Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Le parole di Benedetto XVI per la Gmg di Madrid
Agli universitari, ai seminaristi, ai giovani sposi, ai ragazzi tutti il Papa ha detto di cercare la verità e la libertà in Cristo e di non temere.
di Salvatore Izzo
"Dove i ragazzi di oggi troveranno punti di riferimento in una società sgretolata e instabile?". Questo interrogativo decisivo è risuonato nella straordinaria cornice dell’Escorial, in uno degli appuntamenti inediti che hanno caratterizzato la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, quello di Benedetto XVI con i giovani professori universitari dei cinque continenti che, per la prima volta, hanno accompagnato i loro studenti al mega raduno. Tornato per l’occasione in cattedra, il "professor Ratzinger" ha citato Platone: "Cerca la Verità mentre sei giovane, perché se non lo farai, poi ti scapperà dalle mani".
Sono parole che spiegano bene l’urgenza del messaggio della Gmg, che lo stesso Pontefice ha riassunto nella movimentata veglia di preghiera all’aerodromo dei Cuatro Vientos, in un discorso che a causa della pioggia ha potuto leggere solo in parte: "non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell'Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo", ha chiesto ai giovani di tutto il mondo, oltre un milione e mezzo quella sera, per nulla intimoriti da quella bufera, tanto da restarsene poi a lungo silenziosi e in ginocchio per l’adorazione eucaristica.
"Mentre la cultura relativista dominante rinuncia alla ricerca della verità e disprezza la ricerca della verità, che è l'aspirazione più alta dello spirito umano", i ragazzi della Gmg rappresentano infatti "un'alternativa valida", come ha riconosciuto nel discorso ai 600 mila giovani presenti già la sera di giovedì 18 agosto in plaza de Cibeles, rispetto al vuoto che sperimentano quanti "si accontentano di seguire le correnti di moda, si rifugiano nell'interesse immediato, dimenticando la giustizia vera o si rifugiano nelle proprie opinioni invece di cercare la verità senza aggettivi". C’e’ differenza infatti tra "chi costruisce sopra la roccia stabile, resistente agli attacchi delle avversità", e "chi edifica sulla sabbia, forse in un luogo paradisiaco, potremmo dire oggi, ma che si sgretola al primo soffio dei venti e si trasforma in rovina".
"Molti - ha rilevato il Pontefice - credendosi degli dei, pensano di non aver bisogno di radici, ne’ di fondamenti che non siano essi stessi. Desidererebbero decidere solo da sé ciò che è verità o no, ciò che è bene o male, giusto e ingiusto; decidere chi è degno di vivere o può essere sacrificato sull'altare di altre prospettive; fare in ogni istante un passo a caso, senza una rotta prefissata, facendosi guidare dall'impulso del momento". "Queste tentazioni - ha spiegato ai ragazzi - sono sempre in agguato. È importante non soccombere ad esse, perché, in realtà, conducono a qualcosa di evanescente, come un'esistenza senza orizzonti, una libertà senza Dio".
E con la stessa franchezza, Joseph Ratzinger ha parlato anche ai circa 5 mila seminaristi per i quali ha celebrato il 19 agosto nella Cattedrale : "gli anni del seminario - ha spiegato - debbono servire a discernere se davvero il Signore chiama al sacerdozio. "Incoraggiati dai vostri formatori - ha raccomandato a quanti si sentono chiamati a tale indispensabile servizio - aprite la vostra anima alla luce del Signore per vedere se questo cammino, che richiede audacia e autenticità, è il vostro, avanzando fino al sacerdozio solo se sarete fermamente persuasi che Dio vi chiama ad essere suoi ministri e fermamente decisi ad esercitarlo obbedendo alle disposizioni della Chiesa". "Può darsi che vi disprezzino, come si suole fare verso coloro che richiamano mete più alte o smascherano gli idoli dinanzi ai quali oggi molti si prostrano", li ha avverti con quello che è parso anche un commento indiretto riguardo alle manifestazioni anti-Papa e ai gravi incidenti provocati dagli "indignados". Al disprezzo - ha affermato - bisogna rispondere con "una vita profondamente radicata in Cristo" che "si rivelerà realmente come una novità, attraendo con forza coloro che veramente cercano Dio, la verità e la giustizia".
"Cari amici, che nessuna avversità vi paralizzi. Non abbiate paura del mondo, ne' del futuro, ne' della vostra debolezza", ha poi incoraggiato i ragazzi a Cuatro Vientos nella Veglia. E il giorno dopo ha ricordato a quelli che erano ormai due milioni di giovani, come più che mai oggi il mondo abbia "bisogno di Dio" e quindi "della testimonianza della fede". Ecco perché per Benedetto XVI - che pure ha voluto accentuarne il contenuto spirituale – "le Gmg sono un segnale, una cascata di luce, danno visibilità alla fede, visibilità alla presenza di Dio nel mondo e creano così il coraggio di essere credente". "Spesso - ha osservato in proposito Papa Ratzinger conversando con i giornalisti nel volo di andata - i credenti si sentono isolati in questo mondo, quasi perduti, qui vedono che non sono soli che c'è una grande rete di fede, una grande comunità di credenti nel mondo, che è bello vivere in questa amicizia universale, e così mi sembra nascono amicizie sopra i confini delle diverse culture, dei diversi paesi". Secondo il Pontefice, "questa nascita di una rete universale di amicizia che collega mondo e Dio è un'importante realtà per il futuro dell'umanità, per la vita dell'umanità di oggi". Dunque "bisogna vedere la Gmg come un grande segno a parte di un grande cammino, crea amicizia, apre frontiere e rende visibile che è bello essere con Dio, che Dio è con noi. In questo senso - ha assicurato - vogliamo continuare con questa grande idea del Beato Giovanni Paolo II".
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