHIESA SARANNO CORRETTI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

La "discussione, non sempre garbata e informata", che c’è stata negli ultimi tempi circa le risorse della Chiesa e' citata dal cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione letta questa sera in apertura della sessione autunnale del parlamentino della Cei. In merito, dice il cardinale, 2facciamo solo notare che per noi, sacerdoti e vescovi, e per la nostra sussistenza, basta in realtà poco. Così come per la gestione degli enti dipendenti dalle diocesi: essa si ispira ai criteri della trasparenza, senza i quali non potrebbe sussistere l’estimazione da parte di molti".
"Se abusi si dovessero accertare - assicura in riferimento al tema dell'esenzione dell'Ici, che non riguarda solo la Chiesa ma tutte le attivita' non profit - siano perseguiti secondo giustizia, in linea con le norme vigenti. Per il resto, ci affidiamo all’intelligenza e all’onestà degli uomini, segnalando che risposte a nostro avviso esaurienti, seppur non troppo considerate, sono già state offerte all’opinione pubblica" in particolare dal quotidiano cattolico Avvenire.

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BAGNASCO: CONTRO EVASIONE FISCALE NON SI E' FATTO ABBASTANZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

"L’impegno di contrasto all’evasione fiscale" rappresenta un "fronte vitale per la nostra democrazia". Lo ricrda il presidente della Cei Angelo Bagnasco aprendo i lavori del parlamentino della Cei. "Difficile - denuncia - sottrarsi all’impressione che non tutto sia stato finora messo in campo per rimuovere questo cancro sociale, che sta soffocando l’economia e prosciugando l’affidabilità civile delle classi più abbienti. Il grottesco sistema delle società di comodo che consentono l’abbattimento artificioso dei redditi appare – alla luce dei fatti – non solo indecoroso ma anche insostenibile sotto il profilo etico. Bisogna che gli onesti si sentano stimati, e i virtuosi siano premiati". "Sono tanti - riconosce pero' Bagnasco - i cittadini per bene e le famiglie che adempiono positivamente i loro compiti".

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BAGNASCO: CATTOLICI CAMBIANO POLITICA, VOGLIONO CONTRIBUIRE A RINNOVAMENTO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

"Si farebbe fatica a non registrare" il lievitare nel mondo cattolico italiano di "una nuova partecipazione e di una nuova consapevolezza".Il cardinale Angelo Bagnasco apre con questa considerazione il capitolo della sua prolusione al Consiglio Episcopale Permanente della Cei dedicato alla presenza dei cattolici "nella società civile e nella politica". Per il presidente dei vescovi italiani, tutti possono rendersi conto che "la fede cristiana non danneggia in alcun modo la vita sociale" e che i cattolici "quando non risultano sugli spalti, sono per lo più là dove vita e vocazione li portano".
E se fino ad oggi "tentazioni e smarrimenti, hanno indubbiamente spinto i cattolici, alla scuola dei Papi, a maturare una più avvertita coscienza di sé e del proprio compito nel mondo", ecco avanzare "un nucleo più ristretto ma sempre significativo di credenti, sollecitati dagli eventi e sensibilizzati nelle comunità cristiane", che "ha colto la rinnovata perentorietà di rendere politicamente più operante la propria fede". Per Bagnasco, dunque "sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che, coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni".
"A dar coscienza ai cattolici - afferma Bagnasco - oggi non è anzitutto un’appartenenza esterna, ma i valori dell’umanizzazione che si sta imparando a riconoscere e a proporre con crescente coraggio, e che in realtà finiscono per far sentire i cattolici più uniti di quanto taluno non vorrebbe credere". Nel contempo, pero', tali valori, rioleva Bagnasco esortando implicitamente i cattolici a non autoghettizzarsi, "sempre di più richiamano anche l’interesse di chi esplicitamente cattolico non si sente". "A un tempo - ricorda - c’è un patrimonio di cultura fatto di rappresentanza sociale e di processi di maturazione comunitaria". Si tratta, scandisce il cardinale, di "un giacimento valoriale ed esistenziale rappresenta la bussola interiormente adottata dai cattolici, e da esso si sprigionano ormai ordinariamente esperienze che sono un vivaio di sensibilità, dedizione, intelligenza che sempre più si metterà a disposizione della comunità e del Paese".
"Non sempre - ammette infine Bagnasco, consapevole che la direzione indicata oggi risulta abbastanza diversa da quelle precedenti e ormai consolidate - tutto è così lineare, è vero. Lentezze, chiusure, intimismi restano in continuo agguato, ma ci sembra che una tensione si vada sviluppando grazie alle comunità cristiane, alle molteplici aggregazioni ecclesiali o di ispirazione cristiana, e grazie anche al lavoro realizzato dai nostri media, che sono diventati dei concreti laboratori di idee e dei riferimenti ormai imprescindibili".
"La transizione dei cattolici verso il nuovo - conclude il presidente della Cei citando un'analisi del rettore dell'Universita' cattolica professor Lorenzo Ornaghi - inevitabilmente maturerà all’interno della transizione più generale del Paese, e oserei dire anche dell’Europa, secondo la linea culturale del realismo cristiano, e secondo quegli atteggiamenti culturali di innovazione, moderazione e sobrietà che da sempre la connotano. È forse pensabile - si domanda infine Bagnasco con le parole di Ornaghi - che rispetto a tale politica risultino latitanti, facilmente emarginabili, irrilevanti, non tanto singole personalità cattoliche, quanto i cattolici italiani come presenza vitale e immediatamente riconoscibile, perché efficacemente organizzata?".

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BAGNASCO: NELLE CARCERI CONDIZIONI DI VITA INTOLLERABILI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

I vescovi esprimono preoccupazione per la situazione delle carceri in Italia. "Conosciamo di persona, e tramite i nostri cappellani - afferma il cardinale Angelo Bagnasco - le condizioni in cui si trovano molti dei carcerati e di coloro che li custodiscono. Disagi che troppo spesso arrivano a livelli intollerabili, e a scelte tristemente estreme, a motivo del sovraffollamento registrabile in diversi penitenziari del nostro Paese". Per il presidente della Cei, "tutto ciò che non viene fatto per la giusta pena e l’intelligente recupero dei carcerati, la comunità nazionale lo nega a se stessa e alle prospettive del proprio benessere".

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BAGNASCO: DISOCCUPAZIONE E PRECARIATO SONO NOSTRO ASSILLO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

"La situazione del lavoro, la disoccupazione, il precariato, l’inattività di molti giovani: sono un nostro assillo costante". Non usa mezzi termini il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, per ricordare che "il lavoro è un diritto-dovere iscritto nell’ordine creaturale, e dunque la società ha l’obbligo di porre le condizioni perché esso possa esplicarsi per tutti". "Conosciamo da vicino l’angoscia e i drammi, l’inquietudine e la rabbia di molti", confida Bagnasco. E aggiunge: "vorremmo avere una speciale capacità taumaturgica per risolvere in particolare questi problemi, tanto siamo convinti che la dignità della persona passa per il lavoro riconosciuto nella sua valenza sociale, così come matura nel grembo della famiglia che però deve essere posta al centro di politiche di sostegno dirette, concrete, efficaci".

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BAGNASCO: DAT, PROVVEDIMENTO NECESSARIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 26 set.

I vescovi italiani esprimono "l’auspicio che la legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento possa giungere quanto prima in porto". Lo ribadisce il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo stasera i lavori del Consiglio Episcopale Permanente. "Dopo l’approvazione della Camera dei Deputati, essa - sottolinea - attende il secondo passaggio al Senato. La sollecitiamo con rispetto, nella persuasione che si tratta di un provvedimento oggi necessario per salvaguardare il diritto di tutti alla vita".

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