giovedì 22 settembre 2011

Spalancare le finestre. Il compimento del percorso iniziato a Ratisbona

IL DISCORSO DEL PAPA

Spalancare le finestre
Il compimento del percorso iniziato a Ratisbona



Bisognerà riflettere e lavorare a lungo sul grande discorso che il Papa ha pronunciato al Parlamento tedesco. È in qualche modo il compimento del percorso iniziato a Ratisbona e proseguito a Parigi e Londra, sul fondamento dello Stato liberale di diritto, di fatto il destino dell’Europa.
È il tempo di una “discussione pubblica”, chiara e franca.
Negli ultimi cinquant’anni, ha detto, “è avvenuto un drammatico cambiamento della situazione”, con l’affermazione radicale di una “concezione positivista di natura e ragione”. Si limita l’orizzonte ad una prospettiva puramente funzionale, per cui “le fonti classiche di conoscenza dell’ethos e del diritto sono messe fuori gioco”. Anche la democrazia è così ridotta ad un dato puramente funzionale, con evidenti conseguenze per le “fondamentali questioni antropologiche”. Riferendosi alla drammatica storia del nazismo il Papa, al contrario, sostiene che “nelle fondamentali questioni del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta”. Bisogna necessariamente porsi la questione sostanziale, misurarsi con i concetti di natura e di coscienza, ritrovare il dialogo tra diritto e filosofia.
La ragione positivista e funzionalista insomma, nella sua pretesa di ritenersi “la sola cultura sufficiente”, relegando le altre realtà culturali al rango di sottoculture, “riduce l’uomo, minaccia la sua umanità”.
È come, spiega, quegli edifici di cemento armato, senza finestre “in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo più ricevere ambedue le cose da Dio”. Non funziona, è un trucco, anche perché, annota argutamente il Papa, “attingiamo in segreto ugualmente alle ‘risorse’ di Dio, che trasformiamo in prodotti nostri”, illudendoci di vivere in un mondo “autocostruito”. No, bisogna “spalancare le finestre”. Del resto è qui la radice del successo del movimento ecologista, che ha riscoperto la natura, cui peraltro il Papa ricorda che esiste anche un’“ecologia umana”.
“Spalancare le finestre” significa ritornare sul tema dei fondamenti, reagire ad una deriva minacciosa, che rischia di diventare la base della stessa costruzione europea, “in cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo come cultura comune e fondamento comune per la fondazione del diritto”.
Lo dice con toni pacati, ma siamo di fronte ad un passaggio drammaticamente cruciale: “Con ciò si pone l’Europa, di fronte alle altre culture del mondo, in una condizione di mancanza di cultura e vengono suscitate, al contempo, correnti estremiste e radicali”.
Il Papa è realista, ma non sfiduciato o pessimista. Dal patrimonio culturale dell’Europa, infatti, si può ripartire, dall’incontro della ragione greca, della fede giudea, del diritto romano. Perché i grandi principi giuridici dello Stato e della democrazia sono stati costruiti proprio “sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore”. Spalancando le finestre si può ritrovare un dinamismo di civiltà che oggi comincia a mancarci, con conseguenze drammatiche.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Discorso monumentale non solo per la Germania. Una sintesi di estrema lucidità per un recupero del fondamento della coscienza e dell'etica per gli uomini politici e per i cittadini d'Europa. Sarà tema di riflessione e di riferimento per i mesi e gli anni futuri. Se non si parte da qua, ha ragione la Merkel quando afferma che se crolla l'euro crolla l'Europa. Il fatto è che L'Europa è quasi unicamente ridotta alla sua fragilissima dimensione monetaria.