VATICANEIDE - Lettere anonime erano giunte a Bertone
Santa sede, via alle nomine nonostante il «corvo»
di Andrea Bevilacqua
Non sono soltanto le crisi diplomatiche a disturbare l'estate del Vaticano e dei principali collaboratori di Papa Benedetto XVI. Non c'è soltanto l'Irlanda con le accuse alla Santa Sede di aver coperto i casi di pedofilia nel clero. E nemmeno c'è soltanto l'Austria con quel manipolo di preti ribelli che, a pochi giorni dalla partenza del Papa per la vicina Germania, minaccia lo scisma se Ratzinger non aprirà sul sacerdozio femminile, il celibato dei preti, la comunione ai divorziati risposati. C'è anche il dissenso interno alla curia romana a preoccupare, con quella lettera anomina che si dice firmata da un monsignore in forza a Roma inviperito contro il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone per alcune nomine nei posti che contano.
La diatriba riguarda un giro di nomine che dovrebbe portare l'arcivescovo Carlo Maria Viganò, ora segretario e quindi numero due del governatorato vaticano, a divenire nunzio negli Stati Uniti d'America. Alla guida del governatorato ora presieduto dal cardinale Giovanni Lajolo, che va in pensione si fa il nome dell'attuale nunzio in Italia, l'arcivescovo Giuseppe Bertello, mentre segretario dovrebbe divenire monsignor Giuseppe Sciacca, oggi uditore e giudice della Rota romana. Il governatorato è un dicastero importante anche per le sue importanti competenze finanziarie. Lo spostamento d Vigano non va giù a molti. Di qui i risentimenti, le lettere anonime che per altro sono una costante della Santa Sede. Molte ne girano e molte ne sono girate in passato, la maggior parte inattendibili e frutto di fantasia a tratti perversa.
Ratzinger segue queste vicende da lontano. Anche se i suoi collaboratori si premurano d'informarlo nel suo ritiro di Castel Gandolfo dove egli si dedica principalmente a studiare e a scrivere in vista della pubblicazione del terzo e ultimo volume dedicato alla figura di Gesù di Nazaret.
L'impressione è che la lettera anonima porterà Bertone a velocizzare le nomine stesse, spingendo in particolare sulla partenza di Vigano per Washington. La gestione virtuosa del governatorato, infatti, non è bastata a Viganò per garantirgli di restare, come egli probabilmente avrebbe preferito, a Roma. Si sa che Benedetto XVI è rimasto molto amareggiato dalla crisi interna che è seguita dopo le voci dello spostamento di Vigano. Ma ormai la sua promozione per gli Stati Uniti è decisa e il Papa non tornerà indietro.
Il Papa vuole una persona di valore in una delle nunziature certamente più importanti e delicate, nel momento in cui negli Stati Uniti parte la rincorsa per le elezioni presidenziali. Negli Usa i vescovi non sempre sono morbidi con l'attuale amministrazione di governo, che spesso avanza progetti di legge che non collimano con le aspettative della chiesa.
Pare che nelle scorse settimane ci sia stato anche uno scambio epistolare tra Viganò e l'appartamento pontificio. Viganò avrebbe espresso al Pontefice la volontà di restare a Roma. Ma a nulla è valso il suo tentativo.
© Copyright Italia Oggi, 3 settembre 2011 consultabile online anche qui.
Vale cio' che ho gia' scritto ieri: se la curia non e' fedele al Papa, c'e' una sola cosa da fare: azzerarla.
R.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
7 commenti:
Buongiorno cara. Mi sa tanto che hai ragione da vendere. La ramazza e la scopa non sono più sufficienti!! Bell'ambientino...
Buongiorno carissima :-))
Per fortuna che gli uomini accusano noi donne di essere pettegole!
Si guardino allo specchio :-)
R.
In un articolo di Tosatti ho letto che mons. Viganò si sarebbe arrabbiato alquanto e avrebbe alzato la voce contro card. Bertone, puntando in piedi: o il governatorato o niente (un monsignore che pone le condizioni!!): io, con il mio carattere, lo avrei mandato a dirigere una parrocchia in Aspromonte!
1. Ma che monsignore è questo che non solo disobbedisce, ma aggredisce verbalmente il suo superiore?
2. E´necessario inviare negli Stati Uniti, dove il defunto mons. Sambri così bene aveva fatto (tante nomine azzeccate: mons. Chaput, Gomez ecc.) qualcuno che non ci vuole andare? Garantirà un servizio fedele a chi contro la sua volontà lo ha inviato là?
3. Perché nella Chiesa cattolica si fa carriera anche quando ci si comporta male? Certo mons. Viganò ha operato bene in Vaticano, ma la sua reazione non mi pare degna di un monsignore.
Io conosco diversi sacerdoti, giovani, che offrirebbero un servizio ugualmente qualificato con la necessaria obbedienza...
Jacu
PS. dalla pretesa di mons. Viganò di avere il governatorato ne ho avuto l´impressione che gli sarebbe piaciuto diventare cardinale, cosa che non accadrà andando negli Stati Uniti ...
Jacu tocca un punto fondamentale!
Credo che abbiamo lo stesso carattere :-)
Penso che si potrebbe puntare molto di piu' sui giovani. Ci sono quarantenni molto capaci, molto volenterosi e fedeli al Santo Padre.
Con la crisi delle vocazioni nella diocesi di Milano, capita spesso di assistere a Messe celebrate da giovani sacerdoti che "ruotano" nelle varie parrocchie sostituendo il parroco.
Spesso si tratta di giovani stranieri.
Li ammiro molto per la loro umilta' e per il fatto che svolgono compiti molto difficili ed impegnativi con il sorriso sulle labbra.
Purtroppo vedo meno questo atteggiamento nel clero piu' anziano.
R.
Dopo il corvo speriamo non spunti l'avvelenatore...propongo di controllare i cibi del Santo Padre che mi sembra sempre più in pericolo.
E' ormai evidente che "I Borgia" sono ancora in Vaticano...
vi prego, non ne posso più di sentire di queste storie di corvi mafiosi anche all'interno della Chiesa...di questo passo davvero curia e vaticano saranno la causa principale della rovina della fede
Cara Gemma, è inutile nascondere la testa sotto la sabbia...
Purtroppo, la realtà è questa!!!
Posta un commento