martedì 13 settembre 2011

L'ultima sparata dall'Irlanda: un prete invita le donne a protestare contro il “linguaggio sessista” del Nuovo Messale (Fiona Gartland)

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Alessia.
Prima di tutto consiglierei ai preti irlandesi di occuparsi di questioni serie e di riempire i giornali con dichiarazioni adatte al momento storico e non saldamente ancorate al 1968.
Anche un bimbo sa che il termine "uomo", in molti contesti, sta per umanita' e non per individuo di sesso maschile.
Secondo l'interpretazione di tal prete noi donne dovremmo ribellarci anche a moltissime norme contenute nei nostri codici. Prendiamo quella che condanna l'omicidio volontario:


Art. 575.
Omicidio.

"Chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno".

Che cosa dovremmo dedurne? Forse che l'omicidio di una donna non e' punito? Ma su'! Siamo seri e occupiamoci di argomenti solidi, soprattutto in Irlanda.
R.

8 commenti:

mariateresa ha detto...

magari questo sacerdote ha la dentiera e la zanetta. Senza offesa.
Questi rivoluzionari sono tutti un po' datati.Ai conevegni sembrano di più perchè ci sono le badanti.
Mi sembra che se uno vuole fare polemiche a tutti i costi un qualche pretesto si può sempre trovare.
Quello che meraviglia è che costui sia un prete. Veramente ci sono stati tempi in cui si è accettato il lusco e il brusco.

Anonimo ha detto...

Si stanno finalmente raccogliendo i frutti di un "politica" ecclesiale tutta concentrata sul politicamente corretto, sull´ecologismo, sul terzomondismo, sui diritti umani, e sempre meno sul Cristo.
La Chiesa come grande agenzia di servizi sociali.
Questo prete, se avesse imparato in seminario e durante la sua preparazione che cosa significa obbedienza, ora sarebbe in chiesa a pregare, ad adorare il S. Sacramento, invece di dare interviste nelle quali invita i fedeli ad attaccare la Chiesa.
La grande stagione del cattolicesimo trionfante, forse, altro non era che un lungo periodo di incubazione: Germania, Austria, Irlanda, Croazia.

jacu

Anonimo ha detto...

La cosa più triste è il loro spasmodico desiderio di visibilità. Fanno a gara a chi la spara più grossa pur di conquistarsi un titolo su un giornale, trascinanno nel ridicolo inconsapevoli fedeli, come la vecchietta di 92 anni dell'articolo. Mah, noi con i nostri Gallo, Mazzi & Co, che fanno a gara a sostenere il contrario di ciò che dice il Papa, non stiamo messi molto meglio.
Alessia

Alessandra Mirabella ha detto...

"Veramente ci sono stati tempi in cui si è accettato il lusco e il brusco."

Più che altro hanno lasciato che rimanessero tali...

Ha ragione Raffaella: qui il problema è proprio di conoscenza dei testi...

MA DOVE HA STUDIATO?

Anonimo ha detto...

Ma se ci dobbiamo occupare di argomenti più solidi perché vi occupate di tutte queste stupidaggini???
Basta ignorare i pettegolezzi invece di far da magafono per poi scandalizzarsi.

Raffaella ha detto...

Ecco qui A.!
Non siamo noi che dobbiamo occuparci di cose serie, ma sono i sacerdoti, per primi, a doverci dare l'esempio.
Ignorare le sparate di questi ultimi non va bene perche' si da' la sensazione che non ci siano problemi nella Chiesa, il che non e' affatto vero.
R.

Anonimo ha detto...

A. o S., se preferisci :-)
perchè nascondere la testa sotto la sabbia, perché fare finta che i problemi nella Chiesa non esistano?Ignorarli non aiuta certo a risolverli, al contrario. Per esempio, se il problema degli abusi fosse stato affrontato a viso aperto qualche decennio fa oggi la situazione sarebbe molto diversa e il male interno che devasta la Chiesa assai minore.
Alessia

Anonimo ha detto...

Non sono sciocchezze. E neppure dettagli di poco conto. Il linguaggio è il primo strumento di pressione e di "educazione" del popolo. E questo lo sanno benissimo i figli dei lumi che hanno inventato quello politicamente corretto proprio per iniettare la divisione nella società, nella religione, nelle famiglie, tra moglie e marito. Per questo, l'"orate fratres" di antica memoria (e che accontentava tutti) si è trasformato nel "pregate sorelle e fratelli", con questo ridicolo omaggio galante al gentil sesso, quasi a rimarcare una "precedenza" che prima non era neppure adombrata dal termine "sessista" (fratres). La richiesta di sacerdozio femminile e di abolizione del celibato sacerdotale muovono proprio in un contesto culturale nel quale questo linguaggio gratuito e ipocrita ha scavato nelle coscienze, solleticando frustrazioni idiote. Quello a cui il modernismo si oppone, col suo precetto falsamente democratico, è il tradizionale "a ognuno il suo posto" che rispettava la pari dignità di tutti (e di tutte, obviously).